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  • L’Atalanta gioca, la Juve segna e si prende la Coppa Italia. La fortuna aiuta Pirlo, ma senza la Champions sarà una stagione da buttare

    L’Atalanta gioca, la Juve segna e si prende la Coppa Italia. La fortuna aiuta Pirlo, ma senza la Champions sarà una stagione da buttare

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La Juve vince (2-1) la Coppa Italia perché segna (un tiro e un gol nel primo tempo), ma l’Atalanta avrebbe meritato perché gioca (quattro occasioni e il pareggio prima dell’intervallo). Tuttavia una finale è questo e, purtroppo, nessuno si ricorda mai di come andata, solo di chi ha alzato il trofeo. Lo fa la Juventus e pochi avranno da ridire: nonostante una stagione nera (la qualificazione alla Champions è ancora in bilico), possiede ancora i calciatori migliori (Buffon, de Ligt, Chiellini, Cuadrado, Kulusevski, Chiesa), di certo non sono guidati dal miglior tecnico d’Italia (Pirlo, alla prima esperienza, ha fatto disastri, ma anche conquistato due trofei), però nelle serate in cui conta sanno come fare e, soprattutto, quando lo si deve fare. Hanno deciso i vecchi (Buffon, Chiellini Cuadrado) e i nuovi (de Ligt, Kulusevski e Chiesa) quasi la rappresentazione del passaggio di consegne tra la Juve che è stata e quella che sarà.

    L’Atalanta è stata splendida e forsennata. Nel primo tempo avrebbe meritato di segnare almeno tre reti (e c’era un rigore su Pessina), ha tenuto i ritmi altissimi, ha impedito alla Juve di uscire palla al piede, l’ha sfiancata e martellata ai fianchi, ma non ha mai trovato il colpo del ko. Eppure, raggiunto il pareggio a quattro minuti dalla fine del primo tempo, mi aspettavo un secondo tempo altrettanto arrembante. Invece, più che comprensibilmente, i ritmi sono calati e la Juve ha alzato il pressing, ha avuto di più la palla, ha sofferto e rischiato meno (in pratica in una sola occasione) e, dopo aver centrato un palo con Chiesa, è andata a vincere con lo stesso giocatore.

    Il primo gol l’ha segnato Kulusevski (31’) e, non so perché, dopo averlo realizzato, si è portato l’indice davanti alle labbra come a zittire qualcuno. Ora lo svedese non è ancora nessuno, ha fatto una stagione altalenante, ma più di ombre che di luci, se comincia a peccare di superbia solo perché qualcuno, più che legittimamente, lo critica è già fuori strada e vi resterà. Detto questo, che riguarda l’indole strafottente di un giovanotto ancora da crescere, Kulusevski ha segnato un gol bellissimo (interno sinistro sul secondo palo) dopo aver condotto un contropiede avviato da un intervento di Cuadrado su Gosens. Gli atalantini hanno molto protestato perché il colombiano, oltre alla palla, ha colpito, in parte, anche la gamba del nerazzurro. Ma l’arbitro Massa, supportato dal Var, ha convalidato, secondo me a ragione e spiegherò poi perché.

    Fino a quel punto, però, c’era stata una sola squadra in campo, e cioè l’Atalanta, che dal 3’ al 31’,  aveva messo alla frusta la difesa della Juve. Subito con Palomino (grande parata di Buffon con i piedi) su assist di Zapata, poi ancora con il colombiano dell’Atalanta che, controllata la palla con il petto, si girava su Chiellini spedendo fuori di un niente.

    Al 12’ l’episodio del rigore reclamato: Pessina riceve palla in mezzo all’area, fa due passi e viene a contatto con Rabiot prima di poter tirare. La dinamica non è chiarissima, ma si percepisce che l’intervento dello juventino è sul piede del trequartista. Il Var tace perché non è un palese errore dell’arbitro.

    L’Atalanta attacca, la Juve sbanda. Su retro passaggio corto, di testa, di de Ligt, Zapata si invola verso Buffon che lo affronta all’interno dell’area e lo ferma con il corpo. Poi ancora tiri di Freuler (24’) e di Malinovskyi (27’ da punizione), entrambi pericolosi, entrambi fuori.

    Andrea Pirlo, tanto per continuare a sbagliare, aveva escluso Morata e Dybala a beneficio di Kulusevski che, però, non fa l’attaccante, ma lavora sotto punta a Ronaldo. La Juve perciò non ha un primo attaccante, non ha centrocampisti che si inseriscano (McKennie e Rabiot sbagliano molto, Bentancur pasticcia), non ha esterni che attaccano (Chiesa non si vede per tutto il primo tempo). Ma siccome la fortuna aiuta i mediocri, dal rilancio di Cuadrado con un mezzo fallo, nasce la ripartenza che sembra naufragare tra i piedi di Ronaldo. Invece McKennie tocchetta per Kulusevski che segna alla sua maniera. 

    L’Atalanta pareggia dieci minuti dopo e la premessa è la stessa del gol juventino. Danilo, in disimpegno un po’ troppo leggero, serve Rabiot che, attaccato da Freuler, cade a terra e perde palla. Il servizio corto è per Malinovskyi che conclude dal limite fulminando Buffon. Questa volta, a protestare, sono i calciatori della Juventus, ma Massa (e il Var) applicano lo stesso metro di giudizio per l’intervento di Cuadrado. Forse c’è un mezzo fallo, ma non tale da inficiare la segnatura.

    Partita bellissima - sottolineano i cronisti televisivi - ma l’Atalanta ha speso troppo e nella ripresa lascia campo alla Juve. Subito (48’) c’è un colpo di testa di McKennie furori di poco (cross di Cuadrado), poi una punizione di Malinovskyi finisce nel flipper dell’area. Romero ha la palla per colpire all’altezza dell’area del portiere ma de Ligt ci mette il piede e salva un gol sicuro. E’ l’ultimo squillo bergamasco, da qui alla fine gioca la Juve e Pirlo, come al solito, viene premiato oltre i suoi meriti. Si accende, infatti, Chiesa che prima (57’) serve un pallone deviato da Kulusevski (grande Gollini) e poi (59’) beneficia di un assist di tacco di Ronaldo e, da solo davanti a Gollini, centra il palo. Gol mancato.

    Mentre entra Muriel per Malinovskyi (67’), dalla panchina della Juve parte l’ordine di togliere Chiesa per inserire Dybala. L’argentino si scalda, mentre Federico sembra girare a vuoto, afflitto dall’errore di poco prima. Invece, cinque minuti dopo, recupera palla da un cross lungo, avanza, cerca Kulusevski al limite, riceve palla e vola davanti a Gollini per batterlo di sinistro

    Pirlo, pur ebbro di gioia, non sente ragioni e lo toglie per mettere Dybala. Ilicic prende il posto di Hateboer, Djimsiti quello di Toloi nel finale espulso dalla panchina. Un tiro di Muriel, alto, è tutto quello che l’Atalanta sa costruire. Pirlo, però, non corre rischi e negli ultimi dieci minuti inserisce Bonucci (fuori Kulusevski) allestendo un 5-3-2 di maldiniana memoria. L’Atalanta, ormai stanca, si spegne. La Juve vince e Pirlo rialza la testa. Fosse per lui si confermerebbe. Ma se resta fuori dalla Champions la stagione è da buttare


    :(actionzone)



    IL TABELLINO

    Atalanta-Juventus 1-2


    Marcatori: pt 31' Kulusevski (J), 41' Malinovsky (A); st 28' Chiesa (J)

    Assist: pt 31' Mckennie (J), 41' Hateboer (A); st 28' Kulusevski (J).

    Atalanta (3-4-2-1): Gollini; Toloi (31' st Djimsiti), Romero, Palomino; Hateboer (31' st Ilicic), Freuler, De Roon, Gosens (38' st Miranchuk); Malinovsky (13' st Muriel), Pessina (13' st Pasalic); Zapata. A disp. Rossi, Sportiello, Maehle, Sutalo, Lammers, Caldara, Ruggeri. All. Gasperini.

    Juventus (4-4-2): Buffon; Cuadrado, De Ligt, Chiellini, Danilo; McKennie, Bentancur, Rabiot, Chiesa (28' st Dybala); Kulusevski (38' st Bonucci), Ronaldo. A disp. Szczesny, Pinsoglio, Arthur, Ramsey, Morata, Demiral, Bernardeschi, Frabotta. All. Pirlo.

    Arbitro: Massa di Imperia.

    V.A.R.: Valeri di Roma2.

    Espulso: st 43' Toloi (A).

    Ammoniti: pt 27' Chiellini (J), 35' Malinovskyi (A), 41' De Ligt (J); st 33' Romero (A), 40' Freuler, 43' De Roon (A), 44' Ilicic (A).

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