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La miglior stagione del Milan post Berlusconi: è il capolavoro di Maldini

La miglior stagione del Milan post Berlusconi: è il capolavoro di Maldini

  • Cristiano Ruiu
    Cristiano Ruiu
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Sfogliando giornali e “siti” dopo la vittoria di Torino leggo un po’ dappertutto che il Milan ha raggiunto l’”obiettivo minimo” stagionale centrando la qualificazione alla prossima Champions League. Si sprecano le frasi della serie “stagione salvata” e simili. Capisco tutto, ma probabilmente la stragrande maggioranza dei tifosi e dei media non ha ancora capito un concetto che Paolo Maldini ha espresso centinaia di volte: “Questo non è il Milan di Berlusconi”.

Il Milan con il quale siamo cresciuti e abbiamo sognato puntava a vincere a ogni costo, questo no.
L’obiettivo di questa proprietà non è quello di vincere, ma quello di provare a rendere il Milan un club “economicamente sostenibile”. I rossoneri hanno vinto il campionato e invece che fare investimenti su giocatori di valore conclamato per rinforzare la rosa, hanno optato per giovani potenziali promesse.

Dopo la vittoria dello scudetto si è perso l’ennesimo titolare perché pretendeva un ingaggio fuori range e il monte-stipendi non è cresciuto, ma è calato. A Maldini nessuno ha dato l’input di vincere, ma il suo compito era ed è quello di riportare il Milan ad alti livelli in campo nazionale e internazionale spendendo sempre meno, dando ingaggi sempre più bassi e azzerando o quasi le commissioni ai procuratori. Questa era la missione di Maldini e fino a questo momento l’ha compiuta alla grande. Andando anche al di là delle più rosee aspettive.

Chi titola “obiettivo minimo o stagione salvata” si dimentica che il Milan negli ultimi 3 anni si è sempre qualificato per la fase a gironi della Champions League, mentre prima mancava dalla massima competizione continentale da ben 8 anni, un’enormità. Prima di Maldini, il Milan arrivava quinto o sesto spendendo una montagna di soldi ed elargendo ingaggi da capogiro.

La gestione Maldini è riuscita progressivamente a contenere i costi e migliorare prestazioni e risultati sportivi. In 3 anni i rossoneri, pur cambiando molti giocatori e perdendo sempre qualche titolare hanno ottenuto un secondo, un primo e un terzo/quarto posto. In questi 3 anni il Milan ha vinto il 19 esimo scudetto ed è tornato in semifinale di Champions League, cosa che non accadeva dal 2007, la bellezza di 16 anni fa. Quindi, permettetemi, definire “stagione salvata con l’obiettivo minimo” un’annata in cui ci si qualifica per la terza volta consecutiva alla Champions e si centra una semifinale nella massima competizione continentale è falso e fuorviante. Il tutto ottenuto con una rosa palesemente inadatta a competere sui due fronti e con giocatori che hanno ingaggi da “metà classifica”.

Certo, se la confrontiamo con i cicli in cui il Milan vinceva 4 campionati in 5 anni o faceva 3 finali di Champions consecutive, è chiaro che sembra una stagione deludente. Ma quella era un’altra epoca, con altri conti e altri obiettivi. O ci rendiamo conto che i risultati che Maldini sta ottenendo in questi anni sono straordinari se parametrati con le risorse a disposizione oppure non usciremo mai da questo equivoco. Altro che “stagione salvata”, io vi dico di più: a livello sportivo un anno in cui si arriva terzi o quarti centrando il piazzamento Champions e si compete in Europa fino alla semifinale è da considerare la miglior stagione di questa gestione societaria, nonché la prima in cui il Milan davvero è tornato ad alti livelli sia in ambito nazionale sia in ambito europeo.

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