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  • L'ex presidente Cobolli Gigli: 'Sarri senza gioco e antipatico, alla Juve solo per soldi. Nedved e Paratici colpevoli'

    L'ex presidente Cobolli Gigli: 'Sarri senza gioco e antipatico, alla Juve solo per soldi. Nedved e Paratici colpevoli'

    L'ex presidente della Juve Giovanni Cobolli Gigli ha parlato in una lunga intervista ai microfoni di TuttoJuve.com, esprimendo la sua opinione sugli ultimi avvenimenti in casa bianconera: "Le sfide con Milan e Napoli sono correlate, la Juventus ha espresso nel primo tempo il gioco di Sarri ricco di possesso e nel secondo si è palesemente sgonfiata subendo poi l'iniziativa degli avversari. A mio parere c'è il problema di giocare con questi passaggi, non del tutto congeniali, che faticano a farla arrivare in porta. A parte il rigore sbagliato da Ronaldo con i rossoneri, non ricordo grandi occasioni in 180'. E il Napoli, in finale, ha meritato la vittoria".

    Come commenta le parole a fine partita di Maurizio Sarri?

    "Al termine del match, Sarri ha fatto intendere di aver perso solo perché ha sbagliato due rigori nella lotteria dei calci di rigori. Non credo sia corretto negare l'evidenza, la Juventus ha perso in maniera netta e solo Buffon l'ha tenuta in piedi nei tempi regolamentari. Attualmente non ha un suo gioco. Forse si è dimenticata come farlo, perché la più bella partita era stata quella di marzo con l'Inter risolta con i gol di Ramsey e Dybala. A distanza di tre mesi, è tutto di nuovo in discussione".

    Dunque, a suo parere, il tecnico bianconero è comunicativamente inadeguato.

    "Non nutro una simpatia personale nei suoi confronti, ma questo è un mio problema. Purtroppo ricordo tutte le sue parole che disse quando era al Napoli, ma una persona che la pensa così perché è venuto alla Juventus? Forse solo per guadagnare soldi. E, a sto punto, forse ha davvero ragione De Laurentiis. Ho sempre sostenuto che il suo arrivo, all'ultimo momento, sia stato un errore, perché non è in grado di gestire la comunicazione".

    Facendo un parallelo con l'anno scorso, i tifosi sono ancora scontenti per via del gioco di Sarri. Ed è la stessa cosa che rimproveravano ad Allegri.

    "L'ambiente è composto da persone normali, civili, che vogliono vedere la Juventus fare sempre il possibile. La mia critica è che i tifosi italiani sono sempre poco accondiscendenti con la squadra quando non gioca bene, a differenza di quelli esteri che invece sostengono e applaudono. Qui c'è questa cattiva abitudine: se perdi la partita prima non vali niente, ma se la vinci diventi il migliore. Anche nei festeggiamenti del Napoli danno l'idea che noi italiani siamo incapaci di darci delle regole, soprattutto perché dobbiamo ancora seguire delle indicazioni per via del 'Covid-19'. A tutela della mia salute personale, anche se sono vecchio, non lo avrei mai fatto".

    Che cosa succederà ora?

    "Ci dovrà essere una forte presa di coscienza, ancora nulla è compromesso ma bisogna tenere in considerazione che sono stati falliti gli obiettivi della Coppa Italia e della Supercoppa. Anche se, chiaramente, il valore è relativo rispetto al campionato e alla Champions. Dal presidente ai dirigenti, dovrà esserci l'obiettivo comune di concentrarsi e l'allenatore eviti certi tipi di dichiarazione. A volte sono proprio controproducenti. I giocatori devono accettare il suo stile, altrimenti la Juventus rischia di essere né di carne né di pesce".

    Nel caso in cui non dovesse vincer nulla, se fosse ancora il presidente come agirebbe?

    "Nella Juventus non bisogna mai esser troppo avventati nel giudizio di un allenatore, non è l'ambiente che cambia un tecnico ogni giorno. Forse, qui, c'è la responsabilità di Nedved e Paratici che lo hanno convinto sull'affidabilità di Sarri sottovalutando una serie di problemi. Forse non sono professionalmente in grado di occupare le posizioni che hanno, perché Paratici era un buon secondo ma come primo sembra molto impacciato. Si parla di dare 15 milioni di euro all'anno per Dybala, speriamo non arrivi a percepirli. Questo ragazzo, lo scorso anno, lo hanno provato a vendere in tutti i modi, mentre quest'anno si prevede per lui un aumento di ingaggio. Sono delle contraddizioni che non possono passare inosservate".

    E dal punto di vista di Andrea Agnelli, invece?

    "Andrea Agnelli è una persona molto intelligente, era sicuramente deluso dalla prestazione della sua squadra ma facendo buon viso a cattivo gioco è andato a premiare il Napoli. E' riuscito a dominarlo, ma dentro di sé non poteva essere di cattivo umore nei confronti di queste due persone che lo hanno convinto nonostante lui non fosse d'accordo di cambiare Allegri all'ultimo momento. Gli hanno parlato del suo bel gioco, ma qui non lo abbiamo ancora visto. Eppure ci sono giocatori di grandissimo livello".

    C'è un aspetto da sottolineare: chi parte con l'etichetta del bel gioco fallisce. Anche Gigi Maifredi, trent'anni fa, non è riuscito a far bene alla Juve.

    "Io la vedo come Allegri, gli si può imputare di non aver vinto la Champions ma intanto ci eravamo arrivati. A me tante sue partite sono piaciute, ricordo a caso quella con il Manchester anche se poi l'avevamo persa. Non ho ancora capito che cosa sia il bel gioco, credo che la priorità sia sempre quella di vincere. Bisogna un po' smorzare l'incendio, come dicevo è giusto che avvenga un serio confronto dove capire che cosa bisogna far da grandi. Mi permetta di aggiungere solo un'ultima cosa".

    Prego.

    "Non vedo il presidente mettersi in discussione, il suo obiettivo è di creare una super squadra in grado di vincere tutto e per farlo ha acquistato Cristiano Ronaldo. Il suo arrivo, però, ha creato degli scompensi, perché bisogna fare in modo che il gioco si adatti a questo primissimo attore. Con i soldi investiti per lui, personalmente avrei comprato dei giovani talenti per consentire alla Juventus di potersi rinnovare".

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