Calciomercato.com

  • Il Napoli e l'ansia da prestazione: da bunker a punto debole, la trasformazione del Maradona

    Il Napoli e l'ansia da prestazione: da bunker a punto debole, la trasformazione del Maradona

    • Giovanni Annunziata
    Il day after di Napoli-Fiorentina i tifosi azzurri lo immaginavano completamente diverso. Di festa, di sogni, di soddisfazione. Invece così non è, Insigne e i suoi compagni sono crollati tra le mura amiche contro la Fiorentina. 2-3 il risultato finale, nonostante i cinquantamila presenti allo stadio che hanno spinto la squadra. Ancora la Viola di fronte, ancora tre gol dalla squadra che il 29 aprile 2018 interruppe i sogni scudetto della squadra allora allenata da Sarri. Guardando al passato, il Napoli non ha imparato dai propri errori, ha fallito un altro match clou. Chiaro che può succedere ancora di tutto da qui alla fine, che il Milan è solo 2 punti più avanti, ma c'è anche da considerare un'Inter che ha ripreso il suo passo, è a quota 66 di fianco al Napoli con una sfida da recuperare e soprattutto un calendario molto più agevole da qui alla fine. Anche le parole di Spalletti a fine partita creano un po' di sconforto: "La sconfitta è un po' una sentenza. Diventa difficile recuperare punti in così poche partite, difficilissimo diventassero 4".

    CROLLO AL MARADONA - Eppure i tifosi questa volta ci credevano veramente tanto, il sogno scudetto in un campionato del genere era veramente concreto. Ma il Napoli ha fallito troppe occasioni quest'anno, sei sconfitte per vincere la Serie A non sono un buon punto di partenza. Di queste in casa ne sono arrivate ben cinque. Il Maradona dovrebbe essere il dodicesimo uomo, ancor di più in una giornata come quella di ieri che è tornato il tutto esaurito allo stadio. C'è stato un tifo travolgente dal prepartita, ma il Napoli ha deluso le attese. Nella speciale classifica casalinga gli azzurri sono solo settimi. Eppure il rendimento di inizio stagione è stato buono, ma da dicembre c'è stata un'inversione di rotta, tre sconfitte tra Atalanta, Empoli e Spezia. Per poi arrivare a tre vittorie, un pareggio e due sconfitte nel 2022.

    TROPPA PRESSIONE? - Nel corso degli anni l'ex San Paolo è stato un vero e proprio uomo in più, capace di sopperire a qualche carenza tecnica ma che è riuscito ad accompagnare il Napoli in vittorie contro avversari di spessore. Oggi cosa succede? Che fine ha fatto il pubblico che si infiammava e che ha saputo distinguersi con l'urlo 'The Champions' prima del fischio d'inizio delle notti dell'Europa prestigiosa? Di problemi ce ne sono stati, tra distacco degli ultras, questione multe e Covid. Però oggi sono tornati, il calore c'è tutto. Il problema quindi va ricercato in campo, nella testa e nelle gambe dei giocatori. Come se ci fosse una sorta di ansia da prestazione. Per i primi 15-20 minuti il Napoli riesce a sfruttare la spinta dei tifosi, ma se non la sblocca subito va in tilt, è come se avesse paura di non farcela. Questo atteggiamento un po' ha ricordato quanto accaduto nel famoso Napoli-Verona all'ultima giornata della scorsa stagione, quando un pareggio escluse gli azzurri dall'accesso alla Champions League. C'è il famoso 'miedo escenico', ovvero la sensazione di paura che travolge le squadre che affrontano il Real Madrid al Bernabeu. In questo caso, però, il timore sembra colpire gli stessi giocatori del Napoli che stanno trasformando un punto di forza in una debolezza, quasi ad aver paura di deludere i tifosi. Questi ultimi oggi vogliono, pretendono di più. Sono consapevoli della forza di questo Napoli, sanno che l'occasione è importante e dopo 32 lunghi anni vogliono tornare a riempire la città festeggiando lo scudetto. La responsabilità dei calciatori è grande, adesso devono trasformare la pressione in carica positiva per dare tutto e sognare nell'impresa che ad oggi appare più lontana.

    Altre Notizie