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Inter, 5 buoni motivi per credere ancora alla Champions

Inter, 5 buoni motivi per credere ancora alla Champions

L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport crede nella rimonta nerazzurra verso gli obiettivi Champions. La "rosea" offre ai tifosi interisti cinque buoni motivi per credere nell'impresa: "Il terzo posto renderebbe buona l’annata, in linea con le intenzioni iniziali di rientro nell’Europa che più conta, ma l’Inter in effetti quante possibilità ha di agganciare la Roma? Ecco cinque motivi per cui gli interisti possono credere nel sorpasso".

1 - LA SQUADRA, IL SISTEMA - "Se non abbiamo sbagliato i conti, Mancini ha fin qui usato tutti i sistemi di gioco possibili, tranne il 3-4-3. L’allenatore nerazzurro ha attraversato una fase «zelig», in cui si disponeva a specchio, vale a dire copiava l’assetto degli avversari. Atteggiamento accantonato dalla sera della sconfitta con la Juve e forse non a caso lì, toccato il fondo, è cominciata la risalita. Oggi l’Inter è più definita. La difesa è sempre a quattro, il sistema di base il 4-2-3-1 che a seconda delle situazioni muta in 4-4-1-1 o 4-3-3. Sabato contro il Napoli c’era bisogno di difendersi e ripartire e così la squadra per gran parte della sera si è ritrovata rinserrata in due linee di quattro giocatori. I risultati sono variabili imprevedibili, dipendono anche dagli avversari, come dimostra la gara col Frosinone di dieci giorni fa, vittoria tra mille difficoltà. Oggi però l’Inter ha trovato un’identità e ad aprile, per la prima volta nel 2016, la porta di Handanovic è rimasta imbattuta per due volte di fila, sia pure col contributo dei tre pali di Frosinone. Un segnale di compattezza". 

2 - ICARDI E JOVETIC - "Mancini ha smesso di relegare Icardi ogni tanto in panchina. Prima capitava, è successo all’andata con la Roma e nel derby di ritorno. L’Inter non può prescindere dal suo cannoniere: per Maurito 15 gol e una percentuale realizzativa del 34 per cento, tra le più alte d’Europa, laddove per percentuale realizzativa si intende il rapporto tra tiri e reti. Per tanto tempo Icardi e Jovetic si sono mostrati come due vasi non comunicanti. Si ignoravano, formavano un duo inesistente. Nelle ultime due gare hanno cominciato a dialogare. Non è mai troppo tardi, anche se viene da chiedersi che cosa mai impedisse ai due di intendersi nei mesi precedenti. Se Icardi e Jovetic - intesi come coppia - sbocciano del tutto, molto diventa possibile".

3 - CALENDARIO - "Quello dell’Inter pare migliore, nelle ultime cinque Mancini affronterà formazioni di medio o basso livello. La Roma è attesa dallo scontro diretto col Napoli e dal Milan all’ultima giornata. I discorsi sul calendario però vanno presi per quello che sono, chiacchiere in libertà. La crisi dell’Inter è cominciata proprio in coda al girone di ritorno con le sconfitte in casa contro Lazio e Sassuolo, due formazioni oggi appaiate al settimo posto con 48 punti e ancora in corso per un posto in Europa. L’Inter farà bene a diffidare, a non considerare in discesa l’ultimo spezzone di campionato. Tanto più che su cinque ne avrà due in casa e tre fuori (la Roma il contrario)".

4 - LE TENSIONI ALLA ROMA - "Due punti negli ultimi due turni, contro Bologna e Atalanta, avversari molto abbordabili: la Roma ha rallentato proprio nel momenti in cui poteva (doveva) accelerare. In più è riesplosa la grana del lungo addio di Totti. Spalletti, nello spogliatoio di Bergamo, ha maltrattato il gruppo come a suo tempo Mourinho fece con l’Inter: «Sono dieci anni che fate figure di m...». Situazioni simili di solito non contemplano mezze misure: la Roma ripartirà forte oppure si incarterà ancora di più. Domani, con Roma-Torino, la prima risposta".

5 - MANCINI "RIMONTOSO" - "Qui siamo ai confini della cabala: il senso di Mancini per le rimonte. Da giocatore lo scudetto con la Lazio nel 2000, risalendo da meno nove a otto turni dalla fine. Da allenatore la Premier League conquistata col Manchester City nel 2012, vincendo all’ultimo respiro dell’ultima partita e mangiando otto punti in sei giornate allo United. Mancini fa rima con zona Cesarini".

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