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  • Il Milan è ostaggio di Ibrahimovic e per questo deve ringraziare Gazidis

    Il Milan è ostaggio di Ibrahimovic e per questo deve ringraziare Gazidis

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Domani riaccende i motori il Milan e li riaccende senza il pilota, naturalmente ci riferiamo a Zlatan Ibrahimovic la cui centralità nel progetto rossonero è talmente evidente che lui stesso ha dichiarato di svolgere il triplice ruolo di giocatore, allenatore e dirigente. E’ ovvio che il Milan di quest’anno non può prescindere da Ibra ed è ovvio dalla sera di Sassuolo-Milan cioè da quando è stato ufficializzato il prolungamento di Pioli. Proprio perché è ovvio e scontato che Ibra rinnoverà, nella trattativa tra Raiola e il club la bilancia pende tutta dalla parte del procuratore dello svedese. Al punto che in questo momento, a meno di 24 ore dal raduno, il Milan è a tutti gli effetti “ostaggio” di Ibra. La situazione attuale impone al Milan di “pagare il riscatto” sotto forma di rinnovo contrattuale che dovrà accontentare in tutto e per tutto Ibra e il suo procuratore.

    Ma, chiariamolo una volta per tutte, in questa situazione ci si è messo il Milan. Ibra non c’entra nulla. E' il Milan che annunciando il rinnovo di Pioli ha dato a Raiola tutto il potere contrattuale del mondo e lui ci gioca alla grande. Tutte le proposte di rinnovo contrattuale a Ibra sono state finora rifiutate: lui non si muove dalle sue posizioni perché sa che ancora una volta sarà il Milan a doverlo accontentare. Non lui a rinunciare a qualcosa. Per provare a “oliare” i meccanismi del rinnovo, la società di via Aldo Rossi ha già acquistato dall’Hammarby, club di cui Ibrahmovic detiene buona parte del pacchetto azionario, il giovane Roback. Ma a Ibra non basta. Lui pretende un ingaggio da 7 milioni annui, superiore a tutti, anche a Donnarumma, perché lui, per status e storia, vuole essere il più pagato dell’intera rosa. E da questo non intende derogare. I bonus a rendimento sono un discorso a parte. Che lui vuole come “extra” rispetto ai 7 milioni annui. Da queste posizioni Ibra non si smuove e poco gli importa che non sarà presente al raduno di domani. Lui vuole raggiungere il suo obiettivo, che in questo momento ha carattere economico e di supremazia rispetto al progetto rossonero 2020/21. Il Milan non può permettersi di non accontentarlo e Ibra sa che prima o poi sarà il Milan a dover fare un altro sacrificio economico non lui.

    Del resto, come dicevamo, in questa situazione ci si è infilato Gazidis perché Ibra, quando dava per certo l’arrivo di Rangnick, si sarebbe accontentato di un ingaggio molto molto inferiore. Conscio del fatto che il tecnico tedesco non lo avrebbe voluto in alcun modo. Era proprio in quel momento che Gazidis avrebbe dovuto approfittarne e rinnovare il contratto di Ibra. Prima di annunciare Pioli e certificare dunque il fallimento ante litteram del progetto Rangnick. Quella sera dello scorso 21 luglio, con l’annuncio della permanenza di Pioli Ibra passò dall’avere un potere contrattuale bassissimo ad avere il coltello del rinnovo dalla parte del manico. E Raiola non ha ancora smesso di usarlo. Speriamo che smetta presto e che arrivi questo fantomatico rinnovo contrattuale. Altrimenti il mercato del Milan e gli altri rinnovi delicati rimangono paralizzati. Ma nel frattempo il campionato si avvicina.

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