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  • Inter, delusione Sanchez: a Udine nuova chance, ma il futuro è un rebus

    Inter, delusione Sanchez: a Udine nuova chance, ma il futuro è un rebus

    • Luca Fazzini
    "Anche noi siamo meravigliati della formazione dell'Inter, stasera vogliono vincere e sono sbilanciati". Ha stupito tutti Antonio Conte, anche Giancarlo Antognoni, che ieri - nel pre-partita della sfida di San Siro - si era detto sorpreso del 3-4-1-2 nerazzurro, con Sanchez alle spalle di Lautaro e Lukaku. Mossa a sorpresa per risolvere l'emergenza a centrocampo e provare a dare ossigeno al cileno, rientrato dall'infortunio ma chiuso dalla monarchia della Lu-La, la coppia gol che sta facendo le fortune dell'Inter. 

    DELUSIONE. ED ERIKSEN INCOMBE - I 66 minuti che Conte gli ha concesso sono stati decisamente negativi: era fuori ruolo, vero, ma non è mai entrato in partita. Molti palloni persi, poca brillantezza, tanta lentezza e scarso aiuto difensivo: il gol di Barella, arrivato un minuto dopo la sua uscita dal campo, è frutto del caso, ma fa riflettere. Ha cambiato Conte, cambierà l'Inter. Perchè ora, in rosa, c'è un Eriksen in più, pronto - in un eventuale nuovo 3-4-1-2 - a ricoprire il ruolo da trequartista. A Udine, intanto, toccherà ancora a Sanchez: la squalifica di Lautaro obbliga Conte a schierare il cileno al fianco di Lukaku. Una nuova chance per tornare a sorridere come fatto nella trasferta di Genova a inizio stagione, prima dell'infortunio.

    FUTURO REBUS - L'operazione estiva, sin qui, è stata deludente: i 5 milioni di ingaggio che paga l'Inter non sembrano dare frutti sul campo e il prestito secco fino a giugno apre a diversi scenari. Stanti le condizioni attuali, infatti, Sanchez farà ritorno a Manchester a fine stagione, come dichiarato anche negli scorsi giorni dal tecnico dei Red Devils, Solskjaer: "Tornerà qui e dimostrerà a tutti che si sono sbagliati". L'Inter, dalla sua, spera che il cileno possa sbocciare, per poi sedersi a un tavolo con gli inglesi in estate e pensare a una nuova eventuale operazione. Ad oggi, però, il Niño Maravilla ha deluso: tra campo e mercato si aprono mesi delicati e fondamentali. 

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