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  • Inter sottomessa al Bayern: mezzo tiro in porta e San Siro furente. È già crisi

    Inter sottomessa al Bayern: mezzo tiro in porta e San Siro furente. È già crisi

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Illuminato da Sané, il Bayern sbanca San Siro, infligge la terza sconfitta di stagione all’Inter e stabilisce che il primo e il secondo posto del gruppo C di Champions League sarà un affare tra i tedeschi di Baviera e i catalani di Barcellona. La squadra di Xavi, infatti, ha battuto in casa il Viktoria Plzen (5-1) con tre reti di Robert Lewandowski, il grande ex, che non fa distinzioni di casacca. Ovunque vada, segna sempre.

    L’Inter, un po’ come la Juventus a Parigi, limita i danni. Ma, al contrario dei bianconeri, non è mai in partita e non sa nemmeno rientrarci alla fine (minuto 83) quando Hernandez, in comodo disimpegno, si fa rubare palla da Gagliardini, entrato due minuti prima, e Correa (subentrato a Dzeko) sbaglia un gol clamoroso, scatenando l’ira e il sarcasmo di San Siro.

    Quasi certamente non sarebbe cambiato un granché (anche se “il calcio è strano”, come ama dire Fabio Caressa), tuttavia il risultato sarebbe stato meno netto di quanto, invece, non sia stata la partita: il Bayern ha dominato e l’Inter lungamente ha fatto la figura della comprimaria.

    Il campo, infatti, ha detto che tra le due contendenti ci sono almeno due categorie di differenza. Al di là del sistema di gioco (Nagelsmann, che forse non conosce Maturana, dice di giocare con un 4-2-2-2, come l’allenatore colombiano, mentre pratica un riconoscibilissimo 4-2-3-1), i tedeschi sanno giocare con e senza palla, si muovono nel campo occupando sincronicamente lo spazio, lavorano tutti per il pressing o la pressione, comunque per la riconquista della palla, vincono quasi tutti i contrasti, detengono pulizia nei passaggi, sanno attaccare la profondità, difendono alti, ma senza mai correre rischi. Non un congegno perfetto, ma un meccanismo che ammalia e che funziona. Su tutti brilla Sané che, oltre a segnare il primo gol (25’) e avere propiziato il secondo (66’) con proprietà tecniche e tattiche straordinarie, sa condurre palla, non fa un tocco di troppo, agisce da uomo a tuttocampo e possiede un dinamismo che nessun trequartista attuale possa vantare.

    Simone Inzaghi è stato di parola e ha rivoluzionato l’Inter. A cominciare dal portiere (Onana al posto di capitan Handanovic), D’Ambrosio per De Vrij, Mkhitaryan per Barella, Gosens per Darmian e Dzeko al posto di Correa. Le risposte sono state modeste. Se è vero, infatti, che le parate di Onana hanno limitato il passivo, è altrettanto vero che il portiere interista è stato graziato dal palo, nel secondo tempo,  dopo un errore su tiro di Kimmich deviato da Bastoni. Questo per dire che Onana è stato certamente decisivo, ma, forse perché arrugginito, non è stato propriamente perfetto. Il Bayern, che ha preso a pallonate l’Inter fin dal primo minuto (due tiri di Kimmick, un’occasione per Coman, una conclusione di Muller), avrebbe potuto andar sotto solo se Lautaro avesse angolato di più un tiro da posizione defilata.

    Per il resto un monologo con Sané, Manè e Muller che hanno dialogato a piacimento, mentre Onana parava. La responsabilità del gol, invece, va ascritta a D’Ambrosio (non segue Sané) e a Dumfries (non fa la diagonale perché prima tenta un improbabile fuorigioco). Così, sul lancio di Kimmich, Sané aggancia in area in maniera splendida, controlla con un paio di tocchi di petto, salta Onana in uscita e mette dentro. Capolavoro assoluto. Il Bayern, che fa quel che vuole, potrebbe segnare ancora prima dell’intervallo. Onana respinge un tiro di Davies, Muller tira a botta sicura e Skriniar ribatte, poi Sabitzer mette fuori di un alito.

    Il primo quarto d’ora della ripresa dell’Inter è perlomeno decente. Dzeko gioca centralmente un invito di Dumfries e una mischia accende la possibilità che una zampata, anche casuale, buchi Neuer. Non accade e il Bayern ricomincia a macinare calcio euclideo, sbaglia almeno un paio di occasioni per eccesso di confidenza, fino a quando Sanè, sempre vivo, inventa un doppio scambio in area con Coman e spinge verso la porta vuota. D’Ambrosio tenta l’intervento disperato, ma tocca di ginocchio e mette dentro.

    Inzaghi capisce che la partita è andata e al 72’ comincia a cambiare giocatori, imitato da Nagelsmann che, però, invita la sua squadra ad attaccare sempre. Per l’Inter potrebbe finire malissimo (subisce quattro contropiede e due in inferiorità numerica), invece Correa ha l’occasione di riaprire la partita. Ma sbaglia un gol fatto e i suoi fratelli “bauscia” non lo perdonano. Dai fischi viene sommerso lui e l’Inter. Se non è crisi, poco ci manca.    

    IL TABELLINO


    Inter (3-5-2): Onana; D’Ambrosio, Skriniar (27’ st De Vrij), Bastoni (27’ st Dimarco); Dumfries (27’ st Darmian), Mkhitaryan, Brozovic, Calhanoglu (37’ st Gagliardini), Gosens, Lautaro Martinez, Dzeko (27’ st Correa). A disp.: Handanovic, Bellanova, Asllani, Acerbi, Cordaz, Barella. All.: Inzaghi
    Bayern Monaco (4-2-3-1): Neuer; Pavard, De Ligt (30’ st Upamecano), L. Hernandez (39’ st Stanisic), Davies; Kimmich, Sabitzer (17’ st Goretzka); Coman (30’ st Gnabry), Müller, Sané (39’ st Musiala); Mané. A disp.: Choupo-Moting, Ulreich, Schenk, Gravenberch, Tel, Mazraoui. All.: Nagelsmann
    Arbitro: Turpin.
    Marcatori:
    25’ Sané (B); 21’ st aut. D’Ambrosio (I)
    Ammoniti: Dimarco (I), De Ligt (B)
     
     

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