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  • Inzaghi alza bandiera bianca: la Lazio non esiste più. Patric come Suarez

    Inzaghi alza bandiera bianca: la Lazio non esiste più. Patric come Suarez

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    La Lazio non c’è più. La Lazio che abbiamo conosciuto, apprezzato e ammirato durante l’inverno si è dissolta al caldo di questa estate. A Lecce ha perso meritando di perdere con una partita vuota di tutto, tranne che della disperazione in un finale tutto cuore e nervi, ma il gioco, la forza, il ritmo, la brillantezza niente di tutto questo appartiene più alla squadra di Inzaghi. Si era visto un po’ col Torino, tanto con la Fiorentina, in modo clamoroso col Milan e stavolta lo stesso. Il Lecce ha fatto una bella partita, l’ha giocata per almeno 70 minuti, lasciando alla Lazio solo gli ultimi 20', compresi i 10' del lunghissimo recupero. Le idee di Liverani hanno trovata un’adeguata risposta sul campo, quelle di Inzaghi no. Con i 3 punti il Lecce è salito in zona-salvezza, ora tocca al Genoa recuperarla.

    TUTTO AL VAR - Dopo Parma-Fiorentina, anche Lecce-Lazio si è giocata tutta al Var. Gol (anzi, capolavoro) di Mancosu dopo 2 minuti: palla sotto l’incrocio. Per Maresca la rete era buona, ma Abisso al Var ha richiamato il collega e gli ha fatto notare un tocco di mano dello stesso Mancosu nel primo controllo del pallone. Gol annullato. Altri due minuti e ha segnato la Lazio grazie al primo errore di Gabriel, portiere vecchio stampo, forte con le mani, debole con i piedi. Il numero 1 del Lecce ha tardato il rinvio e poi è scivolato consegnando la palla a Parolo, tiro respinto dallo stesso Gabriel, tap-in comodo di Caicedo. Il Lecce ha pareggiato con un colpo di testa di Babacar su cross di Falco, dopo che Mancosu aveva perforato Lucas Leiva. Al 3' di recupero del primo tempo, palla persa in uscita da Lazzari, cross di Calderoni e Patric ha respinto prima con la coscia e poi col braccio alto. Rigore per Maresca, Abisso gli ha detto che qualche dubbio c’era, l’arbitro di campo è andato a controllarlo al Var e non ha cambiato idea. Dal dischetto, dopo aver segnato 8 rigori su 8, Mancosu ha mandato la palla in curva. Nel recupero del secondo tempo anche l’espulsione di Patric (un morso sul braccio di Donati) è arrivata con la segnalazione del Var.

    LECCE VIVO, LAZIO SPENTA - Questi erano i fatti, ma la partita ha detto anche altre cose. Per esempio che considerare il Lecce una squadra superficiale come dicono certi numeri (71 gol subiti, la peggiore difesa del campionato) sarebbe un errore: come nel primo tempo contro la capolista bianconera (prima dell’espulsione di Lucioni), anche contro la sua inseguitrice ha giocato alla pari. Anzi, come costruzione della manovra è andata meglio in diverse fasi della gara. Dall’altra parte, invece, già nel primo tempo l’impressione era quella di una squadra esaurita fisicamente e atleticamente. Un esempio su tutti: Lucas Leiva. Era solo presenza la sua, non ha giocato bene una palla e nelle occasioni del gol di Mancosu (annullato) e Babacar (valido) è stato uno dei laziali maggiormente colpevole. Ma lo stesso si può dire per Lazzarri le cui ripartenze erano sempre più lente, per Luis Alberto sempre meno reattivo (ha perso il tempo della giocata come gli era successo contro il Milan), per Acerbi (non più il baluardo pre-virus, responsabile del secondo gol), per Immobile sempre appannato. Insomma, la Lazio che abbiamo conosciuto in inverno non c’era più.

    LE MOSSE DI LIVERANI E INZAGHI - Il tecnico salentino ha presentato come al solito una squadra votata al gioco, spostando Falco dalla parte di Jony e Radu: prendendoli in mezzo, il fantasista del Lecce li ha messi in crisi, come si è visto bene sull’assist per la rete di Babacar anche se in quel caso Patric si era colpevolmente staccato dalla marcatura. Inzaghi ha fatto tre cambi a inizio ripresa: fuori Leiva (mai stato in partita), Radu (ammonito) e Jony (contributo inesistente sia davanti che dietro), dentro Milinkovic (con lo spostamento di Parolo al centro), Jordan Lukaku a spingere a sinistra e Luiz Felipe (al rientro) in mezzo alla difesa. Ma dopo 1' il Lecce è andato vicino al 3-1 con un sinistro con cui voleva farsi perdonare del rigore sbagliato. Ancora un centinaio di secondi e il gol leccese è arrivato per un’incredibile dormita di Acerbi: dall’angolo di Saponara, Lucioni ha messo il corpo davanti a quello del centrale di laziale e agevolmente ha segnato di testa. Si è fatto male Babacar ed è entrato Majer, così Liverani ha fatto avanzare Mancosu come centravanti arretrato (per il controllo di Parolo) con Falco a destra e poco dopo Farias (al posto di Saponara) a destra.

    LA PARTITA DI PETRICCIONE - Milinkovic ha migliorato un po’ il livello del gioco. Intorno al 25' del secondo tempo Inzaghi ha spostato Luis Alberto come trequartista anche per non concedere a Petriccione (ottima prestazione da regista al posto di Tachtsidis) troppa libertà nell’impostazione dell’azione. Lo spagnolo si è fatto vedere subito con una sventola deviata in angolo da Gabriel. La Lazio ha avuto poco dopo la palla del pareggio ma il colpo di testa di Luiz Felipe, su angolo, è stato respinto sulla linea di porta da Petriccione. Che Liverani ha sostituito subito dopo (era ammonito) per far entrare Deiola insieme a Rispoli (per Falco) utile per frenare la spinta di Lukaku. Anche il Lecce ha avuto la palla buona per chiudere la partita, con un’azione molto bella sull’asse Mancosu-Farias-Mancosu e grande deviazione di Strakosha, poi Acerbi ha salvato su Majer.

    GABRIEL PROTAGONISTA - Nell’ultimo quarto d’ora la Lazio ha invaso la metà campo del Lecce e Gabriel è diventato protagonista, nel bene e nel male. Nel male perché, così come aveva regalato il gol a Caicedo stava per fare il bis con un altro rinvio sbagliato, rimbalzato sulla schiena di Lucioni, finito sul destro di Immobile che invece di controllare ha calciato al volo e Gabriel ha parato. Niente in confronto alla prodezza sul colpo di testa di Adekanye: respinta decisiva. Così come decisivo è stato il volo finale sul colpo di testa di Milinkovic.

    PATRIC ALLA... SUAREZ -  Il finale è stato nervosissimo e Patric, ricordando forse il famoso morso di Luis Suarez a Chiellini in Italia-Uruguay di Brasile 2014, lo ha imitato affondando incisivi e molari sul braccio di Donati. Se n’è accorto Abisso al Var e Maresca l’ha espulso. Ci fosse stato il Var anche in Brasile...





    IL TABELLINO

    Lecce-Lazio 2-1 (primo tempo 1-1)

    Marcatori: 2' st Caicedo (L), 30' pt Babacar (L), 2' st Lucioni (L)

    Assist: 30' pt Falco (L), 2' st Saponara (L)

    Lecce (4-3-2-1): Gabriel; Donati, Lucioni, Paz, Calderoni; Mancosu, Petriccione (26' st Deiola), Barak; Falco (26' st Rispoli), Saponara (13' st Farias); Babacar (6' st Mayer). All. Liverani.

    Lazio (3-5-2): Strakosha; Patric, Acerbi, Radu (1' st Luiz Felipe); Lazzari (39' st Adekanye), Parolo (24' st Cataldi), Leiva (1' st Milinkovic Savic), Luis Alberto, Jony (1' st Lukaku); Caicedo, Immobile. All. Inzaghi.

    Arbitro: Maresca di Napoli

    Ammoniti: 23' st Caicedo (L), 43' pt Donati (L), 44' pt Radu (L), 10 st Gabriel (L), 20' st Petriccione (L), 35' st Immobile (L)

    Espulsi: 47' st Patric 

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