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  • La lunga ricerca del trequartista ha una soluzione interna: Pioli cambi modulo, il 4-4-2 è perfetto per questo Milan

    La lunga ricerca del trequartista ha una soluzione interna: Pioli cambi modulo, il 4-4-2 è perfetto per questo Milan

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Siamo andati avanti tutta l’estate a ricercare affannosamente il trequartista che dovrebbe sostituire Calhanoglu nello scacchiere tattico di Pioli e a una settimana dall’inizio del campionato scopriamo che forse non è poi così sbagliato cambiare schema e rinunciare a quel tipo di giocatore. Gli allenatori bravi sono quelli che adattano le loro idee al materiale umano che hanno a disposizione e sicuramente Pioli fa parte di questa categoria. Di certo il tecnico del Milan avrebbe voluto trattenere il turco, ma - una volta perso il trequartista titolare - lui stesso sa bene che non ha senso intestardirsi alla ricerca di un altro trequartista pur di mantenere il medesimo modulo tattico. 

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    Se a questo discorso aggiungiamo anche quello economico, bisogna considerare che per trovare sul mercato un titolare del ruolo è necessario investire somme ragguardevoli. Che ovviamente il Milan non ha a disposizione, soprattutto dopo aver speso 70 milioni in estate, come ha ricordato Scaroni. E allora è meglio fare di necessità virtù e adattare il modulo ai giocatori. La conformazione della rosa attuale, per esempio, sembra perfetta per la reintroduzione del 4-4-2, uno schema che consentirebbe di fare a meno di quel giocatore che dovrebbe fungere da raccordo tra la linea del centrocampo e quella dell’attacco. Il 4-4-2 si adatterebbe al Milan attuale per molti fattori. Ma dobbiamo ricordare che giá nella parte finale della scorsa stagione Pioli aveva apportato una modifica chiara alla formula offensiva. 

    Infatti il decentramento di Calhanoglu sulla sinistra rendeva lo schieramento molto simile a un 4-4-2 con Saelemakers da una parte e il turco dall’altra. Giá nella fase finale della scorsa stagione, quando Brahim Diaz veniva schierato da trequartista, in realtà per le caratteristiche tecniche dello spagnolo gli veniva chiesto di giocare in appoggio al centravanti, che era spesso Rebic. Quest’estate è accaduta la stessa cosa: per inclinazione e raggio d’azione Diaz ha bisogno di giocare molto più vicino all’area avversaria di quanto faceva Calhanoglu. Diaz è piú una seconda punta che un centrocampista offensivo. Se proviamo a considerare le caratteristiche tecniche di tutti i componenti del reparto offensivo scopriamo che forse davvero la soluzione migliore sarebbe quella di passare al 4-4-2 dove ognuno potrebbe trovare il suo spazio e ognuno potrebbe sfruttare al meglio le proprie caratteristiche. Diaz potrebbe girare intorno al centravanti, che sia Ibra o Giroud. Leao potrebbe fare l’attaccante esterno sinistro della linea a 4. Stesso dicasi per Rebic, che potrebbe all’occorrenza essere utilizzato nei due attaccanti. Dall’altra parte Saelemakers garantirebbe un po’ più di copertura sul suo lato e potrebbe al limite alternarsi Florenzi. 

    Anzi, il romanista sarebbe probabilmente il titolare del ruolo. In ultimo, forse l’effetto più importante di questo ipotetico cambio di modulo sarebbe la possibilità di far coesistere subito Ibra e Giroud. Il modo in cui si è inserito il francese costituisce un’ottima premessa. Al momento il problema della coesistenza con Ibra non si pone, ma quando lo svedese recupererà dall’infortunio sarebbe davvero un peccato lasciare uno tra lui e Giroud in panchina. Sono i due giocatori più importanti della rosa e dunque Pioli ha il dovere di provare a farli giocare insieme. Dobbiamo dunque cominciare a pensare seriamente che, d’accordo con Pioli, Maldini stia cominciando a ritenere quasi superflua la ricerca di sto benedetto e costosissimo trequartista. E che alla fine la soluzione interna del cambio di modulo potrebbe essere davvero al soluzione che mette d’accordo tutti. In campo e fuori.
     

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