Calciomercato.com

  • La grande lezione di Zanardi, il più grande rivoluzionario del nostro tempo

    La grande lezione di Zanardi, il più grande rivoluzionario del nostro tempo

    • Marco Tripodi
    Credo che la vita di Alex Zanardi dovrebbe essere insegnata nelle scuole. Penso che quando questo indomito, eterno, ragazzo dal sorriso indelebile avrà deciso di aver lottato abbastanza, la sua biografia dovrà essere necessariamente inserita tra quelle degli uomini e delle donne più importanti del nostro tempo.

    Il suo posto è lì, accanto ai Grandi della storia. A fianco ai Mandela e ai Gandhi. Tra i prìncipi rivoluzionari della nostra epoca. Perché questo è Alessandro Zanardi da Castel Maggiore. Una persona in grado di accomunare tutti, come mai nessuno prima di lui. Un Campione senza bandiera. Un Patrimonio dell'Umanità in carne e ossa, da inserire negli elenchi dell'Unesco al pari del Colosseo e della Muraglia Cinese. Un uomo in grado di andare oltre ogni barriera. Fisica, mentale ma soprattutto culturale.

    MAESTRO DI VITA - Sua è stata la picconata più grande data ad uno dei muri più alti della nostra civiltà: quello che divide i cosiddetti normodotati da chi tale non viene considerato, perché costretto a convivere con un corpo offeso. Ma se noi oggi guardiamo agli atleti paralimpici non più con compassione e pietà ma con stima e rispetto e forse anche con un pizzico di invidia, vedendo le emozioni che provano e provocano, il merito è prima di tutto il suo. Se noi oggi sappiamo che esiste una vita oltre il dramma non dobbiamo dire grazie solo alla scienza. È stato Zanardi a dirci come si fa. Un grillo parlante allegro e tutt'altro che saccente. Un insegnante che non predica ma pratica, senza la pretesa di essere seguito. Nell'epoca dell'apparenza Alex ci ha spiegato come la testa conti più del corpo. Ha accettato la sua condizione, senza nasconderla né ostentarla. Ed ha semplicemente continuato ad andare avanti, più forte e ostinato di prima.

    DURO COME UN ANANAS - Quando correva in Formula 1, nella sua prima vita, Alex portava disegnato sul casco un ananas. A chi gli chiedeva il significato di quel simbolo lui rispondeva che era l'allegoria della sua testardaggine: "Ho la testa dura così!" affermava sorridendo. Sembrava una spacconaggine da pseudo-divo. Un modo per darsi un tono. Presto ci si accorse che non era così. Che avesse la testa dura, non come un ananas bensì come il marmo, e una volontà d'acciaio Zanardi lo ha dimostrato al mondo ogni giorno da quel 15 settembre 2001 in poi. L'equatore che ha spaccato a metà la sua esistenza, trasformandolo da uomo a supereroe. Arrivato davanti alla salita più ardua di tutte non si è fermato. Ha accettato la sfida impossibile rendendola reale. Ha deciso che se non poteva più correre con le proprie gambe l'avrebbe fatto usando le braccia, anche se il suo vero motore era proprio quella sorta di ananas che portava sopra e sotto il casco. Un ananas che nel frattempo ha lasciato spazio ad un altro simbolo molto più forte e tenace: il suo sorriso.

    IL NOSTRO JOKER - Perché negli ultimi vent'anni Zanardi non si è accontentato di vincere medaglie e stracciare record. Lo ha fatto senza mai perdere un'autoironia spiazzante e il suo contagioso sorriso. Perfino al termine delle massacranti maratone olimpiche sembra non riuscire a nascondere il suo più naturale marchio di fabbrica. Non esiste fatica, non esiste disgrazia. Il suo sorriso è sempre lì ad incorniciargli il viso. E a regalarci il più grande degli insegnamenti. Quasi fosse un Joker buono, Alex ci mostra come il destino lo si debba affrontare così, sorridendo. Anche quando fa il bastardo e sembra non volerla smettere di perseguitarci. Con la sua incredibile forza di volontà, Zanardi ci insegna ogni giorno che non esistono limiti, ma solo alibi.

    Forse però la sua lezione non l'abbiamo ancora recepita. Ecco perché ora ha deciso di regalarcene un'altra...

    Altre Notizie