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  • Marino per CM: mercato triste, ma Roma e Fiorentina si sono rafforzate

    Marino per CM: mercato triste, ma Roma e Fiorentina si sono rafforzate

    • Pierpaolo Marino

    La furibonda lotta per lo scudetto scatenatasi tra Napoli e Juve in campionato non si è per nulla avvertita nel calciomercato di gennaio. Le due dominatrici della Serie A hanno preferito dedicarsi a una politica prospettica (Lapadula-Mandragora-Sensi-Grassi), preferendo (Regini escluso) stare quasi a guardare per quanto riguarda l'immediato. La bontà di questo atteggiamento, forse dettato da una ferma volontà di non creare turbolenze di qualsiasi tipo in meccanismi che al momento funzionano a meraviglia, potrà essere valutato soltanto con il prosieguo della stagione, quando il logorio primaverile e lo stress accumulato nelle competizioni internazionali metteranno a dura prova la tenuta atletica e fisica dei calciatori. Nelle settimane in cui, come ribadisco sempre, le formazioni delle squadre più che gli allenatori le faranno i medici sociali, i preparatori atletici e i giudici sportivi, capiremo se davvero gli organici delle due contendenti per il titolo di campione d'Italia 2016, erano così ben strutturati da giustificare la poca attenzione al presente manifestata sul calciomercato post-natalizio. Solo allora sapremo se Napoli e Juve, decidendo di non scendere prepotentemente in campo durante la finestra invernale, contrariamente a quanto fanno in campionato, abbiano operato una scelta giusta o nefasta. I risultati dei mesi di marzo e aprile saranno giudici inappellabili di questa presunta imputazione di semiassenteismo sul mercato, che pende sul capo delle due "asfaltatrici" di squadre in Serie A. Assegnando quindi un "non giudicabile" al mercato di Juventus e Napoli, perché attendiamo fiduciosi il futuro, proviamo a valutare il comportamento di quanti, azzurri e bianconeri, in classifica, li guardano con il binocolo o addirittura con il telescopio. Non esplodendo vere bombe, quei pochi botti che hanno animato un mercato più depresso che mai li hanno fatti scoppiare soprattutto quelle squadre che temono di perdere la qualificazione in Champions League, unica concreta panacea per bilanci asfittici o traballanti dei club calcistici. 

    L'Inter di Mancini era alla ricerca di un centrocampista di qualità, che doveva essere la priorità per una squadra che difetta di idee e geometria nella manovra, ma, dopo aver ricevuto il no di Pirlo e aver appreso che l'idea di un clamoroso ritorno di David Pizarro (riqualificatosi extracomunitario) non era percorribile per motivi di tesseramento, si è dedicata, invece, anima e corpo all'acquisto di una seconda punta. Il club di Thohir ha perso tempo a lungo con Lavezzi, per poi indirizzarsi in extremis su Eder. In effetti l'acquisto dell'ex doriano è stato il colpo più importante di questo calciomercato, ma, da solo, non fa scavallare il giudizio sull'operato della Beneamata oltre la sufficienza, per le incertezze e i ritardi dimostrati nelle strategie e il mancato arrivo di un regista. 

    La Fiorentina ha avuto un comportamento di mercato molto attivo, ma anche caratterizzato da alcune scelte (Tino Costa e Zarate) non proprio progettuali. Ha inseguito a lungo Lisandro Lopez, che sarebbe stato un grande colpo, ma in extremis ha dovuto ripiegare su Benalouane, un mio ex pupillo, che conosce bene la Serie A e ha qualità fisiche, tecniche e agonistiche per rivelarsi un acquisto di rendimento più che affidabile. I viola hanno preso anche Tello, che promette numeri e velocità. Il giudizio sull'operato dei viola è quindi complessivamente più che buono perché, anche se con percorsi un pochino tortuosi, sono stati coperti tutti i ruoli da rinforzare. 

    La Roma il miglior acquisto, come già ho detto da tempo, l'ha fatto con il ritorno di Luciano Spalletti e conseguentemente la migliore cessione è stata quella di Rudi Garcia. Il mercato giallorosso, ispirato finalmente da un allenatore carismatico e fine conoscitore di giocatori, ha portato a casa quanto era idoneo per l'idea di calcio che Spalletti ha nel DNA e che, probabilmente, non prevede la presenza in campo di quel supercostoso monumento di Dzeko. Ecco perché, dopo la succulenta partenza per la Cina del nostalgico e inconsolabile Gervinho, non a caso sono arrivati due fantasisti come El Shaarawy e Perotti, perfetti per il gioco che il buon Luciano intende pianificare. Con l'arrivo di Zukanovic si è finalmente tamponata una falla in difesa che era evidente a tutti fin dalla programmazione estiva. Il mio giudizio sul mercato della Roma di Pallotta è quindi ottimo. Vedrete, poi, che grazie al lavoro ed ai "muscoli" che Spalletti adoperera in società e nello spogliatoio, la squadra giallorossa farà presto dimenticare ai tifosi, nei scorsi mesi giustamente disamorati, gli ultimi umilianti risultati della gestione Garcia. 

    Sul mercato del Milan stendiamo un velo pietoso, soprattutto per la grottesca partenza (andata e ritorno) per la Cina di Luiz Adriano. Bene ha fatto però Berlusconi a non sprecare altre energie finanziarie su questa altalenante stagione dopo il rimpianto esborso dei 90 milioni estivi. Meglio ridare fiducia al lavoro di quell'impareggiabile scalatore solitario di Mihajlovic, che, eroicamente, si è messo tutti i problemi sulle sue larghe spalle. 
     


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