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  • Barcellona: il cammino verso il trionfo di Berlino

    Barcellona: il cammino verso il trionfo di Berlino

    Un passo dopo l'altro, il capolavoro di Luis Enrique. Anche il cammino di Champions rispecchia perfettamente l'evoluzione e la crescita del Barcellona di questa stagione, con i blaugrana passati dall'essere una squadra ormai destinata a chiudere un ciclo schiacciata dall'eredità del tiki-taka di Guardiola all'essere una formazione imbattibile e destinata nuovamente a dominare per anni. Partenza lenta, poi progressione impressionate: tutte le grandi d'Europa si sono dovute inchinare.

     

    LA FASE A GIRONI – Ci sono due Barça. Quello sperimentale che supera di misura l'Apoel con uno striminzito gol di Pique e poi cade a Parigi col Psg (3-2) per colpa di troppi black-out difensivi. E poi quello che si sblocca e non si ferma più, con un super Messi a trascinare la banda: in sequenza arrivano quattro successi netti contro Ajax (3-1 al Camp Nou e 0-2 all'Amsterdam Arena con il debutto di Suarez), Apoel Nicosia (0-4 in Cipro) e Psg (3-1 a Barcellona). Il tutto in un contesto che vede Luis Enrique far scendere in campo la bellezza di 21 giocatori, più o meno distribuiti in maniera equa con i soli Ter Stegen, Messi e Neymar sempre titolari.

     

    CITY SENZA SCAMPO – Il sorteggio non è mai benevolo per il Barcellona, che a partire dagli ottavi pesca sempre il peggiore avversario possibile almeno sulla carta. Anche se a conti fatti sono le avversarie del Barça ad aver trovato l'abbinamento impossibile. Agli ottavi è il Manchester City a crollare sotto i colpi di un Barcellona ormai tornato inarrestabile: Suarez respira aria di Premier e si scatena con una doppietta, Aguero accorcia e Messi fallisce il colpo del ko dal dischetto a tempo scaduto. Niente di grave, al Camp Nou il Barcellona dimostra di sapere anche soffrire, vincendo 1-0 grazie alla rete di Rakitic e soprattutto a rigore respinto da Ter Stegen ad Aguero che avrebbe potuto riaprire il match a poco meno di un quarto d'ora dal 90'.

     

    PSG, LEZIONE IMPARATA – Il primo ko del Barça in questa Champions è firmato Psg, una lezione imparata alla perfezione dal gruppo di Luis Enrique. Al Parco dei Principi è domino totale, Neymar e Suarez (doppietta) archiviano la pratica in meno di 80 minuti, l'autorete di Mathieu non serve per scalfire le certezze blaugrana. E anche al ritorno è solo Barça, basta un tempo per spegnere le residue illusioni del Psg con Neymar che trova la doppietta del 2-0.

     

    PEP, SENZA RANCORE – L'esaltazione totale arriva infine in semifinale. L'urna regala il Bayern Monaco di Pep Guardiola, falcidiato dalle assenze ma anche unico vero avversario di un Barcellona che settimana dopo settimana cresce e migliora, praticamente una finale anticipata. Ed al Camp Nou è trionfo totale, il Barcellona domina ma non riesce a sfondare fino a quando non si sblocca Messi e il Bayern non si rialza più: la Pulce sblocca al 77' su assist di Dani Alves, tre minuti dopo segna il gol dell'anno che fa il giro del mondo dopo aver fatto girare la testa a Boateng, al 94' Neymar stacca il biglietto per Berlino ancora su assist di Messi. A Monaco di Baviera tutto appare una formalità: Benatia non fa in tempo ad illudere il gruppo di Guardiola che Suarez e Neymar confezionano l'uno-due che rende poco più che un'esibizione la restante ora di match, per la cronaca finito 3-2 con le reti di Lewandowski e Muller. Ma questa volta è Pep ad andare a scuola da Luis Enrique.  


    Nicola Balice
    @NicolaBalice


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