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  • Juve:|Conte aspetta il jolly Anelka

    Juve:|Conte aspetta il jolly Anelka

    Nicolas Sebastien Anelka, 34 anni il prossimo 14 marzo, ex star del calcio mondiale e da un anno abbondante ricco emigrato in Cina. All’autografo su un contratto di sei mesi da 600.000 euro, con premi e cotillon, manca solo il transfer della federazione cinese (via Fifa): se tutto filerà spedito, la pelata di Anelka potrebbe già spuntare stasera in tribuna allo Juventus Stadium, per poi fare le visite mediche, domani. Altrimenti, l’atterraggio verrà spostato solo di qualche giorno, la prossima settimana. Per il momento, Antonio Conte dovrà farsi bastare il consueto arsenale, nel quale riavrà Vucinic, non Pirlo.  

     
    Sbucata fuori per ultima, pure perché altre vie s’erano rivelate sbarrate, la strada per Anelka è risultata subito spianata: il francese, al contrario di Drogba, aveva infatti già in mano i documenti di divorzio dallo Shanghai Shenhua, che aveva pagato in ritardo anche lui. La Juve ha annodato la trattativa una settimana fa, sfumata l’opzione Drogba, suo compagno a Shanghai, e diventato ripido il sentiero per Lisandro Lopez. Anche se poi, per l’argentino del Lione resterebbe uno spiraglio: se mai l’Olympique accettasse il prestito, la Juve potrebbe importare pure lui e, in quel caso, contrattare la cessione di Quagliarella (con la Fiorentina). Un incastro ovviamente molto, molto difficile, per il numero di variabili e i tempi ridotti alla chiusura delle trattative. 
    Per la locandina basta e avanza il nome di Anelka, che ha incendiato sul web l’interesse dei tifosi, non tutti convinti della scelta, anzi. La Juve lo è, invece, per aver rispettato l’identikit: un giocatore bravo, con esperienza internazionale, data di scadenza e con prezzo non troppo deluxe. Tutte caratteristiche presenti, visto che ai 600 mila euro di ingaggio potranno essere aggiunti premi alla dodicesima presenza (200 mila euro), per lo scudetto (altri 200 mila), e per la vittoria della Champions (300 mila).  
     
    Prezzo modico rispetto alle richieste di Drogba. Come pure è radicalmente diverso il profilo del giocatore. E qui comincia la scommessa bianconera, partendo da una forma fisica tutta da verificare: sull’uscio dei 34 anni, e un mese di comodo campionato cinese, pure vissuto da allenatore-giocatore. Se può confortare, fino al 17 gennaio Anelka s’è allenato con il Paris Saint Germain, da dove è arrivata la referenza di Carlo Ancelotti: «Grande giocatore, grande professionista, uno dei più seri che abbia mai avuto». Diciamo che, in carriera, l’attaccante non ha sempre avuto tali lettere di presentazione. Anzi, in una vita da precoce fenomeno, a 17 anni nel Psg, due più tardi nell’Arsenal, Anelka ha finito per mischiare i piedi di un dio con la testa di un diavolo. Non si frequenta per caso il jet set del calcio europeo, dal Real al Chelsea, passando per Manchester City e Liverpool, ma neppure si cambiano squadre come paia di scarpe. Il talento non si discute, il carattere sì, anche se Ancelotti e Villas Boas raccontano di una dedizione da primo della classe. 
     
    Però non paiono le solite chiacchiere da giornalisti, i pesanti insulti al ct della Francia Raymond Domenech, nell’ammutinamento del Mondiale 2010. Che poi Raymond non sia tipo particolarmente simpatico, è altro discorso. Di certo, Anelka ha tante volte pigiato sul gas delle parole: «La storia del 2010? Tutta un’invenzione, colpa dei giornalisti e dell’invidia. In Francia, se le cose vanno male è colpa dei neri, dei maghrebini e dei musulmani». E ancora: «La Marsigliese? Se mi avessero obbligato a cantarla, me ne sarei andato». Dopo il 2010, dalla Nazionale lo bandirono davvero (18 giornate). Alla Juve bastano però sei mesi di uno che, se vuole, sa giocare a pallone come pochi. 


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