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  • Juventus, ecco il nuovo business plan: Champions fissa e taglio dei costi. Ma non sarà necessario vendere i big

    Juventus, ecco il nuovo business plan: Champions fissa e taglio dei costi. Ma non sarà necessario vendere i big

    • Redazione CM
    Nei prossimi tre anni i dirigenti della Juventus avranno un compito molto complicato, ovvero rimettere a posto i conti e, allo stesso tempo, far crescere e consolidare la competitività sportiva e il marchio. Come riporta La Gazzetta dello Sport, il percorso e gli obiettivi sono contenuti nel business plan con vista sul 2026-27, che si basa sulla presenza fissa dei bianconeri in Champions League. Senza le coppe, il cui impatto negativo diretto è stato quantificato in complessivi 115 milioni, il bilancio al 30 giugno 2024 chiuderà con una perdita stimata tra 150 e 200 milioni. L’aumento di capitale da 200 milioni serve proprio per fronteggiare i danni delle sanzioni derivanti dalle inchieste sui conti.

    CI SARA' MERCATO - Ma non solo, serve per ripartire. Secondo La Gazzetta dello Sport i 127 milioni anticipati da Exor sono andati per colmare l’assenza dalle competizioni Uefa e per saldare i debiti di precedenti acquisti di calciatori, mentre i restanti 69 milioni serviranno per «finanziare il fabbisogno finanziario totale netto del gruppo per i 12 mesi successivi alla data del prospetto stimato in circa 48 milioni e per la restante parte per ridurre il livello di indebitamento finanziario non corrente». La società non dà ulteriori dettagli, ma i 48 milioni di fabbisogno dei prossimi 12 mesi comprendono l’esborso netto programmato per la campagna trasferimenti dell’estate 2024. 

    ALTRI SOLDI - La Juventus per l’estate ha pianificato un margine di manovra di qualche decina di milioni per rinforzare la rosa, al netto delle cessioni. La qualificazione al Mondiale per club, non inserita nel business plan, inevitabilmente consolida quel margine. Tutto questo a due condizioni: un posto nella prossima Champions League e il taglio del costo del personale tesserato. Nella testa del management, si tratta di continuare il lavoro fatto negli ultimi anni. Dopo essersi liberata dei contratti onerosi dei vari Di Maria, Bonucci e Paredes, la Juventus a giugno dirà addio ad Alex Sandro e Rugani, senza dimenticare l’imminente interruzione del rapporto con Pogba.

    LA GESTIONE DEI GIOVANI IN PRESTITO - Sarà cruciale la gestione dei giocatori in prestito. Il solo Arthur pesa per 16 milioni annui d'ammortamento. Lazio ha l'obbligo di riscatto per Pellegrini e Rovella, mentre De Winter, Soulé, Barrenechea, Kaio Jorge, e Huijsen, attualmente in prestito, rappresentano potenziali incassi da reinvestire o sostituzioni in prima squadra a basso costo

    PARAMETRI UEFA - Nel 2024-25, con Champions e Mondiale per club, i ricavi caratteristici saliranno ben oltre i 400 milioni, mentre gli stipendi dei tesserati, già in calo a 240-245 milioni nel 2023-24, dovranno scendere ancora: si prevede una forte riduzione del rosso al 30/06/2025. A regime il costo della rosa - la somma di ingaggi prima squadra/staff tecnico, ammortamenti e commissioni agenti - dovrà essere in linea con lo squad cost ratio dell’Uefa, cioè il 70% delle entrate complessive. Sul lato dei ricavi caratteristici l’aspettativa è di posizionarsi, in media, tra 400 e 430 milioni. I diritti tv cresceranno di qualche punto percentuale, mentre le sponsorizzazioni sono segnalate in leggera contrazione. 

    CESSIONI NON NECESSARIE - Nel business plan non è contemplata la monetizzazione dell’attività digitale che ha portato la Juve a essere il primo brand italiano in assoluto sui social, con 165 milioni di follower di cui il 92% stranieri. I proventi del player trading sono previsti in media più bassi dei 70 milioni registrati nel 2022-23. Ipotizzando, a regime, un fatturato di 450-475 milioni (incluso il calciomercato), la Juve potrebbe spenderne 320-330 per la gestione della rosa (il 70% dell’Uefa), cioè circa 50 milioni in meno di quest’anno. Le maxi-cessioni - scrive La Gazzetta dello Sport - non sono escluse ma in una logica di opportunità e reinvestimenti: non v’è la necessità in estate di vendere gioielli come Vlahovic.

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