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  • Juvemania, Bosco: Inter, ce la giochiamo

    Juvemania, Bosco: Inter, ce la giochiamo

    LA SIGNORA OMICIDI - La stavamo aspettando da mesi. E finalmente la Signora Omicidi si è appalesata. Sorpassa in tromba la Roma, si appropria del quarto posto a due punti da Napoli e Fiorentina. E (sempre) a sei dall'Inter. Dopo la gara allo Stadium, quella per il campionato, sarà un'altra corsa. Perché il motore di Madama ha ancora cavalli da spendere. E perché l'Inter - meritatamente capolista - non sempre troverà avversari, talmente presuntuosi da pensare di poter fare loro “la partita“, come l'Udinese ha fatto al Friuli. Oggi la Juve, nonostante sia quarta,  appare la vera concorrente di un'Inter che non si potrà più nascondere. Sono da scudetto e come tali troveranno - da adesso in poi - le difficoltà che competono a quelli che ambiscono al triangolino tricolore. Juve  con il carattere dei tempi belli. Solo una squadra con grandi attributi poteva - sotto di un gol per un rigore (penalty per un dettaglio) dopo tre minuti -  ribaltare partita e risultato. La Fiorentina dallo scontro diretto, esce un poco ridemensionata. Così, come al dunque, ridimensionate escono Napoli e Roma, inchiodate da un pareggio che ha favorito l'allungo dell'Inter. Ma la corsa è lunga. La corsa prevede montagne, arrivi in salita: l'Inter dovrà dimostrare di saper reggere, la sagoma ormai minacciosa - alle sue spalle - dell'inossidabile Vecchiaccia. L'Inter ci sta provando, ma scucire lo scudetto a quelli là sarà una impresa titanica. Perché, quelli là, stretto il patto dello spogliatoio, chiarito quanto c'era da chiarire con il timoniere, hanno preso il vento. E adesso il brigantino è tornato a filare, spaccando con la prua le onde. 

    UN CAPO DI 22 ANNI - E' una Juventus diversa, quella  vittoriosa con la Fiorentina. Una Juventus che sul campo si sta mettendo a disposizione di un “ capo“ di 22 anni. Dybala si è presa definitivamente la Juve. Lo ha capito Morata, lo ha capito Pogba, lo hanno capito i vecchi bucanieri della difesa. Lo ha capito la “bestia“ croata. E del resto come fai a non seguire il bimbo dagli occhi di ghiaccio, che corre, contrasta, difende, sforna assist e alla fine di una domenica bestiale (per quanto ha pedalato) ha ancora la forza, di seminare come  birilli gli avversari facendo un gol da favola ? Questa è la Juve di Dybala. Tutti i compagni lo hanno aiutato a crescere. Allegri alla fine ha capito che baby face è indispensabile . E lui Dybala ha risposto offrendo aiuto e assistenza a tutti. Raccogliendo l'eredità (pesante) di Tevez e diventando il prediletto dei tifosi. Con quella faccia da studente di Harvard, quegli occhi che non sbattono mai, quella “garra“ che solo certi argentini possiedono. 

    IL CROATO “ GIUSTO “ - In tanti, nelle scorse settimane aveva parlato del “croato sbagliato“: Mandzukic. Quello che remava alla ricerca del gol e di se stesso e che comparato al “croato giusto“, Kalinic, perdeva per tre set a zero e tutti a casa. Ma chi un poco conosceva Mandzukic sapeva che quel tipo (che se lo incontri di notte, alzi le mani, gli dai il portafoglio e te ne vai a testa bassa senza emettere un fiato) di gol ne ha sempre fatti.  Alla Mandzukic: arrivando dove nessuno, in acrobazia, è in grado di arrivare.  Ha segnato anche  Cuadrado: per la serie “o famo strano “. E' il secondo dopo quello nel derby. Al netto del pallonetto vincente, la gara di Cuadrado è stata solida. Di sacrificio quando doveva difendere su Alonso. Gli altri ? A me è apparsa strepitosa la gara di Evra. Sereno nello spendere tutto quanto un campione come lui aveva da spendere. Sapendo che al momento della sostituzione sarebbe entrato uno con i missili nei muscoli: Alex Sandro. Basta dargli la palla in movimento, poi ci pensa lui ad avvolgere di polvere chi prova a rincorrerlo. E mi è piaciuto Pogba: senza gol ma con tanta sostanza. Come deve fare una mezz'ala. Saggia la gara di Marchisio e dei tre monumenti in difesa. Buffon non ha avuto lavoro. Khedira tatticamente è un fattore anche se gioca sottoritmo. Troverà in un paio di settimane anche la condizione. E Allegri? Acciughino ha preparato bene la partita, tenendo lontani i palleggiatori viola, contenendo Kalinic e il temuto Berna. Che si è procurato il rigore, ma complessivamente ha fatto meno di quanto solitamente gli riesce. Merito dei vecchi filibustieri che hanno solcato mari, ascoltato le sirene senza finire sugli scogli, affondato vascelli e depredato città. Resta il gioco dei viola: eccellente. Una squadra la Fiorentina, bella, ma ancora “tenera“. Si “farà“.  

    LA SINDROME DI LO BELLO - Orsato è un bravo arbitro. Che ha tenuto in pugno una gara (corretta) ma nella quale ha ritenuto di sventolare sette cartellini: quattro ai viola e tre alla Juve. E va bene, va bene anche il cipiglio alla Lo Bello. Va bene la sua capacità di consultarsi con gli assistenti e fidandosi di loro. Va bene anche il rigore dopo tre minuti: contatto veniale, ma come diceva il grande Boskov “rigore è quando arbitro fischia“. Va bene tutto. Tranne una cosa: Mandzukic che vola in area viola, cravattato da Borja Valero, non fa una simulazione. Era fallo ed era rigore. E con il rigore, per doppio cartellino, l'inevitabile espulsione. E' finita egualmente in gloria per la Juve. Meglio così: meglio essere in credito. Eupalla dispettosa prima ha fatto soffrire il popolo bianconero. Poi assieme al dessert ci ha messo pure il grappino. Di uva barricata.  

    RICORDATE DINO SANI? - Il mercato di gennaio ormai frigge. E alcuni giocatori della Juve sono sotto i riflettori. Pogba, eternamente in uscita. Da un paio di settimane anche Dybala, oggetto del desiderio di Barca e Real. Poi c'è Rugani, altro giovane per il quale c'è la fila. Inutile che agenti e media si agitino: la Juventus (per ora) quei tre non li vende. Cosa serva alla Juve, lo sto scrivendo da mesi: un regista. I nomi sono i soliti (Gundogan, Banega, Sensi) con l'aggiunta di Soriano, che regista non è, ma che potrebbe servire. I problemi in casa Juve si chiamano Khedira con i suoi muscoli di cristallo. E Asamoah le cui “ricadute“ sono preoccupanti quanto quelle del tedesco. Quindi, in mezzo al campo serve far legna. Meglio se il prescelto sarà un regista. Perché un regista può cambiarti la vita. Anni  Sessanta; il Milan aveva preso un gran centravanti che arrivava dal Chelsea: Jimmy Greaves. Uno che si presentava agli allenamenti in Jaguar e che - inglese fino al midollo - aveva difficoltà ad integrarsi. Nel Milan e nel modo di vivere italiano. Prima di una gara con la Juventus sclera negli spogliatoi e viene messo fuori squadra, successivamente ceduto al Tottenham.  Al suo posto arriva un brasiliano. Una mezz'ala euclidea: Dino Sani. Un giocatore che sembrava più vecchio di quanto non recitasse la sua carta d'identità e che sembrava lento. Sembrava: in realtà Sani era velocissimo nel pensare calcio. Giocava corto e di prima. Ma soprattutto dove atterrava la palla, là c'era lui: una calamita. Un architetto dalle perfette geometrie. Il Milan che si affidava alle invenzioni del giovane Rivera, trovò in Sani l'uomo giusto per dare equilibrio ai reparti. Rivera, il fratello maggiore con cui dialogare ed imparare. Inutile girarci attorno: il profilo perfetto per la Juve è quello di Gundogan. Tocca a Marotta intavolare la trattativa e aprire il portafogli. Gundogan costa caro. Ma il suo arrivo darebbe altra dimensione alla stagione della Juve. Non fosse possibile, io dirotterei su Sensi. Uno che come “tipologia“ (fatte le debite proporzioni) assomiglia a Sani e a Gundogan. Sensi non ha esperienza, direte. Vero, la B è altra cosa, rispetto alla serie A. Ma Sensi è uno che gioca di prima, che gioca corto e che come un rabdomante, sa dove finirà il pallone. 

    CHE GOLDANIGA! - Il destino scritto nel nome:  Goldaniga. Con una manciata di presenze, il giovane difensore girato dalla Juventus al Palermo nell'ambito dell'affare Dybala è già al secondo gol. Ma soprattutto, Goldaniga ha impressionato per la capacità di tenere il campo con autorevolezza. Ignoro quale sia la sua “posizione“ contrattuale. Ma non sarebbe male se la Juve si fosse assicurata il diritto di recompra. O per lo meno un accordo sulla parola. In ogni caso sui giovani, Paratici è sempre vigile. Per una settimana la Juventus avrà in prova un diciassettenne che arriva dalla Finlandia: Kairinen.  Un  metronomo che si allenerà con la Primavera di Grosso, fino a venerdì. Considerata la provenienza dovrebbe essere un giovanotto con la “cultura“ dello sport. Il suo paese ha sfornato, storicamente, in ogni disciplina, ottimi atleti.   

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