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  • Intermania: il Milan non ha vinto il derby

    Intermania: il Milan non ha vinto il derby

    • Cristian Giudici

    Il Milan non ha vinto il derby, è stato Benitez a perderlo. La squadra nerazzurra è lo specchio del suo allenatore: molle, intimorita e con poche idee, ma confuse.

    Infortuni e scelte tattiche a parte, la vera colpa del tecnico riguarda l'aspetto psicologico, con cui trasmette soltanto paura (altro che motivazioni!). Domenica sera gli eroi del 'triplete' sembravano dei pulcini bagnati, scesi in campo con gli occhi stralunati e con le gambe tremolanti. D'altra parte c'era da aspettarselo, soprattutto ripensando alle parole con cui in settimana il mister aveva 'caricato' i suoi ragazzi ("Limitiamo i danni fino al mercato invernale")... Caro Rafa, a gennaio bisogna arrivarci e, continuando di questo passo, rischi di non mangiare il panettone perché la pazienza di Moratti e dei tifosi si sta esaurendo in fretta.

    Anzi, rievocando la finale di Istanbul, addirittura lo spagnolo è riuscito nell'impresa di stimolare gli avversari. Così anche due giocatori compassati come Pirlo e Seedorf hanno fatto la figura dei gladiatori. Un derby si può anche perdere, ma non in questo modo. Nonostante la superiorità numerica, l'Inter non è mai riuscita a creare una palla-gol degna di questo nome. Anzi, nell'aria si avvertiva la sensazione che i nerazzurri non avrebbero segnato neanche se la partita fosse durata 24 ore. E pensare che di fronte non c'era un rivale irresistibile, ma un Milan normalissimo più un fuoriclasse come Ibra.

    Per non parlare delle scene tragicomiche viste al momento di decidere le sostituzioni. Obi infortunato? Entra Pandev, no Cambiasso, anzi Coutinho. Santon è pronto, ma si fa male Materazzi, allora ecco Biabiany! E poi che senso ha portare in panchina Julio Cesar? Se era in condizione di giocare, il portiere brasiliano doveva scendere in campo dall'inizio, altrimenti era meglio lasciarlo in tribuna.

    Infine veniamo al (non) gioco della squadra: manovra da 'lumaca' troppo lenta e prevedibile, in cui lo schema principale è dare palla a Eto'o e stare tutti fermi a farsi il segno della croce, sperando che il leone camerunese inventi qualcosa ma, purtroppo per Benitez e per l'Inter, non sempre si possono ripetere i miracoli.
     


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