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  • Il paragone scomodo con Ronaldo, l'esultanza alla Gabriel Jesus: Rafael Leao vuole prendersi il Lille

    Il paragone scomodo con Ronaldo, l'esultanza alla Gabriel Jesus: Rafael Leao vuole prendersi il Lille

    • Marcello Mazzari
    Fra i talenti classe ’99 che a livello europeo quest’anno si stanno segnalando, in Francia, nella rivelazione Lille, prova a farsi spazio il giovane Rafael Leão, attaccante portoghese arrivato quest’anno dallo Sporting Lisbona dopo essere stato conteso da varie big europee fra cui il Manchester City, il Borussia Dorthmund e la nostrana Juventus. Nonostante l’agguerrita concorrenza, alla fine a spuntarla sono stati i francesi che, sfruttando il momento di totale caos a livello societario vissuto dai lusitani quest’estate, sono riusciti ad accaparrarsi a zero il giovane centravanti di origine angolana dopo che questo si era svincolato dal club di Lisbona.

    È evidente che la scelta del ragazzo sia ricaduta su Les Dogues (“I Mastini”) per poter cercare di affermarsi e avere minutaggio in prima squadra sin da subito, cosa che in un grande club non avrebbe potuto ottenere. Tuttavia, nonostante abbia solo 19 anni e sia ancora alla sua prima vera stagione da professionista, in carriera Leão ha già bruciato diverse tappe. Con lo Sporting, nella scorsa stagione, non aveva fatto ancora in tempo a concludere la sua annata nella squadra B, con cui mise a segno 6 gol in 11 partite in campionato e 5 in 6 in Youth League, che l’11 febbraio aveva già esordito nella Liga NOS in una vittoria dei suoi per 2-0 contro il Feirense. Una settimana più tardi, Jorge Jesus lo lancia nella mischia anche contro l’Astana in Europa League: sedici minuti in campo che lo fanno diventare, a 18 anni, 8 mesi e 12 giorni il secondo giocatore più giovane di sempre dello Sporting a vivere un match europeo, dietro solo a Cristiano Ronaldo. Infine a marzo, al quinto ed ultimo gettone con la maglia a strisce biancoverdi, per Rafael arriva anche il primo gol “fra i grandi” nella sconfitta per 2-1 contro i rivali del Porto.

    Alto 1.88 cm x 80 kg, Leão è un attaccante assolutamente completo sotto ogni punto di vista e soprattutto è molto versatile. Infatti, pur essendo fondamentalmente una prima punta, in carriera è già stato spesso schierato, con ottimi risultrati, anche come seconda a supporto di un altro centravanti, o come ala, sia a destra che (preferibilmente) a sinistra. Di piede destro, ancora non si fida molto del suo mancino ma, come molti giovani calciatori oggi, è solo questione di tempo prima impari ad utilizzarli entrambi. Sfiorando il metro e novanta di altezza, la caratteristica principale del portoghese è chiaramente il fisico da vero numero 9. Tuttavia, nonostante la stazza imponente, è un giocatore parecchio veloce e soprattutto tecnico a cui piace puntare l’uomo uno contro uno o provare giocate e dribbling secchi. Di fatto è uno di quegli attaccanti che possono giocare a tutto campo, senza una posizione ben precisa che dia dei riferimenti alle difese avversarie, il che lo rende molto moderno.

    Ha già un’esultanza ben precisa, ossia l’ormai celebre “alo mae” ("ciao mamma", mimando il gesto della telefonata) di Gabriel Jesus, con cui condivide il destino di essere un giovane talento destinato ad esplodere lontano da casa. E, a proposito di celebrazioni, proprio domenica scorsa nella vittoria del suo Lille contro il Nimes per 3-2, ha siglato di testa quello che al momento è il suo secondo gol nella massima serie francese, ma va considerato che finora ha giocato solo otto partite in campionato a causa di un fastidioso infortunio avuto nei primi mesi di questa stagione. Per questo motivo infatti, l’esordio in Ligue 1 non è arrivato prima della fine di settembre nella vittoria in casa per 3-0 contro il Marsiglia. A questa partita hanno fatto seguito due panchine consecutive contro Saint-Etienne e Digione, prima del tanto atteso “gol del battesimo” contro il Caen il 27 ottobre, che ha permesso ai suoi di portare a casa una vittoria per 1-0. Da quel momento fino a domenica scorsa, da titolare o a partita in corsa (tranne che contro il Montpellier due settimane fa) sta scendendo in campo ogni domenica, un chiaro segno di come anche il tecnico dei francesi Christophe Galtier veda delle potenzialità nel ragazzo. 

    Leão di solito gioca da prima punta nel 4-2-3-1 del Lille, in un reparto offensivo di soli giovani composto, oltre che da lui, dal ‘98 Ikonè, il quale agisce a supporto sulla trequarti, dal ’96 Bamba largo sinistra e soprattuto dal ‘95 “crack” del campionato Nicolas Pèpè, autore già di 12 gol in queste prime 18 partite. Là davanti comunque la concorrenza non manca: per il ruolo di terminale offensivo ci sono anche i ben più esperti Rui Fonte e Loic Remy, che spiegano il perché Leão non parta sempre dall’inizio. Anche se, a dir la verità, i due “veterani” al momento stanno deludendo le aspettative, motivo per cui il giovane bomber portoghese adesso sta piano piano aumentando il suo minutaggio.

    Per ovvi motivi, essendo uno dei principali astri nascenti del calcio portoghese, in patria è stato paragonato non meno che al sopracitato CR7, di cui richiama le caratteristiche fisiche (potenza e velocità) e alcune movenze nelle giocate palla al piede. Tuttavia, volendo abbozzare un paragone meno altisonante e generoso, a livello tecnico, oltre che per una chiara somiglianza a livello fisico, Leao ricorda molto un attaccante del nostro campionato italiano che ultimamente è tornato a fare molto bene, ossia Duvàn Zapata. Come il colombiano infatti, abbina questa sua fisicità ad un’ottima tecnica di base e progressione palla al piede. Tutti abbiamo ancora in mente il gol del panterone neroazzurro contro l’Udinese l’anno scorso, quando ancora vestiva la maglia della Samp, e  in cui, prendendo palla nella sua sua metà campo, supera in velocità mezza difesa bianconera prima di concludere con uno splendido scavetto che non lasciava scampo a Bizzarri. Ecco, Leão non ha ancora siglato un gol del genere, ma studia per farlo: non è raro infatti vederlo partire con delle cavalcate da lontano (magari da una delle due fasce) con cui tenta di involarsi verso la porta avversaria per poi concludere a rete.

    Insomma, al ragazzo il talento e la personalità non mancano, adesso starà a lui dimostrare di essere all’altezza di queste attese. In un ambiente in cui, dopo diversi anni dagli addii dei vari Hazard e Gervinho, adesso si è ricominciato a sognare, “provarci” non costa nulla. Per continuare a crescere segnando tanti gol e poter mettere quella mano vicino all’orecchio come Gabriel Jesus, con quell’”alo mae” che in questo caso servirà per rispondere a tutte le chiamate delle big europee che forse, presto, lo cercheranno…
     

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