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  • Inter: cos'è cambiato in un anno di Suning, aspettando le 'stelle mondiali'

    Inter: cos'è cambiato in un anno di Suning, aspettando le 'stelle mondiali'

    Da Nanchino a Nanchino. Esattamente un anno fa, il 6 giugno 2016, Erick Thohir annunciava l'accordo per cedere la maggioranza delle quote dell'Inter al colosso cinese Suning. E il nuovo patron Jindong Zhang faceva subito capire a tutti di avere grandi ambizioni, dichiarando in conferenza stampa: "Le nostre risorse renderanno l'Inter capace di tornare a gloriosi successi e diventare sempre più forte, attraendo le stelle del calcio mondiale". 

    La nuova proprietà ha già investito 150 milioni di euro sul mercato con gli acquisti di Joao Mario, Gabigol, Candreva, Banega, Ansaldi, Gagliardini e Caprari. In dodici mesi sono andati via i dirigenti Fassone (passato al Milan con Mirabelli) e Bolingbroke oltre all'allenatore Mancini (ripartito dallo Zenit in Russia), poi seguito da de Boer e Pioli (pronto per la Fiorentina) che non hanno centrato la qualificazione alle coppe europee. Falliti gli assalti a Conte e Simeone rimasti rispettivamente al Chelsea e all'Atletico Madrid, nella prossima stagione in panchina ci sarà Spalletti. Che ieri ha fatto tappa a Milano conoscendo Steven Zhang e oggi vola in Cina per incontrare suo padre insieme a Sabatini

    Strano destino per l'allenatore toscano, che nel gennaio del 2016 volò a Miami a casa di Pallotta accordandosi per tornare alla Roma al posto di Garcia. E ora farà altrettanto a Nanchino con Zhang, poi dovrà fare i conti con un patron e un presidente stranieri e lontani dall'Italia. Una situazione che non può e non deve diventare un punto debole: perché ai giorni nostri tutto il mondo è connesso, serve solo la giusta organizzazione. Che l'Inter sta cercando di ricostruire a partire dalla dirigenza. Senza non si va da nessuna parte: nemmeno sul campo, dove per tornare a comandare non basterebbero le "stelle del calcio mondiale" promesse. 
     

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