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  • La risposta di Vlahovic è arrivata, è uno da Champions. Ma i problemi della Juve sono ancora tanti

    La risposta di Vlahovic è arrivata, è uno da Champions. Ma i problemi della Juve sono ancora tanti

    • Nicola Balice, inviato a Vila-Real
    Si torna al punto di partenza, quello della prima partita di Dusan Vlahovic con la Juve. Di fronte c'era solo l'Udinese, dopo 13 minuti ecco il primo gol del centravanti serbo. Che poi paga un po' di brillantezza, ma contro il Sassuolo all'ultimo respiro è sempre lui a portare la Juve in semifinale di Champions. Contro l'Atalanta la prima prova opaca, contro il Toro la prima prova deludente sotto ogni punto di vista: inevitabili anche le prime critiche, al netto di dichiarazioni più o meno di circostanza, Vlahovic non può essere atteso né giudicato come se fosse un giocatore qualsiasi. Ecco perché la prova del 9 per il numero 7 era questa di Champions, un debutto europeo a livello assoluto. Che Dusan ha gestito da predestinato: 32 secondo e gol. Basta? Non per la qualificazione, sì per capire che Vlahovic sia uno vero, uno a Juve, uno a Champions.

    IL PRESCELTO – D'altronde è qui per questo. Per la Champions. Sia restando al campionato, la Juve ha affondato il colpo con sei mesi d'anticipo perché il rischio di restare fuori dalle prime quattro si stava concretizzando pericolosamente. Sia alla competizione regina vera e propria, perché la Juve era incompleta e incompiuta, serviva uno come Vlahovic. Anzi serviva proprio Vlahovic. Che pur senza fare cose trascendentali si è messo al centro dell'attacco della Juve, dando un riferimento che prima mancava, togliendo responsabilità ai compagni per quanto poi Allegri dica che siano loro a doverle togliere dalle sue spalle. Invece no, Vlahovic è il prescelto della Juve per voltare pagina dopo Cristiano Ronaldo, per lui la numero 7 è una maglia qualunque ma per il club bianconero no.

    DUSAN C'E' – Vlahovic c'è, ha risposto presente subito sia in campionato che in Champions, ha anche reagito alla grande pure alle prime critiche. Lui c'è. La Juve non ancora, non del tutto quantomeno. Perché poi gli errori sono sempre gli stessi, nonostante i segnali lanciati a Vila-Real siano comunque quelli di una squadra in crescita e sempre più squadra. Se però prima il problema sembrava là davanti perché mancava un vero centravanti, ora il centravanti c'è. Ed è uno che non ha paura di nulla, di sicuro non si fa tradire dalle emozioni. Gli altri problemi, invece, ogni tanto ritornano, semplicemente non possono essere risolti solo da Vlahovic.

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