
PSG-Inter, le pagelle di CM: Inzaghi sbaglia tutto, delude Barella. Doué vale Yamal, Vitinha professore
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INTER
Sommer 5: Torna a casa con 5 reti nel sacco, questa volta non c’è suo miracolo che tenga.
Pavard 5: Solo contro Kvaratskhelia in campo aperto, subisce tanto e non riesce a stare a galla (Dal 9’ s.t. Bisseck s.v.: Sfortunatissimo, pochi minuti dopo l’ingresso è costretto a lasciare il campo per un infortunio. Dal 17’ s.t. Darmian 5: La sua presenza non cambia l’inerzia, Kvara continua a fare quello che vuole).
Acerbi 5: Sale male anche lui sull’azione che porta al gol di Hakimi. Sì rende pericoloso con un colpo di testa che però finisce alto. Senza riferimenti offensivi perde un po’ senso la sua presenza.
Bastoni 5: Vede il taglio di Vitinha ma non lo segue e il Psg arriva fin dentro la porta con il pallone. La poca cattiveria nella propria area è una costante che lo limita.
Dumfries 5: Gioca altissimo ed espone Pavard a brutte figure contro un Kvaratskhelia in grande spolvero. Un atteggiamento che non paga, eppure persevera per tutti e 90 i minuti.
Barella 4,5: Indolente, come lo è stato per tutta la stagione. Non trova mai la giusta posizione, in nessuna delle due fasi di gioco. Stagione deludente, finale di Champions addirittura peggiore.
Calhanoglu 5: Non è la prima volta che in una gara che pesa parecchio sparisce dal campo. Imbalsamato, non riesce mai a prendere la squadra per mano e subisce una lezione di calcio da Vitinha, il play opposto, che invece guida il Psg dal 1’ al 90’. (Dal 25’ s.t. Asllani 5: In balia delle onde, entra in un momento difficilissimo ma non fa fatica a mettersi immediatamente sullo stesso livello degli altri centrocampisti).
Mkhitaryan 5: Al 30’ è già con la spia della riserva accesa. Sì sfianca nel tentativo di recuperare metri preziosi in campo aperto, ma le verticalizzazioni del Psg non gli lasciano scampo, anche perché si fa trovare spesso fuori posizione. (Dal 17’ s.t. Carlos Augusto 5: È quello che entra meglio rispetto a tutti gli altri, ma oggi era complicato fare peggio di Dimarco).
Dimarco 4,5: Gli vanno via da tutte le parti, l’Inter non riesce mai a risalire la corrente: sempre sotto pressione, perennemente puntato, sbaglia tante letture. Si gira sulla conclusione di Doué e devia nella propria porta la conclusione dell’avversario. Sì lascia sfilare anche Dembele, ma il francese lo grazia divorandosi un gol. (Dal 9’ s.t. Zalewski 5: Questa volta non riesce a fare emergere la sua qualità, resta in balia degli avversari, con lo sguardo confuso di chi non riesce a capire dove sia finito).
Thuram 5: Mai in partita, i compagni chiamano a sostegno sia lui che Lautaro, ma i due si estraniano dalla manovra. Ci prova di destro, ma Donnarumma lo mura con una bella parata.
Lautaro 5: Lontano dalle sue serate migliori, quelle di lotta e di grinta. Rimbalza contro i difensori avversari e non emerge mai in una partita senza storia dall’inizio alla fine.
Inzaghi 4: L’Inter è bloccata, osserva il palleggio del Psg e non reagisce mai. Subisce il Psg dall’inizio alla fine e gioca una finale drammatica.
PARIS SAINT-GERMAIN
Donnarumma 6,5: in uscita alta singhiozza un po', salva su Thuram sul 4-0, mettendo anche il suo autografo sulla partita.
Hakimi 7: punisce da ex, chiede scusa a un popolo che l'ha amato incondizionatamente per un anno. E' un terzino che fa la mezzala o la seconda punta, l'inserimento sul gol dell'1-0 è studiato, provato e cercato. Sbaglia qualche valutazione difensiva, ma è solo per essere puntigliosi.
Marquinhos 7,5: lui c'è fin dall'inizio, dal 2013. Ha vissuto tutte le epoche parigine, compresa quella delle figurine, mettendoci sempre la faccia. Questo successo è tutto suo. Capitano che prende per mano la squadra, esempio per i più giovani.
Pacho 7,5: primo tempo senza sbavature, vicino alla perfezione, secondo che si apre con un'ingenuità, che poteva costare un giallo. Poi la solita prova autoritaria.
Nuno Mendes 7: limita molto le scorribande offensive, in fase di costruzione spesso scivola accanto a Pacho e Marquinhos, per lasciare spazio a Kvara. Annulla completamente Dumfries, l'uomo in più di questa Champions per l'Inter. E meno male che era solo un esterno di spint (78' Lucas Hernandez sv)
Joao Neves 7,5: sempre al posto giusto, sempre la decisione giusta. Con Vitinha e Fabian crea uno dei migliori reparti di centrocampo al mondo. Un centrocampo generazionale.
Vitinha 8,5: il professore sale in cattedra, silenzio, ascoltate e prendete appunti. Il Psg si muove al suo ritmo, taglia, cuce e ricama, come in occasione dell'assist per il 3-0 di Doué. E' ovunque, devastante per scelte e letture. E allora ci viene in mente una dichiarazione di Lineker su Kanté, con la modifica del caso: "Il 70% della Terra è coperta dall'acqua, il resto da Vitinha".
Fabian Ruiz 8: in carriera aveva vinto già tre finali, tutte con la Spagna. Uno che sa cosa vuol dire vincere. Va al suo rientro, ma in pochi toccano il pallone come lui. Sa sempre cosa fare, sa sempre dove mettersi. (84' Mayulu 7: entra nel finale e segna il gol della manita, cosa volere di più?)
Doué 9: signori, giù il cappello. Nella prima mezz'ora fa impazzire l'Inter, sembra la versione parigina di Yamal. Si muove senza dare punti di riferimento e dentro l'area è terribilmente concreto. Regala ad Hakimi un cioccolatino da scartare per l'1-0, segna con deviazione di Dimarco il 2-0. Nel secondo tempo illumina con una giocata da stropicciarsi gli occhi lungo la linea laterale, chiude i conti con un piazzato sull'uscita di Sommer. (67' Barcola 7: si piace un po' troppo, ma che bello è da vedere. E regala a Mayulu l'assist per la manita)
Dembélé 8: cosa gli ha fatto Luis Enrique è sotto gli occhi di tutti, il giocatore tutto junk food e videogiochi del Barcellona è un ricordo sbiadito. Sotto l'ala protettiva dello spagnolo, che ha usato carota e bastone, è diventato un leader, letale e funzionale. Un joga bonito al servizio della squadra: la fotografia è il tacco per Vitinha, nell'azione del 3-0.
Kvaratskhelia 7,5: dei tre là davanti è quello meno incisivo, offensivamente parlando, fino al 74' quando mette la firma sulla partita, calando il poker. Partecipa al fraseggio, fa il solito, prezioso lavoro di copertura, imparato diligentemente in Italia, sbaglia qualche gol di troppo ma quando si accende è una meraviglia. Pavard, Bisseck, Dumfries: tutti vanno in sofferenza.
Luis Enrique 9: ha trasformato un gruppo di ragazzini talentuosi in una squadra generazione. Che gioca col sorriso, con la tranquillità del suo allenatore. Una squadra che ha il piacere di divertirsi, di aiutarsi. E di vincere, anche fuori dai confini francesi.
Commenti
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Barella oramai sponpatissimo da cedere. A qualche gonzo