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  • Immobile, 36 gol e una Scarpa d'oro non bastano: perché per Mancini parte ancora alla pari con Belotti?

    Immobile, 36 gol e una Scarpa d'oro non bastano: perché per Mancini parte ancora alla pari con Belotti?

    • Andrea Distaso
    Dopo 291 la Nazionale di Roberto Mancini torna in campo, contro la Bosnia nel primo appuntamento della nuova edizione di Nations League. Lasciatisi alle spalle i tremendi mesi della pandemia e archiviata l'amarezza per lo slittamento di un Europeo che li avrebbe visti nuovamente competitivi, gli Azzurri ripartono dal match di Firenze e dalle certezze rappresentate dai nostri due attaccanti, Andrea Belotti e Ciro Immobile. Mai insieme, ma sempre protagonisti di una vera e propria staffetta, che abbastanza stranamente - contro Dzeko e compagni - premierà il centravanti del Torino.

    LA SCELTA DI MANCINI - La scelta è stata fatta, come ha spiegato lo stesso Mancini nella conferenza stampa della vigilia: "Dobbiamo ragionare pensando a due partite in tre giorni, ci sono giocatori con solo due o tre giorni di allenamento. Dobbiamo vedere i più brillanti. Quasi tutti faranno una partita". In effetti, con pochissima benzina nelle gambe, lunedì prossimo sarà già tempo di affrontare una sfida sulla carta decisamente più probante, quella in trasferta contro l'Olanda (orfana di Koeman, di De Ligt e De Vrij), ma fa certamente specie che il giocatore fresco vincitore dell'ultima Scarpa d'oro (l'ultimo italiano era stato Totti nel 2007) non abbia ancora convinto Mancini a puntare con decisione su di lui.

    I NUMERI NON MENTONO - Per un tecnico a cui va riconosciuto, tra i tanti pregi della sua gestione, di aver premiato sempre il merito, lanciando tanti calciatori senza guardare la loro carta d'identità - da Zaniolo prima della sua esplosione con la Roma a due bomber di provincia come Lasagna e Caputo - certi numeri non possono essere ignorati. In una delle annate più complicate della storia recente del Torino, Belotti ha saputo realizzare 16 gol in 36 partite, oltre ai 6 in altrettanti match nelle qualificazioni all'Europa League; Immobile ha saputo andare oltre l'ordinario, eguagliando in campionato il primato di reti di Higuain (36) ed ergendosi a vero trascinatore di una Lazio che ha sognato concretamente lo scudetto. In biancoceleste, soprattutto nelle ultime annate, Immobile ha saputo imporsi come bomber implacabile, ma evidentemente, pur in un momento di evidente penuria di grandi attaccanti per il nostro calcio, Mancini ha altre idee. Sperando che abbia ragione.

     

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