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  • Il Palermo a Sannino:| L'uomo della gavetta

    Il Palermo a Sannino:| L'uomo della gavetta

    • D.V.

    La rincorsa al successo di Sannino inizia presto. Prestissimo. Beppe è ancora un bambino quando la sua famiglia si trasferisce da Ottaviano a Torino. Il papà ha ottenuto un posto alla Fiat e così la famiglia emigra in Piemonte. Sette persone in due stanze. Il piccolo Beppe dorme in cucina, ma appena può corre in strada a giocare a pallone. Rigorosamente a piedi nudi. E lì che lo nota un talent scout che gli propone di fare un provino. 'Vengo solo se il provino lo fanno anche i miei amici'. Li chiamano tutti, ma solo lui riesce a superare la selezione e da quel momento inizia la sua carriera di calciatore. Una carriera al Nord e su campi minori. Un calcio, quello di Sannino, che non arricchisce. E così, quando nel 1998 smette di giocare, Beppe viene assunto dalla Asl di Voghera e assegnato all'ospedale psichiatrico dove si occupa delle pulizie: dai bagni alle stanze dei degenti.

    Ma il calcio resta il suo bernoccolo e così, ogni giorno dopo il turno dalle 6 alle 13, Beppe sale in macchina e guida sino a Monza dove allena le giovanili della squadra brianzola. Il primo approccio con il calcio vero nel 1998 alla Biellese in C2. Poi arriva anche l'Alto Adige. Il massimo per un 'terrone' come lui. Uno che quando allenava il Pergocrema evitava di portare i figli allo stadio perché non sentissero i tifosi chiamarlo 'Ecoballa napoletana'. Dal 2007 vince tre campionati di fila. Con il Lecco e il Pergocrema dalla C2 alla C1 e poi con il Varese con il quale compie il miracolo del doppio salto portando la squadra dalla C2 alla B sino ai play-off per la serie A. È proprio a Varese che il grande calcio si accorge di quel tecnico che gioca con il 4-4-2 e si ispira a Sacchi e Lippi, ma ammira anche Trapattoni.

    È il Varese che ha Sogliano come ds e Mangia allenatore della Primavera. Zamparini vorrebbe portarli tutti a Palermo, ma con Sannino qualcosa s'inceppa. C'è chi dice che fatale sia stata la sconfitta del Varese per 5-0 contro il Siena. Zamparini guarda la partita in tv e decide di non prenderlo. Poco male, perché Sannino in serie A ci arriva lo stesso. Ce lo porta Perinetti, che lo ingaggia a Siena dove il tecnico fa benissimo e soprattutto instaura un rapporto fortissimo con i giocatori. Un rapporto franco e schietto, da padre e figli. Franco Brienza, diventato un suo pupillo, si ricorda ancora i vaffa che Sannino gli mandava dalla panchina.

    Mattia Destro, l'attaccante che Sannino ha fatto grande, per festeggiare un gol lo abbracciò talmente forte da incrinargli le tre costole che il tecnico si è poi rotto qualche giorno dopo giocando una partitella con i suoi giocatori. Con il Siena Sannino arriva anche alla semifinale di Coppa Italia contro il Napoli. Alla vigilia della gara, Beppe torna nella sua Ottaviano. Lo accolgono come un re con tanto di ricevimento in Comune. Il resto è storia di oggi. Sannino è pronto ora a continuare la scalata al successo sulla panchina rosanero. Senza dimenticare mai da dove è venuto e i gabinetti dell’ospedale psichiatrico di Voghera.

    (La Repubblica - Edizione Palermo)

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