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  • Juve, Kean delude: cosa sta succedendo tra le parole di Nedved e l’idea di Allegri

    Juve, Kean delude: cosa sta succedendo tra le parole di Nedved e l’idea di Allegri

    • Daniele Longo
      Daniele Longo
    L’attacco della Juventus che verrà è ancora tutto da scoprire. L’unica certezza di Massimiliano Allegri per la stagione 2022/2023 si chiama Dusan Vlahovic anche se quest’ultimo anche ieri contro il Genoa è parso molto corrucciato al momento della sostituzione. Dybala sa già da tempo che andrà via, Bernardeschi è un’incognita con quel contratto in scadenza, per Morata si cercherà di ottenere uno sconto dall’Atletico. Il vero problema bianconero resta Kean, protagonista di un errore incredibile al 93’ sul risultato di 1-1 quando non è riuscito a centrare la porta ormai sguarnita dal dischetto del rigore. L’attaccante azzurro ha l’obbligo di riscatto dall’Everton fissato a 28 milioni che si vanno ad aggiungere ai 7 del prestito e ai 3 di bonus. 

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    LA SITUAZIONE - Pavel Nedved era stato molto perentorio nel prepartita sull’argomento Kean: "Perché non posso chiedergli i gol di Ronaldo? 25, non 35: ha un grande potenziale e se gioca vicino alla porta sa segnare - ha detto a Sky - Io gli chiedo molto, il prossimo anno ci aspettiamo che i nostri attaccanti segnino di più perché è lì che siamo mancati”. Dichiarazioni che evidenziano quanto la Juve sia delusa dall’apporto da Kean. Allo stato attuale, nonostante qualche tentativo con club tedeschi, è quasi impossibile trovare una soluzione per una cessione a titolo definitivo del classe 2000. Allegri non è così convinto che Moise possa diventare un valore aggiunto in futuro, l’obiettivo è quello di trovargli una soluzione anche con la formula del prestito con diritto che diventa obbligo al verificarsi di determinati obiettivi. Il Psg aveva mostrato un certo interesse per un ritorno nella capitale francese ma non ha ancora approfondito il discorso. Il problema della valutazione resta ed è importante, la Juventus non può permettersi delle minusvalenze. Ecco perché Cherubini è chiamato a lavorare a un’altra missione molto difficile sul mercato.

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