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  • La Francia e l'ammutinamento al Mondiale 2010: il rapporto d'inchiesta... è sparito!

    La Francia e l'ammutinamento al Mondiale 2010: il rapporto d'inchiesta... è sparito!

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    A dieci anni di distanza la tragedia si ripresenta sotto forma di farsa. Era giugno 2010 quando la nazionale francese suggellava la pessima avventura ai Mondiali del Sudafrica con un ammutinamento dei calciatori contro il ct Raymond Domenech. E adesso, giugno 2020, si scopre che il rapporto d'inchiesta su quell'episodio è sparito. Non se ne ha più traccia nelle stanze della Fédération Française de Football (FFF), come non succederebbe nemmeno nella segreteria di una bocciofila.

    L'imbarazzante rivelazione è stata fatta ieri da Le Monde. Il quotidiano del pomeriggio ha rivelato che la scoperta di tale mancanza è avvenuta per caso. È successo infatti che la Commission d'Accés aux Documents Administratifs (CADA) ha avanzato alla FFF una richiesta di accesso al rapporto, per conto di un soggetto la cui identità non è stata rivelata. La risposta giunta dagli uffici della federazione è che il rapporto non si trova. Svanito. Non è dato sapere in quanti lo abbiano letto, poiché dopo la consegna alla FFF esso è rimasto riservato. Di sicuro, da adesso in poi non risulterà più accessibile nemmeno attraverso i rigidi vincoli delle procedure amministrative.

    I fatti a cui il documento si riferisce sono noti, ma è bene rammentarli. L'ammutinamento dei calciatori Bleus avviene il 20 giugno 2010 (sabato prossimo ricorrerà il decennale) e a motivarlo è l'esclusione dalla squadra di Nicolas Anelka. L'attaccante ha un diverbio col ct Raymond Domenech durante l'intervallo della gara contro il Messico, giocata il 17 giugno e persa in modo rovinoso (0-2), risultato che mette la nazionale francese nelle condizioni di essere quasi eliminata. Ma a fare esplodere davvero il caso è il quotidiano L'Equipe, che nell'edizione del 19 giugno pubblica in prima pagina la frase attribuita a Anelka e rivolta al ct: “Va te faire enculer, sale fils de pute!”. Nei mesi successivi si apre una variegata discussione sul reale contenuto della frase, ma al di là della sua formulazione ne rimane intatta la gravità. E ancor più grave è che il 20 giugno, nel ritiro di Knysna, i calciatori bleus rifiutino di allenarsi per testimoniare solidarietà al loro collega.

    La vergogna assume una portata globale e costringe il presidente della repubblica Nicolas Sarkozy e la ministra della salute e dello sport Roselyne Bachelot a pronunciare parole molto dure. I giocatori sono il facile bersaglio della riprovazione collettiva, ma già in quel momento le colpe di una debolissima FFF (guidata durante quel passaggio storico da Fernand Duchaussoy) appaiono non meno evidenti. E certamente vengono rimarcate dal rapporto la cui stesura viene affidata, nelle settimane successive, a tre personalità esterne alla federazione: Patrick Braouezec, allora deputato del Partito Comunista Francese nonché presidente della Fondation du Football; Laurent Davenas, avvocato generale presso la Corte di Cassazione; e Jacques Riolacci, alto magistrato a Versailles e ex presidente della Commissione Disciplinare della Ligue de Football Professionnel. I tre consegnano il rapporto alla FFF, rispettando il vincolo di riservatezza. E da quel momento, del documento, nulla più si saprà.

    Raggiunto da Le Monde, Davenas mostra sconcerto e disappunto per la circostanza della sparizione. E aggiunge che il documento contenesse evidenze sulla “imperizia della federazione”. Ci fidiamo sulla parola. Purtroppo non è possibile fare altro.

    @pippoevai

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