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  • CLAMOROSO Juve: la Procura chiede il rinvio alla Corte, il club vuole l'annullamento del -15. Attesa per il verdetto

    CLAMOROSO Juve: la Procura chiede il rinvio alla Corte, il club vuole l'annullamento del -15. Attesa per il verdetto

    • Redazione CM
    Quasi tre ore di udienza davanti al Collegio di Garanzia presso il Coni che dovrò decidere sul ricorso della Juventus contro la sentenza della Corte Federale d'Appello, che il 20 gennaio ha inflitto 15 punti di penalizzazione al club bianconero e inibito i suoi dirigenti. Il Collegio, presieduto da Gabriella Palmieri Sandulli e in quest’occasione a Sezioni Unite, è ora riunito in camera di consiglio. Dall'udienza sono emerse due posizioni diametralmente lontane: la Juve ha chiesto l'annullamento senza rinvio, mentre il procuratore generale Taucer ha suggerito, a sorpresa, proprio il rinvio alla Corte d'Appello per l'esistenza di una carenza di motivazione sulla sanzione che dovrà essere valutata in un nuovo processo". Atteso per domani il verdetto, la Camera è stata chiusa per la giornata di oggi, con l'uscita del giudice Sandulli che ha sancito lo slittamento: non arriverà oggi la decisione definitiva, la Camera di Consiglio si riunirà domani mattina per decidere se accettare totalmente, in parte o non accettare per nulla il ricorso della Juventus.

    ANNULLAMENTO SENZA RINVIO - Maurizio Bellacosa, avvocato della Juve, comincia con un durissimo intervento, nel quale parla di una "sentenza piena di errori, motivo per cui chiediamo l’annullamento senza rinvio alla Corte", poiché "sono stati violati principi basilari del processo sportivo". Bellacosa sottolinea poi che negli atti dell'inchiesta Prisma che hanno portato alla riapertura del processo plusvalenze per revocazione non ci sono riferimenti alle 15 operazioni contestate dalla Procura federale nel primo deferimento su cui tutto questo procedimento ancora si basa, ma "si parla solo di un contesto generico, tanto che la revocazione chiesta dalla Procura doveva essere inammissibile". L'avvocato prosegue chiedendo al Collegio se "davvero ci siano stati i fatti nuovi che per il Codice di Giustizia sportiva Figc potevano determinare l’ammissibilità della revocazione, visto che gran parte delle intercettazioni erano note già nei primi due gradi di giudizio che avevano portato all’assoluzione". Altro peso importante lo assume la modifica della contestazione rispetto al deferimento: "leggendo le motivazioni della Corte federale d’Appello abbiamo scoperto che ci veniva contestato un sistema fraudolento in partenza, fino a quel momento non ce lo aveva detto nessuno. È stato cambiato il thema decidendum, si parla di un illecito nuovo mai contestato prima, così come l’accusa di aver alterato il risultato sportivo". Citando poi le correzioni tra Juve e Marsiglia e l'affare Pjanic-Arthur, risultato lecito nei primi due gradi di giudizio e "citato otto volte nelle motivazioni", Bellacosa sostiene che "la Corte abbia rinnegato se stessa tra la prima sentenza sulle plusvalenze e la seconda post revocazione". Il legale poi sottolinea che al club, nel deferimento, venivano contestati solo gli articoli 31 e 6 del Codice di Giustizia sportiva e che non possa dunque essergli contestato oggi il 4 (mancata lealtà, ndr), evidenziando inoltre che nelle motivazioni l'articolo 6 manchi completamente, parlando anche di "contestazione di tipo soggettivo da parte della Corte". Sulla sanzione, conclude Bella cosa, c'è stata "una doppia reformatio in peius, sbagliata e inammissibile: nei primi due gradi di giudizio la Procura aveva chiesto solo un’ammenda per il club, ma dopo la revocazione si è passati a 9 punti, primo errore, che sono addirittura diventati 15 nella condanna della Corte. È tutto sbagliato. Siamo consapevoli che ci siano delle motivazioni che portano alla sentenza con rinvio alla Corte, ma ce ne sono almeno quattro per cui è giusto procedere con la cancellazione della sentenza senza rinvio, che è quello che chiediamo oggi in punta di diritto".

    REVOCAZIONE - Nino Paolantonio, altro avvocato della Juventus, evidenzia il contrasto tra il Codice di Giustizia Coni e quello federale in merito alle possibilità di rendere ammissibile un ricorso per revocazione come accaduto in questo caso. Per il Coni è possibile solo in caso di "errore di fatto" e non in virtù di "fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe portato una diversa pronuncia". L'avvocato bianconero sostiene che "il Codice Coni deve prevalere su tutti gli altri". L'avvocato della Juve Angelo Clarizia punta sull'inammissibilità della revocazione per la mancanza di fatti nuovi: "Non c’è nulla di nuovo non solo nei fatti ma anche nella condotta fraudolenta e dell’eventuale intenzionalità e sistematicità. Sono tutti termini presenti nel deferimento e nelle sentenze di primo e secondo grado". Sono intervenuti poi anche Nicola Apa e Flavia Tortorella, rispettivamente legali di Fabio Paratici e Federico Cherubini, che hanno ripreso rispettivamente il tema delle carte Covisoc e "mancata ostensione della nota da parte della Figc sia risultata illegittima", e l'impossibilità di revocazione anche a fronte di fatti nuovi "se non ci sono state sanzioni, come è avvenuto in questo caso".

    RINVIO - Ugo Taucer, procuratore generale dello sport, chiude: "L’operato della procura federale è stato corretto ed è stato percepito dalla Corte federale d’Appello nella revocazione. Le argomentazioni sentite oggi non colgono il punto e mi pronuncio per il respingimento del ricorso. Ma sull’articolo 4 temo che un profilo di fondatezza sulla parte dei punti di penalizzazione ci sia una carenza di motivazione che deve essere apprezzata e valutata in un nuovo giudizio".

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