La guerra in Nagorno divide gli ex compagni, Mkhitaryan e Ozil si schierano: 'Aggressori e terroristi', 'Illegali'
Rotto il cessate il fuoco tra le due fazioni, a scendere in campo sono stati anche i due fantasisti che hanno supportato il loro fronte. Da tempo Mkhitaryan si muove sui social senza risparmiare gravi accuse all'Azerbaigian: "Fermare l'aggressore" e agire contro "il terrorismo internazionale" ha scritto in una lettera aperta a Donald Trump, Vladimir Putin ed Emmanuel Macron. L'Armenia dove sono nato e l'Artsahkh (nome armeno del Nagorno-Karabakh) continuano a difendere il proprio diritto di essere una nazione indipendente, esistere s territori storicamente occupati e preservare il proprio patrimonio di valori cristiani conosciuto in tutto il mondo. E ancora il giallorosso accusa gli azeri di "bombardare deliberatamente scuole, asili e ospedali". Dura anche la posizione di Ozil, che su Twitter cita il fondatore della Turchia moderna Kemal Ataturk: "Le pene dell'Azerbaigian sono le nostre pene, la sua gioia è la nostra gioia. Una nazione, due Stati. Per me è importante che tutti nel mondo sappiano che la regione è legalmente riconosciuta come parte dell'Azerbaigian ed è illegalmente occupata". Un botta e risposta sui social, gli ex compagni Mkhitaryan e Ozil a confronto: la guerra del Nagorno-Karabakh si sposta nel mondo del pallone.