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  • Inter: Perisic corre, ma dove va? Spalletti sta gestendo male Nainggolan

    Inter: Perisic corre, ma dove va? Spalletti sta gestendo male Nainggolan

    • Pasquale Guarro
    Il Tottenham parte timido e l’Inter non ne approfitta. Peccato mortale. Lo sprint che tutti si attendevano da parte degli Spurs non si è mai visto, Pochettino ha predicato equilibrio e messo da parte ogni prevedibile arrembaggio, giocandosela all’italiana. Con Eriksen e Son in panchina per guidare l’assalto finale in caso di risultato bloccato. Tutto studiato nei minimi dettagli e alla fine ha avuto anche ragione, strappando dalle mani dell’Inter il possesso del proprio destino. O forse è stata proprio l’Inter a non saperselo tenere stretto, per eccesso di timidezza e un errore nella scelta dell’undici.

    TROPPI BASSI E POCHI ALTI - L’Inter ha gestito bene, ma si è spesso limitata a quello. Con Perisic solito fantasma che sparisce dal match. Insieme a lui anche Vecino, Icardi e Nainggolan. I primi due sono ormai un habitué di questa specialità, si eclissano ed evaporano perdendo ogni barlume di concretezza. Corrono, ma dove vanno? E soprattutto, cosa portano nel paniere al ritorno da queste lunghe escursioni? Tempo ne è trascorso abbastanza e le varie puntate andate in onda raccontano che l'Inter, in progressiva crescita, non può contare sulle loro ondivaghe qualità. Troppi bassi e pochi alti li escludono dal processo di crescita di un gruppo che invece va cercando uomini di responsabilità, gente che in partite come quella di ieri sera vuole prendersi la scena e non nascondersi dietro le quinte. Uomini come  Skriniar o de Vrij.

    IL NINJA E LO SCORPIONE - Icardi e Nainggolan, meritano un discorso a parte: l’attaccante è uno scorpione, uno che spesso si estranea dal party per poi presentarsi alla fine con in mano la torta e il regalo più bello da consegnare al festeggiato. È la sua natura e gliela si può perdonare siccome ormai da anni chiude i conti con 20 gol a stagione. Il Ninja, invece, è stato comprato proprio per partite come quella di ieri, ma paradossalmente sta per essere schiacciato dall’eccessiva stima che Spalletti nutre nei suoi confronti. Il tecnico toscano punta su di lui tutte le fiches, lo fa anche quando il belga non è al meglio e, come già accaduto in passato, forza il rientro causando l’ennesimo stop. Dopo dieci minuti di gioco l’andatura del centrocampista era già claudicante, nebbia nei muscoli e nella testa. Schierarlo è stata una pessima idea. Tottenham-Inter è andata scorrendo su questi binari. I nerazzurri hanno gestito ma non hanno emozionato. In tre o quattro elementi è mancata la passione, quella che si vede in casa quando a spingere ci sono i 60-70 mila di San Siro, ma esistono anche le trasferte e non sono un dettaglio.

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