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  • Argentina-Francia, la migliore delle finali possibili: analizziamo le loro strutture

    Argentina-Francia, la migliore delle finali possibili: analizziamo le loro strutture

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Tutte le finaliste di un Mondiale approdano con merito in finale. Ci sono delle volte però che rimaniamo un po’ delusi dalla sfida decisiva che si prospetta. Quando sentiamo che manca un ingrediente fondamentale per lo spettacolo. Di solito poi le finali sono noiose: anche la nazionale più idealista riscopre in questi momenti la categoria dell’utile, e diventa scaltra e guardinga come un ladro in un caveau. Ebbene a Francia-Argentina di certo non manca nulla; non i fenomeni, non la capacità di creare spettacolo da ambo le parti. L’incognita sull’atteggiamento tattico-strategico, quella invece è irriducibile, non possiamo eliminarla proprio perché la finale di un Mondiale è sempre una partita diversa. Ciononostante lo dico apertamente: questa è la migliore delle finali possibili. E chi doveva esserci sennò, quel Brasile che si è sgonfiato come un palloncino giallo? Il Marocco? Capisco l’importanza delle favole, ma siamo seri... Tra l’altro in questa finale si affrontano due grandi ct. Scaloni, la cui Argentina è stata un crescendo di eclettismo e trasformismo, segno evidente che questo allenatore è proprio in gamba (sempre scelte azzeccate, a partire dall’esclusione in itinere di Lautaro), e Deschamps, un condottiero nato, cresciuto a brioche e strategia, la cui principale qualità sta nella presunzione di poter sempre cambiare e gestire a piacimento i ritmi di una partita. Detto questo, Argentina e Francia sviluppano calcio in maniera diversa. Vogliamo provare ad analizzarle un pochino? Oggi parliamo di strutture di sviluppo.  

    L’ ARGENTINA - L’Albiceleste ha dovuto superare due momenti critici finora, la sconfitta inaspettata contro l’Arabia Saudita all’esordio, e l’incredibile quarto contro l’Olanda, con relativo rischio di eliminazione beffa. Il 4-2-3-1 iniziale di Scaloni, un po’ per colpa di certi infortuni, un po’ per il rendimento deludente di alcuni giocatori, un po’ per ragioni di equilibrio, è stato singolarmente abbandonato a Mondiale in corso a favore di altri sistemi, come ad esempio il 5-3-2/3-5-2 visto appunto contro l’Olanda.

    Argentina-Francia, la migliore delle finali possibili: analizziamo le loro strutture

    In questo caso lo sviluppo del sistema in fase offensiva prevedeva soluzioni piuttosto simmetriche, con una fluidità di fondo nella metà campo avversaria che rimane piuttosto tipica nell’Argentina anche quando prova a fare la squadra reattiva. 
    Altro discorso contro la Croazia, in semifinale, dove la squalifica di Acuna ha reso Scaloni ancora più creativo. Intanto per fronteggiare il 4-3-3 di Dalic il ct argentino ha optato per un tradizionalissimo 4-4-2. Ma date un’occhiata agli interpreti della seconda linea. Un altro mondo rispetto alla Francia di Mbappé e Dembélé. Tutti centrocampisti coi piedi buoni, di cui nessun esterno vero e proprio.

    Argentina-Francia, la migliore delle finali possibili: analizziamo le loro strutture

    Questo perché, con la palla, l’Argentina sviluppava in maniera ‘strana’, singolarissima. O meglio, in una maniera pensata per mettere in difficoltà il 4-3-3 della Croazia. Spingeva su entrambi i terzini, con i due ‘esterni’ di centrocampo (De Paul e Mac Allister) che entravano dentro al campo, ma ad altezze e con funzioni diverse. Al tempo stesso Enzo Fernandez si sganciava da Paredes, che rimaneva vertice basso.

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    Pian pianino il 4-4-2 difensivo si trasformava in qualcos’altro, in alcuni casi si creava addirittura un rombo, con Mac Allister trequartista provvisorio. Notate questo incrocio tra lui ed Enzo Fernandez che prende in mezzo il povero Modric nella struttura di sviluppo da cui partirà il lancio dello stesso Enzo per Julian Alvarez.

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    Ma parlare di rombo a centrocampo a partire dal tradizionale 4-4-2 è limitante. Infatti la vera struttura profonda del gioco dell’Argentina contro la Croazia era così costituita: un terzetto di costruttori (De Paul-Paredes-Enzo Fernandez) sopra il quale agivano liberamente Messi e Mac Allister, mentre Molina e Tagliafico fissavano l’ampiezza. Sono punti di riferimenti tutt’altro che rigidi e che i giocatori riconoscono e si possono scambiare, con libertà più o meno ampie a seconda delle funzioni ricoperte (non di rado assistiamo a interscambi tra Mac Allister ed Enzo, per esempio). La libertà di Messi ovviamente è assoluta, ci mancherebbe.

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    Il gol di Julian Alvarez contro la Polonia è nato proprio da un accerchiamento così strutturato.

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    Ora osservate qui sotto la diavoleria ideata da Scaloni nel suo insieme. È una sorta di 3-4-1-2 rovesciato, dove i due sono i difensori e l’uno è il vertice basso di centrocampo. Quando si dice che l’Argentina colpisce in contropiede, non bisogna mai dimenticare che sa sviluppare anche con grande coraggio, quando ha il pallone tra i piedi.

    Argentina-Francia, la migliore delle finali possibili: analizziamo le loro strutture

    LA FRANCIA - La Francia invece (di cui abbiamo già parlato abbondantemente nella presentazione del quarto con l’Inghilterra), pur partendo da un sistema difensivo analogo, costruisce il suo equilibrio con la palla in maniera diversa. È aggiornata sì, e all’apparenza può sembrare più prudente perché blocca un terzino. Koundé, infatti, il terzino destro, rimane costruttore e diventa una sorta di braccetto nel 3 + 1 dove a Theo è chiesto di fare l’uno e di spingere sulla sinistra. Fondamentale lo schermo a due davanti alla difesa (Fofana e Tchouameni).

    Argentina-Francia, la migliore delle finali possibili: analizziamo le loro strutture

    PERICOLO PALLE ALTE - Tra le tante cose che si potrebbero ancora dire dell’una e dell’altra squadra, a partire dai vari duelli in giro per il campo, eccetera, permettetemi di concludere citando solo un argomento non del tutto secondario. Influenza del cammello permettendo, la Francia dispone di numerosi saltatori in grado di sfruttare più di un potenziale mismatch dentro l’area di Scaloni. 

    Argentina-Francia, la migliore delle finali possibili: analizziamo le loro strutture

    Qualora queste due nazionali dovessero neutralizzarsi sul piano del gioco, alla Francia rimarrebbe comunque un vantaggio. Pensate solo all’impatto di Weghorst in Olanda-Argentina…

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