Juve, Rabiot è un caso aperto. E intanto Emre Can trascina il Borussia Dortmund
DA CASO A LEADER - Negli ultimi mesi della sua esperienza italica Can era diventato un caso: ignorato da Sarri, a fine gennaio, era il 30, è stato ceduto al Dortmund in prestito. Il club tedesco ci ha poi messo meno di 20 giorni a scegliere di puntare a tutti gli effetti su di lui. Il 18 febbraio è infatti arrivato l’annuncio del riscatto: alla Juve 25 milioni con plusvalenza netta di 12,4 milioni. Can non aveva spazio in bianconero, considerato da Sarri tra le ultime alternative, insieme a Pjaca. Fuori anche agli ottavi di Coppa Italia, a metà gennaio. Una gestione titubante, quella del tecnico. A marzo, interrogato da Kicker sull’addio alla Juve, il tedesco spiegava: “Volevo tornare nuovamente a giocare a calcio. Sarri mi ha escluso dalla lista Champions con una telefonata di 20 secondi, poi mi ha negato ogni possibilità”. E’ passato qualche mese, Emre Can oggi trascina il Borussia Dortmund, di cui è già diventato poliedrico leader. La Juve, invece, è alle prese con un nuovo, spinoso, caso.
QUESTIONE DI SCELTE - Parliamo di Adrien Rabiot, chi se non lui. Rientrato a fatica nei ranghi, dopo la quarantena dorata in Costa Azzurra, che ha contribuito ad alimentare una tensione con il club ancora molto forte. La società non ha gradito alcuni comportamenti (come il ritorno tardivo in Italia), e Adrien, in campo, non ha fatto niente per farle cambiare idea. Mamma Veronique è già al lavoro per trovare all’amato figlio una nuova sistemazione, mentre la Juve, che se ne libererebbe volentieri, lo ha proposto al Manchester United nei discorsi per Pogba. Rabiot è un caso aperto, frutto di un investimento (7 milioni netti di ingaggio a stagione) oneroso e poco azzeccato, ma la Juve a gennaio ha scelto di sacrificare Emre Can, che intanto in Germania segna e convince. Una decisione che, ad oggi, si sta rivelando sbagliata.