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  • Juve, l'addio a Villar Perosa un piccolo sacrilegio: così si cancella il passato

    Juve, l'addio a Villar Perosa un piccolo sacrilegio: così si cancella il passato

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Nell’anno del centenario della famiglia Agnelli alla guida della Juventus mancare l’appuntamento di Villar Perosa è un piccolo sacrilegio laico. Eppure per la prima volta da molto tempo - fatta eccezione per il 2020, l’anno della pandemia - quella méta non sarà contemplata nella geografia del precampionato bianconero. Cos’era Villar Perosa? E’ un piccolo paese della Val Chisone, a quasi cinquecento metri sul livello del mare, dove la famiglia Agnelli amava trascorrere parte della villeggiatura.

    Chiuderla con l’amichevole tra la prima squadra e la formazione B era una sorta di omaggio ai patriarchi che a Villar avevano eretto anche la tomba di famiglia.
    Più che una partita era una scampagnata. Perché, in genere, la gara finiva con una pacifica invasione di campo tra il 5’ e il 10’ della ripresa. Meno di un allenamento. Tuttavia era l’occasione per un abbraccio collettivo con i giocatori, l’allenatore e i dirigenti, una sorta di happening gioioso e scapigliato.

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    Villar forse da domani resterà un ricordo, sostituita da un più ordinato allenamento a porte aperte nello Stadium. Oggi sono attesi ventimila spettatori, lo stesso numero abituato a salire fino a lassù, ingresso gratuito, entusiasmo assicurato. Ma lo Stadium è il luogo delle partite, non la culla della nostalgia, i posti dove sono transitati l’Avvocato e il Dottore, abituati a farsi presentare i giornalisti, ad uno ad uno, anche per parlare d’altro. Di economia, finanza, politica o, più semplicemente, di vita. Tutto cambia e tutto finisce. Anche se chiudere così, apparentemente senza una ragione, è un colpo alla memoria. 

    Udinese - Juventus (20:45 20/08)

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