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  • Insigne batte Hamsik e lascia Napoli da re. Ma che tristezza questo Genoa in B

    Insigne batte Hamsik e lascia Napoli da re. Ma che tristezza questo Genoa in B

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Il contrasto è feroce. Spietato. Ingiusto persino. L’aria di festa di un Napoli impegnato a salutare l’ultima in casa del suo capitano assieme ai sessantamila del San Diego e, dall’altra parte, i volti tesi e preoccupati di un Genoa che si gioca un pezzo ampio della sua permanenza in Serie A.

    In quanto a voglia, carica, determinazione, in avvio è subito chiaro, sta messa meglio la squadra di Blessin. No, non che il Napoli se la prenda comoda, ma è inevitabile che il pressing a tutto campo di chi gli sta di fronte sia più visibile e apprezzabile. Insomma, parte forte, il Genoa, che prima del quarto d’ora fa tremare la traversa azzurra: Yeboah dal limite e pericolo grosso per gli azzurri. I quali – erroracci negli appoggi di Koulibaly a parte – si difendono comunque senza affanni. Il problema della squadra di Spalletti è un altro. E’ che il pressing rossoblù toglie il respiro a Fabian e Anguissa, cosicché il Napoli è costretto a ripetuti cambi di gioco e a cercare gli esterni per sfuggire a quella trappola. Ed è proprio aggirando il traffico centrale che a poco a poco il Napoli s’impossessa del pallone e comincia a dar fastidio a Sirigu. Mertens ci prova un paio di volte, Insigne impiatta la sua specialità, ma il tiraggiro finisce appena appena alto, poi (32’) il vantaggio. Stavolta il cross è da destra, di Di Lorenzo e Osimhen di testa non dà scampo. Troppo solo e tranquillo per non fare gol il centravanti che chissà se sarà ancora a Napoli nella prossima stagione.

    Ed è così che cambia la partita. Sarà per il gol, magari pure per il caldo da vigilia dell’estate o, chissà, per l’ansia di veder sfumare ogni speranza di salvezza, cert’è, il Genoa si ammoscia. Accusa il colpo e dopo aver subito le ripartenze azzurre, ora ne soffre la pressione ed il possesso. Oltre che, si capisce, la maggiore qualità. Quello che al Genoa improvvisamente manca è la capacità, oltre che la forza, di pressare in ogni zona del campo con la ferocia e l’intensità degli ultimi tempi, almeno in casa. Ed è ovvio che se cedi spazio e giocate ad un avversario di spessore tecnico di gran lunga superiore, alla fine paghi, nonostante l’appassionato tifo d’un migliaio di tifosi speranzosi.

    Prova a cambiare qualcosa in avvio di secondo tempo, Blessin. Dopo aver dovuto rinunciare a Badelj per un accidente (Frendrup al suo posto) il Genoa si fa più spregiudicato mettendo in campo Ekuban ed Hernani per Portanova ed Hefti. E’ più offensivo, il Genoa, ma anche più scoperto. Più fragile. Tant’è che dopo un disperato salvataggio di Ospina su Portanova (54’), va sotto un’altra volta. Ed è un film, il secondo gol del Napoli. Una sceneggiatura per santificare giusto la giornata dell’addio del capitano. Un cross, un colpo di testa di Di Lorenzo ed Hernani va col braccio largo. Rigore senza discussioni. Batte Insigne e, sembra una maledizione, palo. Sulla respinta fa gol Di Lorenzo – anche bello il diagonale – ma Fabbri dice no. Con l’aiuto del Var rimette il pallone sul dischetto per “invasione” dell’area di rigore e stavolta Insigne mette in porta: gol numero 122, superato anche Hamsik. Ed è festa grande, è ovvio, mentre per il Genoa è la fine. Ed è davvero triste vedere questa squadra scivolare via dalla Serie A.

    Molla, dunque, il Genoa. Pure in campo. Tant’è che (82’) prende anche il terzo gol. Lobotka, da poco in campo al posto di Fabian, trova il tiro giusto e il tempo per far festa pure lui. Finisce così Napoli-Genoa. Tra gli applausi e cori per il capitano che con il San Diego ha chiuso e che dopo Spezia volerà a Toronto. Dopo dieci stagioni di seguito in maglia azzurra, 433 presenze e 122 gol, salvo nuovi centri nell’ultima di stagione, secondo dopo Mertens, nella classifica dei bomber d’ogni tempo. Lorenzo Insigne lascia Napoli, saluta tutti, riceve il grazie del club e della gente e per una volta non divide. Tutti dalla sua parte nel giorno dell’addio di questo campione probabilmente mai trasformatosi in fenomeno, ma comunque capace di scrivere a Napoli e col Napoli pagine importanti. E pure belle.

    :(actionzone)


    IL TABELLINO

    Napoli-Genoa 3-0


    Marcatori: 32' p.t. Osimhen (N), 20' s.t. Insigne (r) (N), 36' s.t. Lobotka (N).

    Assist: 32' p.t. Di Lorenzo (N).

    Napoli (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui (28' s.t. Ghoulam); Anguissa (38' s.t. Demme), Fabián Ruiz (28' s.t. Lobotka); Lozano, Mertens (28' s.t. Zielinski), Insigne (43' s.t. Elmas); Osimhen. All. Spalletti.

    Genoa (4-2-3-1): Sirigu; Hefti (11' s.t. Hernani), Bani, Ostigard, Criscito; Badelj (24' p.t. Frendrup), Galdames (30' s.t. Melegoni); Portanova (11' s.t Ekuban), Amiri, Gudmundsson (30' s.t. Destro); Yeboah. All. Blessin.

    Arbitro: Fabbri di Ravenna.

    Ammoniti: 38' p.t. Galdames (G), 42' s.t. Lobotka (N).

    Espulsi: -

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