Lavoro atletico differenziato per Pirlo & C.: disgelo tra la Juve e la Nazionale.
Prandelli e il 'codice Conte': i bianconeri lavorano a parte.
Gli allenamenti che Cesare Prandelli tiene aperti a un pubblico selezionato sono i meno interessanti: quelli in cui il ct prova le strategie e gli uomini che utilizzerà in partita si svolgono a porte chiuse, con il centro tecnico blindato. Per carpire qualche indicazione bisogna trasformarsi in agenti segreti come succede ormai per la maggioranza delle squadre, con soluzioni che sfiorano la comicità: a Vinovo, ad esempio, Conte non permette di seguire gli allenamenti neppure agli impiegati per paura che rivelino i segreti. Ieri però una cosa interessante si è vista a Coverciano, ed è il modo in cui s’è avviato il disgelo tra la Nazionale e la Juve, fornitrice di otto giocatori.

Non può essere un caso infatti che cinque bianconeri si allenassero in un campo diverso da quello che ospitava il resto degli azzurri, con l’eccezione di Buffon, impegnato con i portieri, e di Bonucci e Giaccherini al lavoro in palestra. Pirlo, Marchisio, Chiellini, Barzagli e Giovinco eseguivano i loro esercizi sotto lo sguardo di Prandelli e del preparatore Giambattista Venturati, la Nazionale ne faceva altri e in disparte. Evidentemente per la parte atletica Prandelli ha accettato l’impostazione del programma che gli ha inviato Conte dopo la telefonata che ha stabilito un patto di collaborazione, o almeno l’armistizio tra il club e lo staff azzurro. Niente di male, anzi è il primo passo verso un rapporto più corretto e propositivo. L’unica domanda è cosa ne penseranno le altre squadre e gli altri allenatori che forniscono alla Nazionale meno uomini che la Juve ma qualcuno lo concedono. Protesteranno denunciando il favoritismo? Spediranno al ct copia del loro sistema di lavoro così che gli allenamenti degli azzurri procederanno a chiazze come un patchwork? Ma, soprattutto, quante pagine conterrà il “report” di Zeman sul lavoro in cui De Rossi e Osvaldo, secondo lui, non si impegnano?