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  • Il vergognoso trattamento a due italiani, prigionieri da un mese su una nave a Miami senza acqua né passaporto

    Il vergognoso trattamento a due italiani, prigionieri da un mese su una nave a Miami senza acqua né passaporto

    Vergognosa la vicenda che si protrae da oltre un mese sulla nave Oasis of the Seas al largo di Miami e che vede coinvolti i nostri connazionali Riccardo Rapisarda e  Giovanna Salaris, già licenziati lo scorso 25 Marzo e trattenuti a bordo senza assistenza sanitaria e col passaporto sequestrato. Dopo che il livello di guardia a bordo della nave da crociera è stato abbassato da “quarantena” a “post quarantena”, e gli occupanti sono stati autorizzati a lasciare le proprie cabine, la compagnia di crociera, Royal Carribean attraverso l’interfono ha comunicato ai due ragazzi italiani “che non verranno forniti più i due litri d’acqua quotidiani e la carta igienica così come le lenzuola”. 
    Per averle dovranno recarsi nelle zone dove ci sono i distributori e pagarle di tasca propria: “Hanno diviso in due scaglioni i momenti di uscita dato che siamo in 1600 circa. – raccontano Riccardo e Giovanna - Sulla nave ci sono stati decessi per Covid e ci sono ancora pazienti, ragazzi, colleghi e membri positivi al Covid. Farci uscire dalle nostre cabine potrebbe essere un massacro di contagi che non è spiegabile. Abbiamo paura. Perché lo Stato ci ha dimenticato? Uscire dalle nostre cabine per comprare l’acqua è una mossa che ci ammazza umanamente e psicologicamente. Dov’è il console di Miami Cristiano Musillo? Dov’è lo Stato? Ci hanno promesso che saremmo tornati in Italia ben due volte e ne abbiamo le prove e i documenti, ci hanno anche fatto “quasi” partire e trasferire su un’altra nave e poi ci hanno rispedito indietro, definendoci “Aliens” persone che possono infettare. Non avendo un contratto perché siamo ancora a bordo di questa nave in mezzo al mare? La nostra quarantena sulla nave è terminata, riportateci a terra o in sicurezza. Ma salvateci come ci avete promesso”.
    La vicenda sembra non avere una facile ed immediata risoluzione. L’Avvocato Antonella Minieri che sta seguendo il caso, ha consigliato in via preventiva, a Riccardo Rapisarda e Giovanna Salaris di non lasciare per nessun motivo la loro cabina per non esporsi a possibile contagio. Anacronistico, infine, quanto avvenuto poco dopo l’appello dei due italiani: “Dopo 50 minuti dal comunicato (un lancio Ansa, ndr) ecco che nelle cabine di Riccardo Rapisarda e Giovanna Salaris, sono arrivate 5 bottiglie d’acqua.” ha rivelato un giornalista, Gabriele Parpiglia, che sta seguendo il caso dall’Italia.
     

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