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  • La Juve vince e ora il Toro rischia, ma Sarri perde i suoi migliori. De Ligt? Forse paga il mani dell'andata...

    La Juve vince e ora il Toro rischia, ma Sarri perde i suoi migliori. De Ligt? Forse paga il mani dell'andata...

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La vittoria era quasi scontata, le conseguenze possono essere rovinose. Nella Juventus che travolge il Torino quasi in surplace (4-1), rischiano di pesare per la successiva partita (il Milan a San Siro), i due cartellini gialli affibbiati a De Ligt e Dybala, i due migliori in campo, gli uomini più in forma della Juve, quello che apre le partite e quello che chiude le traiettorie più insidiose nei momenti difficili. Due assenze preoccupanti, anche perché se davanti rientrerà dal primo minuto Higuain, dietro c’è un solo centrale a disposizione (Rugani) a meno che Sarri non rischi Chiellini, tornato ad allenarsi in gruppo solo da due giorni.

    Ancora una volta (l’ottava per la precisione) il gol dell’1-0 l’ha segnato Dybala che, servito da Cuadrado, si è inventato un doppio dribbling e ha messo alla destra di Sirigu. Una rete molto simile a quella realizzata a Genova. A proposito di quella trasferta, Sarri ha riproposto la stessa formazione (era uguale anche a Bologna con la sola eccezione di De Sciglio per Danilo) e ha avuto ragione perché, almeno per quasi tutto il primo tempo, le differenze con il Torino si sono dilatate in modo definitivo.

    In una prestazione complessivamente molto buona, a me non sono parse ad alto livello le prove di Bonucci (tira troppo via la palla), Rabiot (è lento e impacciato) e Bernardeschi (troppo i errori di misura). La Juve, in vantaggio dopo appena due minuti e qualche secondo, ha raddoppiato al 28’ con Cuadrado, in un’azione che - una volta di più - ha dimostrato tutto l’egoismo di Cristiano Ronaldo. Messo in movimento da un palleggio con lancio perfetto di Dybala, il portoghese è sfrecciato alla sua maniera fendendo il campo centralmente, ma, anziché servire Cuadrado che prima lo ha affiancato e poi superato a destra, si è accentrato, ha pensato al tiro e, una volta vistosi chiuso, ha scaricato al colombiano che, a quel punto, aveva Lyanco davanti a sé. Ma lo scarto sul breve è stato mortifero e, con un diagonale, Cuadrado ha battuto Sirigu.

    Il derby era morto, seppellito, concluso. La Juve dominante e debordante, il Toro a rischiare dietro ad ogni affondo bianconero. Invece, a trenta secondi dalla fine del primo tempo, un tiro senza pretese di Verdi è finito prima sulla coscia, poi sulla pancia e infine sul braccio di De Ligt. L’arbitro Maresca ha fatto proseguire (e la Juve ha avuto anche un’occasione con Bernardeschi), poi dal Var, Irrati l’ha chiamato a rivedere la situazione. In effetti il braccio dell’olandese è largo, ma non si era detto che se il pallone toccava prima un’altra parte del corpo, il tocco sarebbe stato da ritenere involontario? In realtà l’involontarietà ormai non esiste più e adesso, almeno in Italia, ogni palla anche solo sfiorata con un braccio o con la mano viene punita con il calcio di rigore. Probabilmente esagero, ma secondo me c’entra anche quel braccio, ancora di De Ligt non punito all’andata. Nessuno ha voluto rischiare di sbagliare un’altra volta e Belotti, a tempo scaduto, ha riaperto una partita senza storia.    

    Tutto sarebbe potuto cambiare (49’) se Belotti non fosse stato in fuorigioco su tiro di Berenguer respinto male da Buffon. Il gol di Verdi di testa, successivo alla traversa di Belotti, sempre di testa, è stato annullato, ma la Juve è sembrata per la prima (e forse unica) volta in difficoltà. Sarri, ovviamente, se ne è accorto e, dopo aver avvicendato Pjanic (49’ dentro Matuidi come Bentancur centrale), ha tolto Bernardeschi (55’) inserendo il contropiedista Douglas Costa. Sono state però due conclusioni di Danilo a creare i presupposti per il gol su punizione di Ronaldo. Sulla prima, deviata, ha quasi provocato un autogol. Sulla seconda, il fallo di mano di De Silvestri (ammonito) ha causato la punizione, perfetta per il sinistro di Dybala. Invece, per la quarantatreesima volta da quando è in Italia, Ronaldo l’ha ingerita con grande voracità. Nell’occasione, però, anziché finire alta o sulla barriera, la palla, colpita di destro, si è insaccata all’incrocio dei pali, per il 3-1 che ha ristabilito le distanze.

    Il Toro, mai in partita, se non per i primi dieci minuti della ripresa, ha reclamato un altro rigore per una caduta fortuita, da girato, di Cuadrado su Belotti. Ma né Maresca, né Irrati sono intervenuti. Mentre il confronto diventava pura accademia, con Douglas Costa e Ronaldo a cercare ancora il gol (bravissimo Sirigu), il neo entrato Djidji ha scaraventato nella sua porta un cross di Douglas destinato ad essere facile preda della difesa granata. Risultato tondo, per un derby senza equilibrio. Il Toro può salvarsi, ma deve fare punti presto. Altrimenti, se il panico ti attanaglia, alla fine Trieste stritola.





    IL TABELLINO

    Juventus-Torino 4-1

    Marcatori: p.t. 2' Dybala (J), 29' Cuadrado (J), 45'+2 Belotti rig. (T); s.t. 16' Ronaldo (J), 42' aut. Djidji (pro J).

    Juventus (4-3-3): Buffon; Cuadrado, De Ligt, Bonucci, Danilo; Bentancur, Pjanic (4' s.t. Matuidi), Rabiot; Bernardeschi (10' s.t. Douglas Costa), Dybala (35' s.t. Higuain), Ronaldo. A dips. Szczesny, Pinsoglio, Ramsey, Rugani, Olivieri, Muratore, Wesley. All. Sarri.

    Torino (3-4-2-1): Sirigu; Izzo, Lyanco, Bremer (37' s.t. Djidji); De Silvestri (35' s.t. Edera), Meité, Lukic, Aina (37' s.t. Ansaldi); Verdi (22' s.t. Millico), Berenguer; Belotti. A disp. Ujkani, Rosati, Zaza, Singo, Ghazoini, Nkoulou, Adopo, Rincon. All. Longo.

    Arbitro: Maresca di Napoli.

    V.A.R.: Irrati di Pistoia.

    Ammoniti: p.t. 26' Bonucci (J), 40' Pjanic (J), 45'+2 de Ligt (J); s.t. 13' Izzo (T), 15' Aina (T), 25' Dybala (J).

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