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  • Juve, con la Uefa la battaglia più importante: in ballo i soldi salva-bilancio e per il mercato

    Juve, con la Uefa la battaglia più importante: in ballo i soldi salva-bilancio e per il mercato

    • Tramacere, inviato a Nyon
    La Juventus ha sorriso molto negli ultimi giorni sia tramite il campo, dove ha conquistato l'accesso alle semifinali di Europa League, ma anche e soprattutto fuori dal rettangolo di gioco dove la sentenza del Collegio di Garanzia del Coni ha rimesso in gioco, momentaneamente e in attesa di un nuovo giudizio della Corte d'Appello della Figc, i 15 punti di penalizzazione che avevano fatto precipitare i ragazzi di Massimiliano Allegri in classifica. Oggi il terzo posto garantirebbe l'accesso alla prossima Champions League, un traguardo che sarebbe inoltre raggiungibile anche attraverso la vittoria della seconda competizione per club più importante d'Europa. Proprio però con la Uefa si dovrà giocare entro la fine dell'anno la battaglia più importante. 



    LA MINACCIA DI CEFERIN - A Nyon, infatti, la situazione della Juventus è ampiamente sotto esame. Il club aveva sottoscritto per la stagione 2021/22 e per le tre stagioni successive, un settlement agreement con multa da 3,5 milioni di euro e un'ulteriore sanzione già programmata da 19,5 milioni di euro nel caso in cui gli accordi non venissero rispettati. L'obiettivo era quello di rientrare dalla grande situazione debitoria riscontrata in seguito agli anni legati alla pandemia, ma lo stesso accordo è sotto esame poiché i bilanci presi in esame all'epoca altro non erano che quelli finiti poi sotto inchiesta sia da parte della Procura della Repubbblica di Torino e, di conseguenza, da parte della Procura della Figc. Una minaccia che si lega e si percepisce anche nelle parole del presidente Aleksander Ceferin, che nei giorni scorsi in un'intervista concessa in Slovenia dopo la sua rielezione, si pronunciò così sul caso: “La storia della Juventus doveva finire come è finita, perché era tutto sbagliato”. 

    IN BALLO OLTRE 50 MILIONI - I rapporti fra il numero 1 della Uefa e la Juventus, è noto, sono compromessi da tempo, dalla rottura legata alla scelta di Andrea Agnelli di lanciare il primo progetto Superlega (mai realmente morto) nel momento stesso in cui giocava un ruolo di rappresentanza attiva in Eca e quindi con la Uefa. Eppure questa minaccia extra-campo rischia di condizionare pesantemente il futuro del club. Nel caso in cui riuscisse a qualificarsi alle prossime competizioni, gli sarà permesso di prendervi parte? Ci sarà un procedimento immediato entro il 30 giugno o si aspetterà l'esito definitivo dei processi italiani? Una domanda la cui risposta cambierà i progetti economici e sportivi del club. Gli oltre 50 milioni di introiti che la Champions League garantisce (come minimo, Milan e Inter ad esempio quest'anno sforeranno quota 90 milioni) spostano gli impatti economici del fatturato, concedono margine operativo sul mercato, garantiscono la possibilità di giostrare con più libertà sul costo della rosa e del personale (uno dei dati da tenere d'occhio in chiave Fair Play Finanziario). Insomma condizionano e condizioneranno tanto nell'immediato e per il futuro, ed è per questo che quella con la Uefa, è la battaglia più importante per i colori bianconeri
     

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