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  • Juve-Allegri, oltre le parole di Calvo: avanti assieme, ma senza Champions 'sul campo' può cambiare tutto

    Juve-Allegri, oltre le parole di Calvo: avanti assieme, ma senza Champions 'sul campo' può cambiare tutto

    • Nicola Balice
    Per certi versi, sembrano più lunghe queste 100 partite del secondo ciclo in bianconero che le precedenti 271 distribuite in cinque stagioni di soli successi. È una questione di percezione, d'altronde solo in questi ultimi mesi è capitato letteralmente di tutto alla Juve. Ma Max Allegri non è nemmeno arrivato alla metà del suo percorso, lo ha detto e ribadito lui, ha incassato pure quella la fiducia ufficiale della società. Quella che mancava pubblicamente, quella che serviva proprio in questi giorni tormentati e particolarmente carichi di tensione. Ci ha pensato Francesco Calvo a spazzare via le voci su una possibile separazione al termine della stagione, con toni pacati e con il sorriso, elementi che accompagnato il suo stile comunicativo e che fanno parte anche del nuovo-vecchio stile Juve ritrovato dal nuovo corso bianconero: “Dire che confermiamo Allegri significherebbe dire un'ovvietà, questo è il nostro pensiero. Allegri è tornato per un progetto di quattro anni, non siamo nemmeno alla metà. Non è in discussione. Stiamo pianificando il futuro, lo stiamo facendo con Cherubini e con Allegri, il nostro è un blocco granitico che lavora sul futuro. Il ds? Non è scontato che arrivi qualcuno, se dovesse arrivare dovrà integrarsi in un sistema di lavoro. Più dei nomi, c'è la Juventus con la sua solidità e la sua storia, che non dipende da una persona”. E Allegri? Dal canto suo bada al sodo ma ribadisce: “Sono molto contento di essere alla Juventus”. In tutto questo, però, un'ultima parola verrà fissata solo al termine della stagione.

    AVANTI INSIEME. MA... - Perché Allegri oggi più che mai resta centrale sotto ogni punto di vista all'interno della Juve. Non è solo l'allenatore, è un punto di riferimento totale all'interno dell'area sportiva. Che gode della stima e della fiducia incondizionata da parte della proprietà, da parte di John Elkann. Ma anche nel momento del -15, lo stesso Allegri ha sempre sottolineato l'importanza della qualificazione in Champions “sul campo”. E così è ancora oggi. Per mille motivi. Uno riguarda direttamente anche Allegri e il suo futuro, perché quando è stato confermato dopo la falsissima partenza (con percorso fallimentare in Champions) ed è stato pure nominato ministro unico dello sport dopo la rivoluzione di novembre, è stato anche stretto un patto: con la Juve in Champions nessuno avrebbe mandato via Allegri e Allegri non se ne sarebbe andato. Ma se questo risultato dovesse fallire, allora tutto potrebbe tornare in discussione. Sul fronte societario, forse più sul fronte dello stesso tecnico. Confermare Allegri sarebbe ribadire un'ovvietà: Calvo ha ragione e in casa Juve è effettivamente così, non solo perché la scadenza del contratto dice 30 giugno 2025. Ma è anche vero quello che dice Allegri: la stagione è ancora lunga e i conti si fanno solo alla fine.

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