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  • Juve ancora in Champions: ora Pirlo e Ronaldo sono 'problemi' di Agnelli, si rimangia il repulisti o...

    Juve ancora in Champions: ora Pirlo e Ronaldo sono 'problemi' di Agnelli, si rimangia il repulisti o...

    • ​Renzo Parodi
      ​Renzo Parodi
    Infine il salmo bianconero termina in gloria. Sarà ancora Champions League per Madama, vittoriosa (4-1) nella passeggiata di salute bolognese. Tre partite giocate in una oppure una in tre, a Bologna le orecchie tese ai risultati di Napoli e Bergamo e alla fine della rumba l’urto liberatorio dei ragazzi di Pirlo: il pareggio interno del Napoli col Verona vale una stagione. E ora come la mettiamo col tecnico preventivamente crocifisso e battezzato con le stimmate del perdente? E con Ronaldo (stasera confinato in panca) che per restare a Torino pretendeva di disputare il massimo trofeo continentale? Cavoli di Agnelli, se aveva già deciso per il repulisti generale ha di fronte due scelte: o si rimangia la grande purga oppure la calibra tagliando qualche ramo secco senza però rivoltare panchina e squadra come calzini vecchi. Nel frattempo sospirone di sollievo, in cassa pioverà una bella doccia di milioni e forse, dico forse, lo smacco della Superlega, seppellita nel pubblico ludibrio, troverà unguenti e carezze per stemperarsi nel ricordo e chissà pure nelle annunciate punizioni capitali dell’Uefa.

    Avesse affrontato l’intero campionato con lo spirito e la lucidità di gioco sciorinate al vecchio comunale bolognese probabilmente la Juventus sarebbe stata costretta a puntare le ultime speranze sulla roulette russa dei 90 minuti finali. Il Bologna è stato un onesto sparring partner ma già alla mezz’ora di gioco la sua fragile barca affondava sotto i colpi di Madama, gol di Chiesa quasi alla campanella d’avvio, raddoppio di Morata al 29’ e tripla di Rabiot allo scadere dei 45’. Nella ripresa, sigillo di Morata e gol della bandiera quasi ai titoli di coda del subentrato Orsolini.  Nessun episodio oscuro che comunque non avrebbe inciso sul risultato. Un gol annullato a Palacio, uno a Kulusevski per posizione chiara di offside.  Valeri ha trascorso una serata di relativo relax e le malelingue sono state costrette a rinfoderare fialette e pozioni velenose. Sarà per la prossima volta. 

    Sorpresa, sorpresona, sorpresissima all’uscita delle squadre dagli spogliatoi: Sua Maestà Crstiano Ronaldo si accomoda in panca. Scelta tecnica, “ha giocato cinque partite di fila e deve tirare il fiato”, spiega Paratici ai microfoni di Dazn. Morata-Dybala è la coppia di attacco, Kulusevski e Chiesa sono i guastatori sulle fasce, Rabiot e Danilo gli interni nel 4-4-2 di Pirlo che schiera Cuadrado, De Ligt, Chiellini e Alex Sandro nel pacchetto arretrato. Il Bologna indossa il consueto 4-2-3-1 con Palacio esterno a sinistra a Barrow punta centrale (si fa per dire, non beccherà un pallone).

    Pronti, via! Il cronometro compie cinque giri e Madama è già assisa sul trono: Morata sfonda a sinistra e di tacco serve Kulusevski, De Silvestri resta imbambolato a guardarlo effettuare il cross a beneficio di Rabiot, tiro corretto da Medel sulla traversa e Chiesa, rapace, si avventa per il tap in vincente: 1-0 Juventus.

    Pressing e contropressing, la squadra di Pirlo inizialmente fatica un po’ ad uscire pulita col gioco e si rifugia in qualche lancio lungo sulle punte, Morata dà di cozzo contro il granitico Soumaoro, Dybala guizza e incrocia gli spigoli di Medel, schierato al centro della difesa bolognese. Pressing e contropressing, dicevo: lì per i ragazzi di Mihajlovic sembrano prendere campo e coraggio ma è un fuoco di paglia, un paio di tiri dalla media distanza di Schouten facilmente assorbiti da Szczesny e parecchio calcio ruminato, innocuo per l’avversaria. L’illusione della rimonta sfuma alla mezz’ora. Diabolico dribbling e controdribbling in area di rigore felsinea di Dybala ai danni di Skov Olsen, un autentico gioco di prestigio pedatorio, e pallone scucchiaiato per il capoccione di Morata, lo spagnolo nel dubbio (8palla dentro? Palla fuori) ci mette la fronte e realizza il facilissimo raddoppio juventino. La Signora non è placata, ma gioca con il cervello: tiene molto bassi Cuadrado e Alex Sandro, si affida ai lanci lunghi e agli affondo di Kulusevski che spazzano via De Silvestri e giusto allo scadere del tempo, palla avanti-palla indietro sulla trequarti destra fra Chiesa, Kulusevski e Rabiot che scodella il 3-0. Match virtualmente terminato. Da Bergamo arriva la notizia che il Milan è avanti di un gol sull’Atalanta e dunque all’intervallo fra le tre principesse è il Napoli a restare fuori dal giardino delle fate. E così sarà anche a fine operazioni. Milan e Juventus in Champions, Napoli in Europa League. Così impara De Laurentiis a delegittimare quel galantuomo di Gennaro Gattuso.

    Ripresa. De Ligt, colpito duro alla caviglia destra, lascia a Bonucci. Gol lampo di Palacio, annullato, l’argentino era scattato in posizione di fuorigioco. Replica fulminea di Morata innescato da un lunghissimo rilancio del suo portiere, controllo e tiro di sinistra che Skorupski corregge nella propria porta. Sembra irregolare anche la posizione e dell’attaccante e invece no, Morata era partito giusto e dunque la Juve va avanti di quattro. Fine del match e inizio dell’accademia bianconera. Tirassegno di Chiesa e Kulusevski (nel frattempo Mihajlovic ha invertito le posizioni degli esterni di difesa, Tomiyasu passa a sinistra De Silvestri a destra), Madama gioca sul velluto, si diverte senonché le orecchie dei giocatori si appizzano a captare i risultati dei due campi che scottano. Alla panchina della Juve arriva la notizia che il Napoli è passato in vantaggio. Scoramento. Ma guai a far filtrare la notizia a quelli che sgambettano sul prato. Girandola di cambi (vi rimando al tabellino) e uno scampolo di gloria anche per Pinsoglio, l’eterno secondo di Szczesny. Pari del Verona!!! Esulta la panchina e la lieta novella tracima anche sul campo, portata da Bernardeschi che prima di subentrare a Danilo aveva saputo del vantaggio del Napoli. Kulusevski, benedetto ragazzo, segna un gol strepitoso con un fendente che s’infila da destra a sinistra nel sacco di Skorupski, peccato che il rosso svedese avesse ricevuto palla in posizione irregolare. C’è ancora tempo per il gol di Orsolini (subentrato a Skov Olsen) su assist al bacio dell’immenso Palacio e per un palo colpito da Dybala. Al fischio finale di Valeri tutti i ragazzi di Pirlo si raggrumano attorno alla panchina e all’annuncio del pari del Napoli esplodono di gioia come ragazzini in gita scolastica. Pirlo, lui, si è già dileguato, prigioniero dei suoi eterni pensieri.

    IL TABELLINO 

    Bologna-Juventus: 1-4 (primo tempo 0-3).
     
    Marcatori: 6’ pt Chiesa (J), 29’ pt Morata (J), 45’ Rabiot (J), 3’ st Morata (J), 40’ st Orsolini (B).
     
    Assist: 29’ pt Dybala (J), 45’ pt Kulusevski (J).
     
    BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Tomiyasu, Medel (13’ st Antov), Soumaoro, De Silvestri (23’ st Faragò); Svanberg, Schouten (35’ st Baldursson); Skov Olsen (12’ st Orsolini), Vignato (13’ Sansone), Palacio; Barrow. All. Mihajlovic.
     
    JUVENTUS (4-4-2): Sczcesny (23’ Pinsoglio); Cuadrado, De Light (1’ st Bonucci), Chiellini (13’ st Arthur), Sandro; Kulusevski, Danilo (22’ st Bernardeschi), Rabiot, Chiesa (13’ st McKennie); Dybala, Morata. All. Pirlo.
     
    Arbitro: Valeri di Roma.
     
    Ammoniti: 37’ pt Morata (J), 43’ pt Medel (B), 20’ st McKennie (B).

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