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Dicono che errare sia umano, perseverare diabolico. E siccome Massimiliano Allegri ha già sbagliato al Milan, quando, insieme con Galliani, gettò le basi di uno fra i più clamorosi autogol di mercato del terzo millennio, nel 2015 sarà meglio evitare di ripetere l'errore alla Juve. 
Sostituire Pirlo al 65' della finale di Supercoppa è stato un atto di autolesionismo che la Juve e il suo allenatore hanno pagato a caro prezzo (se c'era uno che doveva uscire questi era Vidal). Non soltanto perché, a posteriori, il fuoriclasse bresciano sarebbe tornato molto utile in sede di rigori, anche se quando è stato richiamato in panchina nessuno poteva prevedere l'epilogo.
Il problema è un altro: Pirlo è fondamentale per i campioni d'Italia, come anche questo avvio di stagione ha dimostrato, sia quando è stato assente per 40 giorni causa infortunio sia quando è tornato e la differenza si è vista. Il fantastico gol che ha deciso il derby è stato soltanto uno degli acuti del solista N.21.
Allegri rivendica l'autonomia delle sue scelte e nessuno si sogna di contestarla. Ma se le scelte risultano sbagliate, bisogna avere almeno il buon gusto di riconoscerlo. Abbiamo già avuto troppi allenatori che sull'altare delle proprie proprie granitiche certezze hanno sacrificato fuoriclasse di prima grandezza, come Roberto Baggio e Alessandro Del Piero, ad esempio, possono confermare.
Buon Natale, Allegri.

Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com