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  • Juventus, ricavi di 1,4 miliardi. In 5 anni sorpasso su Inter e Milan

    Juventus, ricavi di 1,4 miliardi. In 5 anni sorpasso su Inter e Milan

    Soldi, tanti soldi. Grazie a investimenti mirati e un'ottima capacità gestionale. La Gazzetta dello Sport oggi in edicola sottolinea il differenziale tra la Juve e le altre quattro big per peso economico e bacini d’utenza, cioè Inter, Milan, Napoli e Roma. ​Negli ultimi 5 anni la Juve è diventata una potenza economica, come certifica il confronto sui fatturati. Aggregando i ricavi, al netto delle plusvalenze, degli esercizi dal 2011-12 al 2015-16 (i dati di quest’ultima stagione sono stimati) i bianconeri arrivano a quota 1432 milioni di euro: +214 milioni sul Milan (1218), +516 sull’Inter (916), +651 sulla Roma (781), +722 sul Napoli (710). Tutto questo si è tradotto in una capacità di spesa che ha consentito alla Juve di potenziare la rosa e accentuare, anno dopo anno, il gap tecnico col resto d’Italia. Nell’ultimo quinquennio gli investimenti bianconeri in acquisizioni sul mercato, al netto delle cessioni, sono stati di 270 milioni, il doppio o il triplo dei concorrenti: 120 il Napoli, 110 l’Inter, 90 la Roma e 80 il Milan. E la musica non è cambiata in questa sessione estiva che ha visto la Juve spadroneggiare sottraendo alle dirimpettaie Higuain (90 milioni) e Pjanic (32). Fior di quattrini immessi nel sistema ma che non sono serviti a compensare gli squilibri. Aspettando le ultime operazioni, al momento il saldo tra cessioni e acquisti della Juve è negativo per una quarantina di milioni. Nessuno può permettersi altrettanto in Italia.

    MOSSA AZZECCATA - La spinta iniziale a questa ondata di investimenti, datata 2011, la diedero Exor e i piccoli azionisti che aderirono all’aumento di capitale da 120 milioni necessario per dare uno shock finanziario. Le ferite di Calciopoli, i due settimi posti di fila, il crollo del fatturato a 156 milioni e la perdita record di 95 nell’esercizio 2010-11: quello era il punto più basso e la Juve aveva bisogno di un supporto esterno per ripartire. Ma pian piano il club presieduto da Andrea Agnelli ha saputo camminare sulle sue gambe e trasformarsi in un’azienda di stampo europeo con lo stadio di proprietà e la gestione diretta di merchandising e licensing, rispettando pienamente gli obiettivi del piano quinquennale di risanamento e sviluppo che prevedeva il ritorno alla competitività e l’autosufficienza: 5 scudetti, finale di Champions, ricavi esplosi ed equilibrio di gestione con l’utile di 2 milioni nel 2014-15.

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