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  • Juventus, la stellina Compagnon si racconta a 360 gradi

    Juventus, la stellina Compagnon si racconta a 360 gradi

    Mattia Compagnon è uno dei giovani più interessanti in forza alla Juventus under 23. Il classe 2001 si sta mettendo in grande luce in questa stagione con 7 gol e tante prestazioni di alto livello. Ecco alcuni passaggi dell’intervista esclusiva rilasciata a Juventusnews24.com: 

    Facciamo prima un salto indietro. Quali sono state le tappe da bambino prima del salto all’Udinese?

    «Ho iniziato prima nella squadra del mio comune, l’Aurora Buonacquisto. Ho fatto 4 anni al Moimacco e dopo sono passato all’Udinese. Sono rimasto per 8 anni, poi c’è stata un’esperienza di sei mesi al Potenza, in cui sono cresciuto molto soprattutto caratterialmente grazie al mister Eziolino Capuano. A gennaio 2021, poi, sono venuto alla Juventus».

    A 11 anni, come detto, il passaggio in bianconero che ha segnato la parentesi più importante della tua carriera nel settore giovanile. Cosa ha rappresentato per te l’Udinese?

    «È stata una tappa fondamentale per me. Sono arrivato che avevo 10 anni e sono andato via che ne avevo 18: lì ho capito che il calcio è la mia vita. È il posto in cui sono cresciuto maggiormente».

    Perché hai scelto Potenza come prima tappa tra i professionisti?

    «Ho scelto Potenza perché fino ai 18 anni sono rimasto a Udine, quindi per fare quello step nei professionisti volevo andare via di casa, il più lontano possibile. Ho avuto questa opportunità in cui mi sono subito trovato bene, non ho avuto problemi di nessun tipo. Sono riuscito subito a dimostrare chi sono».

    La Juventus è diventata realtà nel gennaio 2021. Che ricordi hai di quella chiamata da parte dei bianconeri? Cosa ti ha impressionato di più nell’impatto con la nuova realtà?

    Mi ricordo che era prima di Natale, o prima di Capodanno, e ho ricevuto questa chiamata dal mio procuratore. Ero a casa con la mia famiglia ed è stato un giorno fantastico. Dopo quella telefonata c’è stato un mese di trattativa, è stata un po’ lunga però poi alla fine si è conclusa e a fine mercato sono arrivato a Torino. Anche qui mi sono ambientato subito bene: ho trovato dei compagni di squadra fantastici, le strutture non hanno eguali e quindi tutto mi ha permesso di ambientarmi nel miglior modo possibile».

    2 reti i primi 6 mesi a Torino, quest’anno invece sei a quota 7 marcature totali. Sei il capocannoniere solitario della squadra, ci pensi ogni tanto? E che valore dai, a livello personale, ai gol?

    «I gol per me sono la cosa più importante, il coronamento di tutta la settimana in cui mi alleno. Mi preparo per quella sensazione e per quel tipo di risultato. È la cosa più bella e importante che ci sia. Io ho un obiettivo: arrivare in doppia cifra, e spero che con i gol riesca ad aiutare la squadra ad arrivare più avanti possibile nei playoff».

    Sei anche tra i giocatori che più spaccano le partite subentrando dalla panchina. Questo è sinonimo di grande forza mentale…

    «È sempre più bello iniziare dal primo minuto chiaramente, però a me non cambia entrare dal primo minuto o al 60′. L’obiettivo è sempre quello di aiutare la mia squadra e cercare di fare gol».

    Ci descrivi il tuo rapporto con mister Zauli? In cosa ti ha aiutato di più nel tuo percorso di crescita?

    «Sono contentissimo di essere allenato da lui. Ho un bellissimo rapporto di fiducia reciproca: ogni giorno mi permette di migliorare gli aspetti tecnici, dato che lui è stato un attaccante».

    Il mister ti ha schierato un po’ in quasi tutte le posizioni dal centrocampo in su. Ma qual è il ruolo che senti più tuo in campo?

    «Il mio ruolo preferito è l’esterno alto, a piede invertito. Anche quella di trequartista, però, è una posizione in cui mi trovo molto bene».
     

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