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  • Inter e Juve vittime dei capricci mondiali di Lukaku e Pogba

    Inter e Juve vittime dei capricci mondiali di Lukaku e Pogba

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Paul Pogba sta alla Juventus come Romelu Lukaku sta all’Inter: da una parte gl’interessi delle loro squadre, dall’altra la loro voglia di Mondiale. Nel mezzo, la spiegazione per quanto sta accadendo in questi giorni: Pogba accelera, Lukaku frena, due vie differenti per andare in Qatar. A referto, al momento c’è il contributo offerto dai due giocatori alle rispettive squadre. Nullo quello di Pogba, zero presenze, minuti e gol (ma 4 mesi di stipendio regolarmente percepiti); quasi nullo quello di Lukaku, 3 presenze, 227 minuti e il gol al debutto di Lecce (13 agosto), poi stop (ma anche qui l’ingaggio corre ovviamente in modo regolare).

    Partiamo dal centravanti belga. Si è fatto male in allenamento il 28 agosto. È guarito, non ci sono mai state ricadute, ma non si fida. E quindi frena. Sa che ogni ulteriore intoppo, anche minimo, significherebbe addio al Mondiale. Dall’Inter non filtra nulla, eppure la sensazione è che il gigante abbia paura. I controlli di martedì servivano per tranquillizzarlo. Tutto negativo, si può forzare, obiettivo non tanto Firenze, ché non sarà certo una panchina a cambiare la storia del campionato nerazzurro, ma l’accelerazione verso il necessario condizionamento. Quale grado di forma pensiamo che abbia un colosso di 100 chili che da 2 mesi non lavora con la squadra? Quanto tempo pensiamo ci voglia perché possa tornare a fare la differenza in campo? A Inzaghi meglio non chiederlo nemmeno…

    L’Inter avrebbe bisogno che Lukaku accelerasse, c’è la Juve il 6 novembre, ma anche l’Atalanta il 13, ultimo appuntamento prima della pausa. Lukaku invece frena perché manca più di un mese alla prima partita che davvero conta per lui: Belgio-Canada del 23 novembre. Può essere dura da accettare, ma è la cruda realtà: già sicuro di un posto di squadra, Big Rom pensa solo a non farsi ancora male, la condizione arriverà.

    Non così Pogba, che del posto fra i 23 Bleus che difenderanno il titolo vinto a Mosca nel 2018 è tutt’altro che sicuro. Deschamps è stato chiaro: deve prima giocare nella Juventus per mostrarsi guarito e meritarsi una convocazione che è tutt’altro che scontata. Già da 2 anni, Pogba non è più titolare in Nazionale, e non si possono scordare le recenti polemiche con MBappé, a colpi di stregoni e malocchi, per non dire delle personali vicende di cronaca nera che l’hanno coinvolto. Per la Francia, il Mondiale comincia il 22 novembre contro l’Australia; per Pogba il 9 novembre, quando DD svelerà il rebus convocati.

    Stamane, Gianluca Minchiotti qui su calciomercato.com ha riassunto molto bene il tiramolla estivo sull’operazione-no operazione-sì che ha visto protagonisti Pogba e il suo entourage, inutile ricordarlo ora, ché tanto tutti conoscono la questione. Noi, ingenui, il 5 settembre (giorno dell’intervento sul menisco esterno del ginocchio destro) suggerivamo a Pogba di farsi subito da parte dalla corsa al Mondiale, ché tanto sarebbe stata inutile, visti i tempi necessari per guarire. Un modo per “risarcire” almeno moralmente la Juventus, che aveva perso 40 giorni nella vana attesa della strategia sbagliata per guarire.

    Ingenui, appunto. Perché Pogba ha guadagnato 2 settimane rispetto ai protocolli di recupero dopo l’asportazione di un menisco laterale (che è molto più complicata di un menisco mediale), è già tornato ad allenarsi in gruppo e punta a essere convocato per la prossima settimana in Champions League, a Lisbona. Così da mostrarsi in eurovisione anche al suo ct: visto che sto già bene e sono pronto? E poi magari se non gioca è “colpa” di Allegri che sceglie qualcun altro… Un’accelerazione netta, sperando che a Torino ci sia qualcuno a controllare che la fuoriserie non finisca fuoristrada per la fretta, ché allora sì che sarebbero nuovi guai e altri ritardi.
    @GianniVisnadi

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