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  • Il contropiede del Milan batte il palleggio del Napoli. I cartellini di Kovacs stupiscono

    Il contropiede del Milan batte il palleggio del Napoli. I cartellini di Kovacs stupiscono

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Ha vinto il contropiede sul palleggio. Per il Milan il primo passo dei quarti è buono, ma il Napoli non è assolutamente fuori dalla Champions. Ha perso la seconda partita di fila contro i campioni d’Italia, questa però ha un altro sapore. Non è stata una disfatta come al Maradona, tutt’altro. Semmai il vero problema per Spalletti è la doppia assenza di Anguissa (espulso per doppia ammonizione) e Kim (già diffidato e ammonito, con uno zelo di Kovacs non visto in altre occasioni, per proteste) al ritorno, quando spera di recuperare Osimhen, la cui assenza stavolta ha pesato ancora più che in campionato. Il Milan ha vinto sfruttando un contropiede perfetto, dopo aver annunciato poco prima la sua scelta con un’altra ripartenza di Leao. Il Napoli aveva cominciato meglio, molto meglio, ma quando Diaz e Leao hanno acceso i motori ha avuto dei problemi a contenerli.

    PRIMA NAPOLI - Per 25 minuti ha giocato solo il Napoli, il vecchio Napoli ammirato in tutta questa stagione prima dello 0-4 del Maradona col Milan. Grande calcio, con palleggio stretto, rapido, elegante e verticalizzazione quasi istantanea, con recupero palla nella metà campo rossonera e difesa milanista in difficoltà. Al 25', il conto delle conclusioni era 8 a 1 (al 90' sarà di 16 a 12) per la squadra di Spalletti. Una doppia occasione subito, dopo meno di 60 secondi, tiro di Kvaratskhelia ribattuto quasi sulla linea da Krunic (che nella stessa azione aveva commesso un brutto errore) e tiro successivo in piena area di Mario Rui oltre la traversa. Poi sventole dal limite di Anguissa e Zielinski (due volte) e due colpi di testa di Di Lorenzo. Il Milan assisteva quasi inerme al partitone del Napoli. Pioli aveva provato lo stesso assetto del campionato, con Bennacer su Lobotka che però, a differenza di allora, dominava il gioco grazie ai continui recuperi palla di Anguissa. Il gioco aggressivo del Napoli teneva ai margini giocatori come Leao e Brahim Diaz. Era il centrocampo rossonero a faticare di fronte al ritmo arrembante degli azzurri che avevano in Elmas il vero centravanti, accanto al quale saliva Zielinski, cosicché la squadra passava di continuo dal 4-3-3 al 4-4-2. Per il Milan non era semplice afferrare il movimento degli avversari. La mossa di Elmas centravanti (erano fuori causa Osimhen e Simeone, restava Raspadori come centravanti vero, però non in grande condizione) ha ricordato quella di Sarri con Mertens, ma il risultato non è stato proprio lo stesso. ...

    POI MILAN. Al 25' Rafael Leao ha deciso di entrare sulla scena e l’ha fatto a modo suo, con una progressione micidiale, sessanta metri a piena velocità con la palla incollata al piede, con cui ha seminato i difensori napoletani, conclusi con un diagonale di sinistro uscito di niente. Poteva, anzi, doveva suonare l’allarme in casa napoletana che dopo quella prima occasione del Milan ha un po’ rallentato, commettendo poi un errore imperdonabile. Un raddoppio sbagliato di Lobotka e Mario Rui a metà campo ha consentito a Brahim Diaz di volare verso l’area del Napoli. Contropiede da applausi, se il primo era stato individuale (Leao), questo era collettivo: quattro contro tre, Diaz ha servito Leao a destra, tocco immediato sulla sinistra, altro tocco leggero di Diaz per Bennacer che ha fatto partire una botta di sinistro sul primo palo, Meret ha provato a metterci un piede ma inutilmente. Va sottolineata la prodezza di Diaz: il dribbling su Lobotka e Mario Rui è stato degno di un 10 che gioca a San Siro. Il Napoli si è fermato, Tonali ha avuto un’altra possibilità su appoggio di Giroud e al terzo minuto di recupero traversa di testa di Kjaer su angolo di Bennacer.

    L’ESPULSIONE DI ANGUISSA - La squadra di Spalletti ha iniziato la ripresa come aveva iniziato il primo tempo, spingendo il Milan nella propria metà campo. Dietro però i rossoneri tenevano bene con Kjaer padrone della zona. Due buone occasioni per gli azzurri e poi sono arrivati i primi cambi, Saelemaekers per Bennacer (con Diaz passato da destra al centro) e Raspadori per Lozano. Quest’ultima scelta non è stata una bella idea perché a destra è andato Elmas e sul piano della corsa Hernandez lo ha spazzolato. E’ stato proprio il terzino francese a dare un’altra sterzata alla sfida, soprattutto in prospettiva ritorno. Anguissa ha preso il primo giallo per un fallo su di lui e nello stesso momento giallo (davvero eccessivo) per Di Lorenzo che, da capitano, chiedeva spiegazioni. Questo succedeva al 25'. Quattro minuti dopo, altro attacco del francese, altro fallo di Anguissa, secondo giallo. Giusto. Ma due minuti prima Krunic era stato graziato dell'ammonizione per un fallo non da poco su Zielinski che gli avrebbe fatto saltare il ritorno. L’arbitro romeno Kovacs ha ammonito poco dopo anche Kim, per proteste: il coreano, già diffidato salterà il ritorno insieme ad Anguissa. Brutto colpo per il Napoli.

    ORGOGLIO NAPOLETANO - In dieci, Spalletti ha fatto i cambi giusti, con Ndombele per Zielinski, Olivera per Mario Rui e soprattutto Politano per Kvaratskhelia. Politano è andato a destra e ha placato Hernandez. Napoli col 4-4-1 e con un apporto incolore di Raspadori. Ma nonostante tutto questo il finale è stato suo, con due ottime occasioni maturate nell’orgoglio di una squadra che non voleva mollare. Una parata da applausi di Maignan su Di Lorenzo e poi un pericoloso colpo di testa di Olivera, il Napoli in dieci poteva pareggiare. All’ultimo minuto un dubbio intervento di Lobotka su Saelemaekers in area napoletana.
     

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