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  • La novità: Pirlo, Conte e Gattuso tutti all’attacco. Ma Juve e Inter sono andate allo sbaraglio

    La novità: Pirlo, Conte e Gattuso tutti all’attacco. Ma Juve e Inter sono andate allo sbaraglio

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    La novità di questa giornata di campionato è che tre grandi squadre, probabilmente le migliori del nostro calcio, hanno schierato formazioni completamente votate all’attacco. Lo ha fatto Conte con l’Inter: Eriksen, due punte (Lukaku e Lautaro) e un esterno offensivo come Perisic in campo tutti assieme. Gattuso con il Napoli non è stato da meno, anzi: due mediani sui generis, più costruttori che distruttori, cioè Fabian Ruiz e Zielinski, e davanti quattro calciatori d’attacco (Lozano, Mertens, Insigne, Osimhen) per un 4-2-3-1 molto spregiudicato. Infine la Juve di Pirlo: due esterni votati a offendere (Kulusevski e Cuadrado) più Ramsey e due punte, Ronaldo e Morata.

    Abbiamo dunque scoperto il calcio spregiudicato e spettacolare che spesso invidiamo alle grandi squadre europee? Non proprio, perché poi contano anche l’equilibrio e la logica. E non tutti questi allenatori hanno tenuto conto dell’uno e dell’altra, pagandone le conseguenze.

    L’Inter, ad esempio, è andata in clamorosa difficoltà contro la Fiorentina. Alla fine ha vinto la partita soprattutto grazie alla qualità dei cambi, sfruttando il calo fisico dei viola e qualche loro errore, ma con una formazione così squilibrata - una stranezza per Conte - ha esaltato le doti dei contropiedisti avversari, su tutti Ribery e Chiesa. Se Vlahovic non avesse sprecato il colpo del ko, ora probabilmente saremmo qui a processare le scelte del tecnico dell’Inter.

    Ancora peggio ha fatto Pirlo, e non solo perché non ha vinto. La Juve che ha schierato a Roma, di fronte a una squadra in difficoltà psicologica ma comunque meritevole di rispetto, era chiaramente troppo sbilanciata: cinque calciatori solo offensivi, uno dei quali (Cuadrado) completamente fuori posizione e un altro (Morata) mai collaudato, sono davvero troppi. Non a caso, paradossalmente, la Juve migliore la si è vista quando è rimasta in dieci e si è dovuta per forza ricompattare dal punto di vista tattico.

    Alla fine l’unico che ha rischiato con coscienza è stato Gattuso, tenendo conto della forza dell’avversario, il Genoa, non così temibile e disorientato dalle assenze dell’ultimo momento. Rino ha riproposto la formazione che aveva dato l’accelerazione decisiva a Parma nell’ultima mezz’ora, privilegiando qualità e piedi buoni, e il Napoli è stato uno spettacolo. Poi l’infortunio di Insigne lo ha costretto a cambiare e ha inserito Elmas, un giocatore che ha minore classe ma dà maggiore equilibrio. Senza il problema accusato dal capitano, il Napoli si sarebbe presentato domenica a Torino con una formazione così offensiva? Ne dubitiamo. E comunque, ora che Insigne purtroppo è fuori, è inevitabile che contro la Juve si veda un Napoli differente. Forse con lo stesso schema, ma con uomini che indicano maggiore prudenza.

    @steagresti
     

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