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La Roma crede in Fonseca: Sassuolo ko, Pellegrini è il nuovo simbolo

La Roma crede in Fonseca: Sassuolo ko, Pellegrini è il nuovo simbolo

  • Enrico Maida
    Enrico Maida
L​a Roma scopre improvvisamente di essere una creatura avvenente. Il primo tempo con il poker servito al Sassuolo del valoroso De Zerbi resterà nel cuore degli spasimanti. Può essere che tutti i problemi e tutte le ansie siano svaniti grazie a Mkhitaryan e Veretout?. Evidentemente no, non  può bastare. Anche se il talento armeno aumenta il tasso qualitativo e il centrocampista francese garantisce l’equilibrio a un reparto che soffriva il vento di maestrale.  No, qui siamo in presenza di qualcosa di nuovo. C’è una squadra che mostra di credere alle idee di Fonseca, che pretende un gioco affascinante quanto dispendioso nel quale non c’è mai, perché non è previsto dal copione, il cosiddetto appagamento.

Il Sassuolo è una buona squadra con un buon manico. Se n’è visto uno spicchio quando era già sotto di un gol, l’inzuccata di Cristante: 24 tocchi consecutivi, a conferma di essere la squadra con il possesso di palla più alto, prima di concludere con Defrel, che avrebbe pagato di tasca sua pur di segnare il classico gol dell’ex. Ma il palo ha soffocato la gioia del pareggio che avrebbe forse disegnato un’altra partita. Il quinto palo nel curriculum di Pau Lopez che non ha sicuramente il difetto di essere inviso alla dea eupalla. Ma è stato l’unico momento in cui la Roma ha rischiato il classico déjà vuKluivert,  che Fonseca ha sorprendentemente preferito a Zaniolo, ha imperversato sulla fascia destra: un autentico incubo per Peluso che dopo 110 secondi era stato costretto a fermarlo in scivolata inducendo l’arbitro a sancire il rigore poi cancellato giustamente dal Var. Ma l’uomo che va messo al primo posto nel progetto romanista è senza dubbio Lorenzo Pellegrini. Suo l’angolo per il gol di testa di Cristante, suo l’assist per il primo gol con la maglia romanista di Mkhitaryan, suo l’invito per il quarto gol di Kluivert, solo davanti al portiere. Il gol di Dzeko è stato invece ispirato da Kolarov. Ma nel secondo tempo, tanto per non farsi mancare niente, anche un palo.

Dopo un’ora di tric trac, con un’altra traversa colpita da Dzeko, la Roma ha comprensibilmente rallentato concedendo a Berardi l’onore delle armi: una punizione esemplare sotto l’incrocio, e il raddoppio personale con il piattone sinistro. La Roma di una volta forse avrebbe barcollato, ma quella di Fonseca non si concede altre divagazioni.  Resta da risolvere l’eterno problema di una retroguardia troppo fragile: non so se basterà un difensore inglese.




IL TABELLINO

Roma-Sassuolo 4-2 (primo tempo 4-0)

Marcatori: 12′ Cristante, 19′ Dzeko, 23′ Mkhitaryan, 33′ Kluivert, 12′st, 28′st Berardi
Assist: 12’ , 22’ e 33’ Pellegrini; 19’ Kolarov, 28’st Duncan

Roma (4-2-3-1): Pau Lopez; Florenzi (73′ Spinazzola), Mancini, Fazio, Kolarov; Veretout, Cristante; Mkhitaryan, Pellegrini (39'st Pastore), Kluivert (72′ Zaniolo); Dzeko.
All: Fonseca.

Sassuolo (4-3-1-2): Consigli; Marlon, Ferrari, Chiriches, Peluso (25’st Muldur); Locatelli (1’st Toljan), Obiang, Duncan (38'st Traorè); Berardi; Caputo, Defrel.
All: De Zerbi.

Arbitro: Chiffi
Ammoniti: Pellegrini, Obiang, Toljan.

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