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  • L'Inter di Inzaghi va più forte di quella di Conte, ma ha gli stessi problemi: bisogna alzare il muro, si soffre troppo

    L'Inter di Inzaghi va più forte di quella di Conte, ma ha gli stessi problemi: bisogna alzare il muro, si soffre troppo

    • Filippo Tramontana
      Filippo Tramontana
    E’ arrivata senza che si fosse fatta aspettare troppo la nuova pausa per le nazionali. Come ho scritto anche l’ultima volta non credo sia giusto che molti la vedano come un impiccio, specialmente in un anno dove l’azzurro ci ha regalato grandi gioie. 

    La nazionale di Mancini ci ha fatto prima divertire, poi innamorare e alla fine gioire grazie alla sua grandissima impresa europea. Quindi festeggiamola questa pausa e godiamoci queste semifinali tra le 4 migliori squadre d’Europa. 

    Si perché stiamo parlando di Italia-Spagna e non di una partita qualunque con un avversario a caso.

    Questa pausa però darà anche a Simone Inzaghi la possibilità di fare un primo bilancio sulla sua Inter, su cosa abbia funzionato e su cosa vada invece migliorato. 

    E’ indubbiò che il ruolino di marcia, almeno in campionato, sia molto positivo: 5 vittorie, 2 pari e nessuna sconfitta testimoniano che la squadra è sul pezzo, inoltre l’Inter di quest’anno ha più punti di quella della scorsa stagione, ha segnato di più e subito di meno.

    Entriamo però nel dettaglio. Il gioco che vuole fare Inzaghi è molto “rischioso” e con quel pressing a tutto campo contribuisce a stancare i giocatori un po' troppo presto. Se vi ricordate anche Conte l’anno scorso provò a dare alla sua Inter una dimensione più offensiva e dinamica, il risultato fu però poco incoraggiante, la squadra non aveva equilibrio, segnava molto ma subiva anche troppi gol e la classifica di conseguenza ne risentiva.

    Conte fece marcia indietro, con la squadra decise di provare ad abbassare il baricentro e a compattare i reparti facendoli salire tutti insieme. Così iniziò la cavalcata trionfale verso lo scudetto numero 19.

    Dal mio punto di vista credo che siamo in una situazione simile a quella di dodici mesi fa. La squadra fino ad ora ha retto, ha subito e ha rimontato ma credo che avanti così potremmo trovarci davanti a molte difficoltà.

    La difesa non può rimanere sempre scoperta e “puntata” nell’uno contro uno. Il blocco granitico composto dal trio delle meraviglie Skriniar-De Vrij-Bastoni non può fare sempre i miracoli, avrà bisogno alla lunga di una mediana che lo supporti per smettere di lasciare quelle praterie di campo concesse negli ultimi match a Fiorentina, Atalanta e Sassuolo.

    Credo quindi che non sia tardi per apportare qualche accorgimento “difensivo” allo scacchiere tattico di Simone.

    Quello che stupiva dell’Inter del diciannovesimo era la capacità di “compattarsi” e non disperdere energie inutili durante i 90 minuti. Gli avversari sbattevano contro un muro aumentando la propria frustrazione e, alla fine, capitolando.

    Inzaghi ha una squadra diversa e ovviamente sta adattando il modo di giocare ai nuovi interpreti. Lo abbiamo sottolineato fino alla noia: Dzeko, Calha e Dumfries sono diversi da chi li ha preceduti e vanno inseriti in un contesto differente. Ma lo zoccolo duro della squadra è rimasto lo stesso e un piccolo passo indietro verso l’Inter “scudettata” non mi sembrerebbe un’idea malvagia. Lo stesso Mourinho il primo anno post-Mancini decise di abbandonare il suo 4-3-3 per tornare all’antico trequartista che tanti risultati e vittorie aveva ottenuto gli anni prima.

    La strada percorsa fino ad oggi  è ancora ottima, ora però arrivano squadre toste che sanno segnare e che non sbagliano due volte di fila. Alla Lazio e alla Juventus non si potranno concedere gli spazi lasciati alle altre in queste ultime partite. Palla a Simone, alla sua bravura e rinforziamo la fase difensiva. 

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