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  • L'Italia dal 4-2-4 al 3-4-3: così Ventura smentisce se stesso

    L'Italia dal 4-2-4 al 3-4-3: così Ventura smentisce se stesso

    • Marco Demicheli
    "Le idee non cambiano. Il problema non è il modulo, ma la sua interpretazione". Parole chiare e forti quelle usate lunedì, in conferenza stampa, da Giampiero Ventura. La sconfitta con la Spagna e la vittoria - tutt'altro che convincente - contro Israele di settembre avevano fatto sorgere diversi subbi sulla scelta di schierare l'Italia con il 4-2-4, un modulo che lasciava troppo scoperto il centrocampo, con De Rossi e Verratti spesso in balìa degli avversari.

    PROVE DI 3-4-3 - Parole coerenti con il lavoro, giusto o sbagliato che fosse, che il commissario tecnico aveva portato avanti negli ultimi mesi. Ma che sono state smentite poco dopo. Durante questi giorni a Coverciano, infatti, Ventura ha provato più volte il 3-4-3, con la B+BBC delle origini (Buffon in porta e la linea a tre Barzagli, Bonucci, Chiellini) in difesa, Zappacosta e Darmian sugli esterni con la coppia Parolo-Gagliardini a centrocampo e il tridente formato da Insigne, Immobile e Verdi, più di Candreva, in attacco.

    SERVONO CERTEZZE - Un repentino cambio di rotta, in un momento in cui la Nazionale avrebbe bisogno però di certezze, più che di esperimenti. Le probabilità di qualificazione diretta al Mondiale 2018 sono molto vicine allo zero per cento, se gli Azzurri vogliono andare in Russia dovranno passare dai playoff, che si giocheranno tra un mese. Occorre già ora preparare le due gare, che saranno decisive anche per il futuro del ct. Perché non qualificarsi, come ha detto lo stesso Ventura, "sarebbe una catastrofe".

    @marcodemi90

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