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  • L'analisi di Katia Serra: i limiti della Roma e i meriti della Juventus

    L'analisi di Katia Serra: i limiti della Roma e i meriti della Juventus

    Una partita agonistica, intensa, ricca di episodi, nella quale il nervosismo ha preso il sopravvento, macchiando la prestazione di due squadre preoccupate a non scoprirsi. La sorpresa più grande è stato vedere titolari Pirlo da una parte e Iturbe dall'altra, reduci da infortuni, segnale di voglia di vincere lanciato dai mister, puntando sui migliori interpreti a disposizione in quei ruoli. Nel primo tempo la Roma è imprecisa nel giro palla, troppo lento e prevedibile, i suoi attaccanti si muovono poco per liberarsi e rimangono troppo alti. È mancato il movimento corto-lungo per smarcarsi e ricevere, così anche i centrocampisti sono stati costretti a rallentare i tempi di gioco, perdendo diversi palloni. Questo atteggiamento ha favorito lo scivolamento laterale delle due linee, difesa e centrocampo dei bianconeri che, effettuandolo con buona velocità, riuscivano a bloccare sul nascere le iniziative sulle corsie esterne. Giallorossi che sono riusciti ad avere solo qualche cambio di ritmo un paio di volte con Maicon, uno dei più potenti e pronto a mettere in difficoltà la difesa bianconera sfruttando le sue percussioni palla al piede, anche centralmente. Nonostante Garcia abbia invertito due volte gli esterni, Gervinho e Iturbe, la pericolosità non è aumentata molto. 

    Lo splendido gol del 2-1 realizzato da Iturbe è frutto di un errore individuale di Caceres che si lascia attrarre dalla palla anziché marcare lo spazio ed evitare il taglio. La posizione di Marchisio interno destro nel centrocampo a cinque ha favorito la prestazione della squadra sia per la sua nota capacità di inserimento, sia per la ferrea marcatura su Nainggolan, togliendo una fonte di gioco certa agli avversari. Bianconeri sempre pronti a pressare alti con Tevez e Llorente più il centrocampista interno corrispondente al lato della palla e, diversamente dal solito, più attivi a sinistra con Asamoah in quanto Lichsteiner rimaneva basso per non concedere profondità a Gervinho. Poi, dopo il primo rigore realizzato da Tevez la partita ha cominciato a diventare troppo nervosa, ci sono stati diversi duelli ruvidi, Keita e Pogba hanno mostrato una potenza e un senso tattico funzionale alle loro squadre sfruttando la propria fisicità. Senza entrare nel merito degli episodi che, certamente, hanno condizionato la partita sia perché errati, sia per il nervosismo che ne è conseguito, vorrei sottolineare la bravura mista a furbizia in occasione del rigore fischiato su Totti: il capitano, ha sfruttato bene il corpo a corpo con Lichsteiner che non si è minimamente preoccupato del pallone ma solo dell'uomo come in un duello di lotta greco-romana. 

    Nel complesso, la Juventus si è dimostrata più continua nei 90 minuti per il controllo dei diversi momenti della gara, la sicurezza con cui ha tenuto il campo, una condizione atletica apparsa leggermente superiore nonostante un giorno in meno di riposo, la capacità di reazione dopo essere andata sotto 2-1. Anche nel secondo tempo, quando la prestazione dei giallorossi è cresciuta, la velocità nelle transizioni è stata fondamentale, la Juve è stata brava a compattarsi e portare 8 uomini dietro la linea della palla, ha tenuto vicine le due linee difensive per non concedere la zona di rifinitura, ha cercato sempre di recuperare palloni con un pressing che in alcuni momenti la vedeva disposta in fase di non possesso con un 3-4-3, con Tevez che scalava a metà campo per raddoppiare. La Roma per trovare imprevedibilità e superiorità numerica in fascia a volte teneva vicini sia Gervinho che Iturbe, ma la granitica difesa avversaria ha confermato la sua solidità: solo un gol subito in stagione, il rigore di Totti di stasera. La Roma dopo i cambi Florenzi per Iturbe e Paredes per Pjanic ha calato la sua pericolosità offensiva. La vittoria bianconera che è arrivata solo su palle inattive (due rigori e il tiro di Bonucci in seguito al corner) con gli episodi che sono stati a favore ma, per ora, il gruppo di Allegri dimostra una solidità di squadra e una fame di vincere che allo Juventus Stadium si amplifica.

    Katia Serra

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