Juve, l'urlo di Agnelli è un segnale di resa
QUANDO PARLA – Quest'ultimo punto è tutt'altro che scontato, anche se potrebbe sembrarlo. Dopo una partita, Agnelli, non interveniva dall'ormai lontanissimo 7 agosto 2020: la Juve era appena stata eliminata dal Lione agli ottavi di Champions, il discorso di fine stagione del presidente bianconero era arrivato sostanzialmente a dare il benservito a Maurizio Sarri, nella testa di Agnelli c'era già il ritorno di Allegri poi stoppato da Fabio Paratici. Così come nella stagione precedente dopo l'uscita ai quarti con l'Ajax, si era presentato Agnelli per confermare Allegri per quanto poi sia andata a finire in maniera diversa. E riavvolgendo il nastro, gli interventi a fine partita del numero 1 della Juve erano sostanzialmente arrivati quasi come una tradizione dopo l'ultimo atto di Champions. Ecco, anticipare questo momento dopo averlo saltato negli ultimi due anni fa capire anche come per la Juve questa sconfitta possa equivalere ad un segnale di resa. Anche se in questo momento gli unici a pagare sembrano essere solo i tifosi. Perché quando è colpa di tutti, poi finisce per non essere colpa di nessuno.