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  • L’Inter batte l’Atalanta con mezzo tiro e difendendo come una provinciale. Lo scudetto è in cassaforte

    L’Inter batte l’Atalanta con mezzo tiro e difendendo come una provinciale. Lo scudetto è in cassaforte

    • Giancarlo Padovan
    Ancora una volta non mi sono sbagliato. L’Inter ha battuto l’Atalanta (1-0), l’ha fatto con fatica ma l’ha fatto, riportando il vantaggio a più sei sul Milan e a più dieci sulla Juve (con una gara da recuperare). Vuol dire che per lo scudetto è fatta perché i nerazzurri, destinati a mio giudizio ad incrementare il loro vantaggio, resterebbero in testa anche nella malaugurata (per loro) ipotesi di incappare in due sconfitte, visto che hanno lo scontro diretto a favore con il Milan. Naturalmente i bauscia più ottusi toccheranno ferro e, al pari di coloro che si dicevano sicuri della vacuità del mio pronostico, si scaglieranno contro di me per tanta faciloneria. Facciano pure, io non mi scompongo e, finché continuo ad azzeccarci, non mi tirerò indietro nel vaticinare.

    Scudetto all’Inter, dunque, anche se con i tre punti più agri e sudati, brutti e strampalati che ci si potesse immaginare. E dentro una partita fatta dall’inizio alla fine dall’Atalanta, più pericolosa nel primo tempo, dominante nel secondo, in procinto forzare la difesa interista con un assedio finale. Merito di Gasperini che ha costruito una squadra duttile e coraggiosa, anche se ieri notte non ha trovato la porta e quando l’ha trovata Handanovic gliel’ha chiusa con le sue parate. Da rimarcare anche un salvataggio decisivo di Brozovic su colpo di testa di Djimsiti. 

    Tuttavia un paio di errori li ha commessi anche Gasperini. Il primo, secondo me, quello di escludere Muriel e di avere tardato ad inserirlo (70’). Il secondo, più grave, di avere sostituito Malinovskyi con Ilicic, palesemente fuori forma e diabolicamente dedito al manierismo tecnico (tacco, punta, suola, interno, mezzo interno) con il risultato di non saltare mai l’uomo e di perdere la palla assai spesso. Potessi farlo, chiederei all’allenatore dei bergamaschi se non gli sia mancato un po’ di coraggio non per pareggiare, ma per vincere la partita. Ma so bene che, dopo avermi mandato a quel paese, negherebbe senza indugio.

    Invece l’Atalanta ha perso l’occasione di vincerla - ripeto, non di pareggiarla - proprio per quello che non è riuscita a concretizzare nel primo tempo. E dire che aveva cominciato bene, con spiccata personalità e senso del gioco. Un cross basso di Gosens, da dentro l’area, non aveva trovato un compagno a spingerla dentro. Poi Zapata, fuggito a sinistra, aveva spropositato un tiro cross finito in fallo laterale. Infine (39’) da angolo, ancora Zapata aveva girato di testa dall’interno dell’area piccola con Handanovic bravissimo a deviare di nuovo in corner. Sulla battuta successiva, Djimsiti ha colpito sempre di testa e Brozovic, appostato tra la linea e il palo, ha allontanato.

    E l’Inter? Poco e male, non stento a dirlo. Un retropassaggio di Romero salvato di testa da Sportiello (14’) e una fuga di Lukaku su Djimsiti che avrebbe potuto fruttare il gol (25’). Purtroppo per il belga, che ha tentato un dribbling di troppo, il difensore gli ha spostato palla e dal limite Lautaro ha tirato addosso ad un atalantino.

    La partita s’è sbloccata all’inizio della ripresa (54’) su un episodio fortunato e fortunoso. Angolo per l’Inter, Gosens tarda a rinviare una palla a mezz’aria, Bastoni lo anticipa e serve Skriniar. Tiretto all’angolo e gol. Non fosse andata così, l’arbitro o il Var avrebbe decretato il rigore perché Gosens aveva finito per scalciare Bastoni.

    Immeritatamente in vantaggio e con Eriksen al posto di Vidal un attimo prima dell’1-0, l’Inter ha provato quel che le riesce meglio, ovvero la ripartenza. Tre minuti e su una palla a trequarti Toloi è scivolato, Lukaku è scappato via, ma Romero, davvero formidabile, gli ha rubato palla da dietro impedendo un gol quasi sicuro. 

    Poi Conte ha ordinato di portare a casa il risultato ed è stata sofferenza, trincea, barricata. L’Inter si è messa tutta, tranne Lukaku, sotto la linea della palla e ha difeso con abnegazione. Ammirevoli tutti (da Martinez, avvicinato all’Eto’o del Triplete, a Eriksen), ma il calcio di Conte sarebbe un’altra cosa. Quando però si fa di necessità virtù, va bene tutto, anche vincere come una provinciale impaurita.

    Però l’Atalanta, nonostante una pressione che dall’80’ in avanti è divenuta asfissiante (4-2-3-1 con Romero centravanti), ha avuto solo tre occasioni per pareggiare. La prima (67’) con Zapata, servito da Pessina, un sinistro finito fuori. La seconda (75’) con Muriel (al posto di Zapata), gran sinistro respinto da Handanovic. La terza (83’) con Pasalic (sostituto di Freuler), girata al volo fuori di poco.

    Il resto sono stati calci d’angolo, cross, palloni sporchi e un po’ grevi gettati nell’area dell’Inter sperando nella testata di qualcuno. Unica eccezione un’imbucata di Muriel per Toloi (sì, il difensore) anticipato da Handanovic. 

    Gli interisti hanno festeggiato come fosse già finita. Invece qualcosa di grande sta per incominciare proprio adesso.


    :(actionzone)


    IL TABELLINO

    Inter-Atalanta: 1-0


    Gol: 9’ s.t. Skriniar 

    Assist: 9’ s.t. Bastoni

    Inter: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Hakimi (dal 40’ s.t. D’Ambrosio), Barella, Brozovic (dal 31’ s.t. Gagliardini), Vidal (dal 7’ s.t. Eriksen), Perisic (dal 40’ s.t. Darmian); Lukaku, Lautaro (dal 31’ s.t. Sanchez).

    Atalanta: Sportiello; Toloi, Romero, Djimsiti (dal 36’ s.t. Palomino); Maehle, Freuler (dal 36’ s.t. Pasalic), Pessina (dal 28’ s.t. Miranchuk), de Roon, Gosens; Malinovsky (dal 1’ s.t. Ilicic), Zapata (dal 24’ s.t. Muriel).

    Ammoniti: Romero (A)

    Espulsi:

    Arbitro: Maurizio Mariani (della Sezione di Aprilia)

     
     

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